Maradona era come Pelé
Vent'anni fa il Pibe e O'Rey vennero premiati come giocatori del secolo. Il primo lo scelse il web, il secondo gli esperti. Non poteva essere altrimenti
Era dal 1995 che la Fifa aveva in mente di fare qualcosa di grandioso per la fine del millennio. Il presidente di allora, Havelange, aveva pensato a un premio da dare nei primissimi giorni dell’anno. Quando nel 1998 lasciò la presidenza tutti se ne dimenticarono. E così il Novecento finì senza che nulla venisse organizzato. Solo a febbraio a qualcuno venne in mente di ritirare fuori il vecchio progetto di Havelange: premiare il giocatore del secolo. Ma come fare? Voto popolare o degli esperti? Litigarono parecchio. Poi Blatter, da buon paciere che era, fece contenti tutti: un premio lo decidono i tifosi, l'altro gli esperti: allenatori, giornalisti e tutto il resto del circo calcistico.
L’esito fu quello che tutti si aspettavano: Pelé e Maradona vincenti.
Perché nonostante Cruijff, Di Stefano, Beckenbauer, Van Basten, Platini e qualche altro, il grande dilemma dei “conoscitori” del pallone è sempre stato uno soltanto: chi è meglio tra Maradona e Pelé?
L’11 dicembre 2000 finì con due plebisciti. Il web (e la posta) scelse Maradona con il 53,6 per cento dei voti. Gli esperti Pelé con il 72,7.
Julio Montero Castillo marcò sia Pelé che Maradona e nel 2000 al Clarin disse: “Un premio non bastava, due sono striminziti, ce ne sarebbero dovuti essere tre. Perché Maradona era geniale, Pelé incontenibile, ma voi avete mai provato a star dietro a Cruijff? Io sì e vi assicuro che Cruijff era al loro stesso livello: straordinario”.
Il doppio premio fu la necessaria conclusione di una disputa infinita. Maradona era classe e improvvisazione, giocoleria e imprevedibilità. Pelé era classe e risolutezza, concretezza e supremazia. Maradona ha vinto tanto, spesso da solo. Pelé ha vinto di più e sempre di gruppo, nonostante fosse lui a trasformare una squadra in una squadra vincente. Maradona era unico e passionale, era folla e dalle folle era amato. Pelé pure, ma nel modo brasiliano del suo tempo, sempre con un filo di malinconia. Furono i calciatori del secolo, vero. Ma forse serviva davvero un altro premio come suggerì Montero Castillo. Perché Cruijff era tutto questo e pure rivoluzione: il più forte al servizio di tutti.
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