PUBBLICITÁ

Quando Paolo Rossi fece tremare Barcellona

Giovanni Battistuzzi
PUBBLICITÁ

Dove sorgeva l'Estadi de Sarriá ora c'è un parco e qualche palazzina. Una bella zona, tranquilla. Un tempo un po' meno. Soprattutto nei primi anni Ottanta, a El Farrò non ci si passava mai volentieri. Un po' per la confusione, un po' per le cose che giravano.

PUBBLICITÁ

 

All'Estadi de Sarrià ci giocava l'Espanyol. Ed era sempre quasi pieno. Quarantaquattromila spettatori. Sempre qualcuno in più quando c'era il derby con il Barcellona. Ricorda al Foglio Ramon Extequel, giornalista che seguì i biancoblù di Barcellona, tra il 1975 e il 1995, che una volta "era il 1981 all'Estadi vincemmo uno a zero. E quello era un buon Barcellona, non spettacolare ma buono sì: c'erano Quini, Schuster, Simonsen. Quel giorno festeggiarono sugli spalti oltre cinquantamila persone, forse pure cinquantacinquemila. L'Estadi era estendibile, aveva gradoni accoglienti e a un certo punto, quando il secondo tempo era iniziato da un po' si poteva entrare di nascosto". L'Estadi soprattutto, sino a quando è stato abbattutto, serbava un ricordo, "quello di un ciclone, di un uragano pazzesco, ma aggraziato, soprattutto velocissimo: quello di Paolo Rossi". Paolo Rossi è morto 9 dicembre 2020 a 64 anni, "era un attaccante strano, veloce e intelligente, con un buon controllo del pallone, ma rispetto a molti che ho visto giocare di classe inferiore. Eppure sapeva accendere come pochi l'amore della gente. Forse perché era una persona normale, non un supereroe, che faceva grandi cose. Come quel pomeriggio all'Estadi".

 

PUBBLICITÁ

E il 5 luglio del 1982 a vedere Italia-Brasile, "ce ne erano ben più dei quarantaquattromila ufficiali. All'Estadi capivi quanta gente c'era dall'eco. I palazzoni dietro ribattavano i suoi in campo e quando c'era tanta gente era un delirio. Quel giorno, in quella partita, l'eco era ai livelli di una partita importante, non di un derby ma certamente di un Espanyol-Real, un Espanyol-Real Sociedad. A ricordi non c'erano meno di cinquantamila persone". Cinquantamila persone che videro "un passerotto, perché io Pablito l'ho sempre chiamato così, abbattere un gigante a colpi d'ala. Una squadra tosta e intelligente, con davanti un attaccante scaltro e velocissimo, riuscì a battere la più bella del mondo. E meritandolo. L'Italia di Bearzot era fantastica. Il Brasile di Santana era divino. Ma quel giorno Paolo Rossi decise di essere l'uomo comune che si trasformava in cataclisma, o almeno per i brasiliani. L'Estadi suonò baccano pesante, come nei giorni migliori. Un baccano pesante tutto dedicato a Paolo Rossi. L'Estadi tremò. E tremò pure Barcellona", ricorda Ramon Extequel.

   

L'Estadi ora è ricordo, come ricordo è diventato Paolo Rossi. "Però qualche anno fa lo incrociai qui dove sorgeva l'Estadi. Aveva la faccia di chi stava pensando che era brutto che il teatro del suo giorno migliore non ci fosse più. Quello stadio è stato il teatro di molti giorni migliori per noi. Ora che non c'è neppure più Paolo Rossi quel posto sarà come un teatro vuoto,  senza neppure più il primo ballerino a ricordarci quanto era bello vedere quel palco".

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ