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Marco Belinelli torna a casa. La Virtus Bologna lancia la sfida a Milano

Umberto Zapelloni

Dopo 13 anni e 860 partite in Nba, Beli torna in Italia, a Bologna, nella squadra che lo aveva lanciato ma che dovette lasciare per il fallimento della società

La scelta del cuore. Marco Belinelli dopo 13 anni e 860 partite in Nba ha deciso di tornare a casa, a Bologna, alla Virtus che lo ha trasformato in uomo e giocatore facendolo debuttare in Serie A nel 2002. Dall’America non sono arrivate offerte allettanti e Marco che il 25 marzo compirà 35 anni, ha deciso di accettare la corte della Segafredo una società che si è abituata a pensare in grande e con questo acquisto rilancia la sfida all’Olimpia Milano ancora imbattuta in Italia. Una scelta dettata dal cuore e dalla voglia di casa in un momento in cui girare il mondo non è semplice anche se il modello Nba è un esempio straordinario. Marco poi si è appena sposato con Martina, la fidanzata di una vita e anche questo ha certamente aumentato la sua voglia di casa. “Il progetto della Virtus Segafredo Bologna è un progetto che mi ha interessato da subito. Un progetto stimolante, nel quale sono certo potrò contribuire in maniera importante”, ha detto Marco firmando il contratto pluriennale che lo lega alla Virtus.

   

Scegliere Bologna e la Virtus è tutt’altro che una scelta comoda però. Marco in Italia è chiamato a fare la differenza, a recitare un ruolo di primo piano accanto a un genio come Milos Teodosic. Belinelli che in Nba era abituato a fare soprattutto il sesto uomo (è entrato in quintetto base in 219 delle sue 860 partite), non era lui la stella. E’ stato un attore protagonista, certo, ma non il nome principale sul tabellone, anche se nel 2014 è stato la stella dell’All Stars Game vincendo la gara del tiro da tre punti. Non è stato solo il primo giocatore italiano a portarsi a casa l’anello dedicato ai campioni Nba, ma anche il primo (e unico finora) ad aver vinto un trofeo nella notte delle stelle. La sua notte da sogno in Nba, titolo a parte, è stata quella del 2 gennaio 2014 quando ha segnato 32 punti contro i New York Knicks. Nel suo peregrinare negli States (10 le squadre in cui ha giocato) ha comunque lasciato il segno tanto che quando nel 2015 il presidente Obama, grande tifoso dei Bulls, ospitò alla Casa Bianca i campioni di San Antonio si rivolse proprio a Marco dicendogli: “Belinelli ci manchi a Chicago”. Niente male. Beli è abituato a confrontarsi ai massimi livelli: l’altro giorno faceva parte della delegazione Nba che è stata ricevuta da Papa Francesco. Un incontro che lo ha davvero emozionato: “Sono qui per dare il mio contributo, il Pontefice ci ha chiesto quali sono le iniziative che abbiamo intrapreso in questi mesi per combattere a favore della giustizia sociale. Conoscere il Papa e farlo per parlare di argomenti così importanti è una cosa che mi rende molto felice”.

   

Da Obama a Papa Francesco per finire da Massimo Zanetti, il signor Segafredo, un grande appassionato di sport, dal ciclismo alla Formula 1 dove il suo logo ha accompagnato la carriera di un mito come Ayrton Senna. Portare a Bologna il Beli è davvero un colpo. Marco era stato corteggiato anche da Messina qualche mese fa, ma ai tempi aveva ancora un sogno Nba acceso. Bologna però è casa sua, è il luogo del cuore. E il suo ritorno a casa è un gran colpo anche per la nazionale che lo avrà a disposizione per il torneo preolimpico, sempre che poi a Tokyo si possa andare davvero.

   

Dopo aver incassato quasi 50 milioni di dollari (stando ai dati di Basketball reference), Marco ha fatto due conti. Più che da un contratto ricco si è fatto allettare da un progetto ambizioso. Lui che è nato virtussino, ma poi ha vinto uno scudetto storico con la Fortitudo, si sentirebbe realizzato a chiudere la carriera firmando da protagonista un titolo Virtus. Beli potrebbe essere l’Ibrahimovic del basket. Marco non ha la presunzione di Ibra, non si sente un dio venuto sulla terra, ma come Ibra ha un rispetto maniacale per la preparazione fisica, un’applicazione straordinaria e ancora tanta voglia di vincere (anche per questo non ha trovato allettanti le offerte in arrivo dalla Nba). A 35 anni ha ancora energie per fare la differenza in Italia. Con Djiordjevic in panchina e Teodosic al suo fianco, Marco avrà dei compagni di avventura di grande livello… Potrà divertirsi… Bologna con lui. E speriamo anche la nazionale.

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