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Gallinari ha 200 milioni di dollari di scuse per dimenticarsi l'Anello della Nba

Umberto Zapelloni

A trentadue anni il cestista ha firmato con Atlanta un contratto che lo rende lo sportivo italiano più pagato. Le possibilità di giocare per vincere con gli Hawks sono poche

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Marco Belinelli tra qualche anno potrà far vedere ai suoi nipotini l’anello dei campioni Nba e il trofeo conquistato vincendo la gara del tiro da tre punti all’All Stars Game. Danilo Gallinari potrà mostrare ai nipotini le coppe dei campioni e gli scudetti vinti da papà Vittorio e la bella medaglia di bronzo conquistata con l’Under 18 agli europei del 2005. Il miglior giocatore italiano dell’era moderna del basket ha appena firmato un nuovo contratto triennale con Atlanta che con 61,5 milioni di dollari, lo farà diventare il campione italiano più pagato dei prossimi anni. Scegliendo gli Hawks, una squadra giovane e un po’ acerba, la penultima nella Eastern Conference nell’ultima stagione, ha probabilmente detto addio al sogno di diventare campione Nba come Marco Belinelli ha fatto con San Antonio o Sergio Scariolo (in panchina) con i Raptors. Ha preferito un contratto sontuoso alla gloria sportiva che magari riuscirà a centrare guidando la nazionale azzurra ai Giochi o più avanti negli anni tornando da re e ricco pensionato a giocare con l’Olimpia Milano. 

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Marco Belinelli tra qualche anno potrà far vedere ai suoi nipotini l’anello dei campioni Nba e il trofeo conquistato vincendo la gara del tiro da tre punti all’All Stars Game. Danilo Gallinari potrà mostrare ai nipotini le coppe dei campioni e gli scudetti vinti da papà Vittorio e la bella medaglia di bronzo conquistata con l’Under 18 agli europei del 2005. Il miglior giocatore italiano dell’era moderna del basket ha appena firmato un nuovo contratto triennale con Atlanta che con 61,5 milioni di dollari, lo farà diventare il campione italiano più pagato dei prossimi anni. Scegliendo gli Hawks, una squadra giovane e un po’ acerba, la penultima nella Eastern Conference nell’ultima stagione, ha probabilmente detto addio al sogno di diventare campione Nba come Marco Belinelli ha fatto con San Antonio o Sergio Scariolo (in panchina) con i Raptors. Ha preferito un contratto sontuoso alla gloria sportiva che magari riuscirà a centrare guidando la nazionale azzurra ai Giochi o più avanti negli anni tornando da re e ricco pensionato a giocare con l’Olimpia Milano. 

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Danilo era sbarcato nella Nba come sesta scelta assoluta nel 2008 a New York, poi dopo tre anni con i Knicks, ha girato l’America tra Denver, Los Angeles (sponda Clippers) e Oklahoma per approdare ora ad Atlanta. In 12 anni ha raggiunto i playoff soltanto 4 volte, pochine. Andando a leggere su Basketball Reference il resoconto dei suoi ingaggi però la prospettiva cambia diametralmente. A fine contratto con Atlanta, Danilo avrà messo in tasca quasi 200 milioni di dollari, escludendo le sponsorizzazioni che non gli mancano di certo – anche in Italia dove mamma e papà lavorano benissimo per lui gestendogli gli investimenti immobiliari. Con la saggezza di papà Vittorio e mamma Marilisa, non avranno problemi neppure i nipoti dei nipoti di Danilo. Dal punto di vista economico la sua carriera non poteva essere gestita meglio. Gallo che è fidanzato con l’ex presentatrice di Mediaset Eleonora Boi e presto diventerà papà, ha il futuro assicurato e potrà scegliere che fare della sua vita senza problemi. 

 

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Ma quando un giorno si siederà di fronte a papà Vittorio e padre e figlio cominceranno a raccontarsi i loro successi lui rischierà di fare scena muta rispetto a papà che è stato una colonna dell’Olimpia vinci tutto di Dan Peterson: 4 scudetti, una coppa dei campioni, una coppa Korac, due coppe delle coppe (una con Bologna), quattro coppe Italia (due con Bologna).

 

Papà non aveva il talento del figlio, ma era un vincente e ha sempre preferito far parte di squadre vincenti piuttosto che andare a cercare più minuti da altre parti. Era un giocatore che ci metteva l’anima e sapeva come diventare decisivo quando Dan Peterson o Franco Casalini lo mandavano in campo a sputare sangue e a togliere ossigeno agli avversari. Vittorio ha certamente trasmesso a Danilo la passione per il gioco e la voglia di sacrificarsi in palestra. Sull’innegabile talento lui poi ci ha messo ore e ore di allenamento costruendo un signor giocatore, un lottatore, un tiratore che in 611 partite ha la media di 16,2 punti  (18,7 nell’ultima stagione) con il 42,7 per cento al tiro, il 38 per cento da tre e la quasi perfezione ai liberi dove ha tirato con l’87,3.  Ha percentuali e cifre migliori della media dei giocatori del suo ruolo. Il suo career high risale al 10 aprile 2015 quando realizzò 47 punti contro Dallas, ma i suoi Nuggets uscirono sconfitti di un punto. Cifre che meriterebbero davvero di vederlo giocare per vincere qualcosa di importante.

 

Radio mercato Nba racconta che nei giorni scorsi Danilo era stato vicino ai Dallas Mavericks e in trattativa con i Boston Celtics e i Detroit Pistons. Purtroppo per andare a Dallas era necessaria una trade con Oklahoma che non è stata possibile realizzare e così alla fine ha accettato la proposta milionaria di Atlanta dove troverà una stella come Trae Young e un giovanissimo molto interessante come John Collins, ma poche chance di arrivare al titolo. C’è una cosa curiosa in questo triennale di Danilo e gli americani sempre bravissimi a trovare statistiche interessanti assicurano che il suo sia l’importo più alto di sempre per un pluriennale offerta a un giocatore di oltre 30 anni che non ha mai ricevuto una convocazione per l'All-Star Game…  È un record anche questo. Non conta per l’albo d’oro, ma per il conto in banca… I cattivi potrebbero definire Danilo il più ricco dei perdenti. Ma sarebbe eccessivo perché un ragazzo nato l’8.8.88 (se mi dite che è un caso non ci credo) a Sant’Angelo Lodigiano, figlio di un campione, ma non di un campionissimo, che arriva a giocare stabilmente nella Nba è tutto fuori che un perdente. Anche se sarebbe bello un giorno sentirlo dire: per vincere un anello giocherei anche gratis con i Lakers… Da bambino in fin dei conti si sogna di alzare la coppa al cielo e non di contare i soldi in banca. È da grande che forse preferisci leggere l’estratto conto sul computer.

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