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Mossa contro il tempo. Il campionato italiano di scacchi è online

Massimo Adinolfi

Gli scacchi possono essere una sfida all’ultimo secondo. Se cercate l’adrenalina ecco lo sport giusto

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Tempo di pandemia: il campionato italiano di scacchi è online. Per cinque giorni, fino al 22 novembre. Giocano i migliori, e ci sono proprio tutti: da Daniele Vocaturo, che è il più alto nel ranking, al campione uscente, Alberto David. Ci sono nuove leve, come i ventenni Luca Moroni e Lorenzo Lodici, e vecchie glorie intramontabili, come Carlos García Palermo e il grande Michele Godena. E c’è un interesse nuovo, dopo il boom della serie Netflix “The Queen’s Gambit” – La Regina degli Scacchi. Ma come si fa a rimanere incollati dinanzi a una scacchiera per tutto quel tempo? E a proposito: quanto dura una partita a scacchi? Se uno vuole cazzeggiare con un amico, può prendersi tutto il tempo che crede, non occorre nemmeno un orologio. Ma se volete disputare un torneo regolare o magari competere per il titolo mondiale (attualmente nelle salde mani del norvegese Magnus Carlsen), dell’orologio non potete fare a meno. Lassù in cima, e in tutte le partite “a tempo lungo”, diciamo pure che mediamente la durata è di tre, quattro ore.

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Tempo di pandemia: il campionato italiano di scacchi è online. Per cinque giorni, fino al 22 novembre. Giocano i migliori, e ci sono proprio tutti: da Daniele Vocaturo, che è il più alto nel ranking, al campione uscente, Alberto David. Ci sono nuove leve, come i ventenni Luca Moroni e Lorenzo Lodici, e vecchie glorie intramontabili, come Carlos García Palermo e il grande Michele Godena. E c’è un interesse nuovo, dopo il boom della serie Netflix “The Queen’s Gambit” – La Regina degli Scacchi. Ma come si fa a rimanere incollati dinanzi a una scacchiera per tutto quel tempo? E a proposito: quanto dura una partita a scacchi? Se uno vuole cazzeggiare con un amico, può prendersi tutto il tempo che crede, non occorre nemmeno un orologio. Ma se volete disputare un torneo regolare o magari competere per il titolo mondiale (attualmente nelle salde mani del norvegese Magnus Carlsen), dell’orologio non potete fare a meno. Lassù in cima, e in tutte le partite “a tempo lungo”, diciamo pure che mediamente la durata è di tre, quattro ore.

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In “The Queen’s Gambit” tutte queste ore ovviamente non ci possono stare: si capisce perché. Ma esistono cadenze di gioco veloce, che sono compatibili con lo spettacolo (e con la pandemia). Con lo spettacolo, perché sono uno spettacolo i tornei “bullet”, in cui i giocatori hanno a disposizione solo un minuto per l’intera partita (una follia), mentre sono considerate standard, e omologate dalla federazione internazionale, le specialità blitz (tre o cinque minuti) e rapid (dodici o quindici minuti, in genere). Se non vi è mai capitato di vedere due giocatori professionisti giocare a tutta velocità, beh: qualcosa vi siete persi. Queste cadenze sono compatibili anche con la pandemia, cioè col gioco online. Se infatti giochi da casa, c’è il rischio che usi il computer, su cui girano ormai motori scacchistici da paura (chiedere a quelli di Google, per conferma). A far data dal 1997, da quando cioè un computer dell’IBM, Deep Blue, sconfisse il campione del mondo Garry Kasparov (che ancora se ne duole), si sa che quella partita è segnata: la macchina batte l’uomo. Per questo, durante le competizioni ufficiali è proibito introdurre qualunque dispositivo elettronico in sala di gioco, e le federazioni adottano comunque severi protocolli anti cheating.

 

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La cosa divertente è che, in realtà, sono altre macchine che scovano il giocatore che si fa aiutare, riconoscendo l’innaturalità di certe condotte di gioco “troppo intelligenti”: se non commetti neanche un’imprecisione, insomma, non sei umano. Sia come sia, nel gioco veloce è decisamente più complicato servirsi di motori scacchistici: non si fa in tempo.

 

Perciò il campionato italiano in corso si disputa, per la prima volta, sulla ragionevole distanza dei 25 minuti per l’intera partita, più dieci secondi di incremento per mossa (una sorta di bonus). Non è proprio una corsa verso l’abisso, ma non è neanche la formula più riflessiva: in un’ora è tutto finito. Giusto il tempo di una puntata della serie, dunque, o anche meglio di una seduta in analisi.

 

Qualcosa del genere in effetti succede: tu puoi vedere i campioni spremersi le meningi, leggere sui loro volti la tensione del momento, capire se sono calmi o nervosi, sicuri di sé oppure furiosi con l’avversario e con se stessi, prossimi al trionfo oppure all’umiliazione. In quello che – dimenticate il pugilato, la lotta o le arti marziali – è senz’altro lo sport più violento che esista. Parola di Marcel Duchamp. (La diretta video del campionato italiano è sul canale Twitch della Federscacchi. In contemporanea si disputano anche il campionato femminile e quello under 20).

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