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il foglio sportivo

La calciatrice della Lazio in coma e il “miracolo” di Francesco Totti

Mimmo Ferretti

Capire il calcio per capire la vita. Ilenia Matilli si è risvegliata ascoltando un messaggio dell’ex capitano della Roma. Che spesso ha fatto e fa del bene senza farlo sapere a nessuno

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Si può fare gol anche senza bucare il portiere avversario. Si può far felice la gente anche senza segnare una doppietta nel derby. Perché se il calcio è vita, talvolta c’è vita grazie al calcio. E, in certi casi, non si dovrebbe mai smettere di esultare. Basta saper individuare gli strumenti giusti per diventare protagonisti senza gli scarpini ai piedi; basta far contare più la testa, e il cuore, delle gambe. La forza vita che il calcio racchiude nel suo non essere solo uno sport viene spesso sottovalutata, addirittura derisa, anche se il cambiamento di umore di un persona, pardon di un tifoso, a seconda del risultato della squadra del cuore dovrebbe/potrebbe aiutare a comprendere. Si campa bene o male per una vittoria o per una sconfitta, giusto? grazie al calcio, però, talvolta si riesce semplicemente a vivere. Vivere punto e basta. E, a conferma, ti arrivano in faccia storie che ti ricordano che il pallone, in realtà, non è soltanto un pezzo rotondo di una plastica strana che rimbalza autonomo qua e là sul terreno di gioco, ma che, se usato bene, può diventare anche un messaggio, uno strumento di speranza. Anzi, di vita.

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Si può fare gol anche senza bucare il portiere avversario. Si può far felice la gente anche senza segnare una doppietta nel derby. Perché se il calcio è vita, talvolta c’è vita grazie al calcio. E, in certi casi, non si dovrebbe mai smettere di esultare. Basta saper individuare gli strumenti giusti per diventare protagonisti senza gli scarpini ai piedi; basta far contare più la testa, e il cuore, delle gambe. La forza vita che il calcio racchiude nel suo non essere solo uno sport viene spesso sottovalutata, addirittura derisa, anche se il cambiamento di umore di un persona, pardon di un tifoso, a seconda del risultato della squadra del cuore dovrebbe/potrebbe aiutare a comprendere. Si campa bene o male per una vittoria o per una sconfitta, giusto? grazie al calcio, però, talvolta si riesce semplicemente a vivere. Vivere punto e basta. E, a conferma, ti arrivano in faccia storie che ti ricordano che il pallone, in realtà, non è soltanto un pezzo rotondo di una plastica strana che rimbalza autonomo qua e là sul terreno di gioco, ma che, se usato bene, può diventare anche un messaggio, uno strumento di speranza. Anzi, di vita.

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Ilenia Matilli, 20 anni, è una ragazza appassionata di calcio, calciatrice della Lazio, tifosa della Roma e innamorata persa di Francesco Totti, che è uscita dal coma anche grazie a un messaggio del Capitano che i medici del Policlinico Gemelli di Roma le hanno fatto ascoltare mille e mille volte. Ilenia con l’aiuto di Totti è tornata alla vita, pian piano tornerà a una vita normale ma il coma appartiene ormai ai ricordi. Chi grida al miracolo, però, probabilmente non si rende conto di quanto certe parole, dette da una certa persona, possano aiutare a sconfiggere il buio.

 

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Un terribile incidente stradale, poi il buio: a quel punto, i medici hanno ritenuto che sarebbe stato utile per Ilenia scatenare una tempesta di emozioni nella sua mente. E, allora, chi meglio del suo Capitano per farle battere il cuore forte forte? Totti, da sempre, è uno di quegli sportivi (non è l’unico, per fortuna) che pensa anche agli altri. E molto spesso l’ha fatto con la promessa che non venisse a galla la sua bontà. Non ha mai cercato pubblicità (quella pubblicità), ma ha soltanto fatto una cosa (cento cose...) sentendo dentro di sé il desiderio (o il dovere morale?) di farla. E chi dice: “Facile aiutare il prossimo, fare beneficenza con tutti i soldi che ha guadagnato”, basta ricorda che ricconi al pari dell’ex numero 10 della Roma non si sono mai messi le mani in tasca per aiutare qualcuno in difficoltà. Ma il mondo del calcio, alla faccia dei cattivi e dei superbi, è pieno di Totti che hanno dato senza avere qualcosa in cambio, neppure una foto sul giornale. Perché non si tratta (solo) di soldi, ma (soprattutto) di urgenza di fare una cosa. Era già capitato in passato, ad esempio, che un paziente in coma si fosse risvegliato grazie al messaggio, alla voce di un suo idolo ma una notizia così fa sempre notizia. È una di quelle belle che ci aiutano a sorridere e che ci convincono, una volta di più, che chi non capisce il calcio spesso non capisce la vita. E viceversa, chissà.

 

[anticipiamo un articolo del Foglio sportivo in edicola 26 e domenica 27 ottobre e che potete leggere online dalle 23.45 di venerdì 25 qui]

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