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il foglio sportivo – tifare contro

Che sfregio le porte chiuse. Un appello: almeno rimborsate

Giovanni Francesio

Sarebbe stato comunque meglio rimandare tutto, per rispetto del gioco e ancor più degli abbonati e di chi ha già preso i biglietti

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[Anticipiamo un articolo del numero del Foglio Sportivo in edicola domani e domenica. L'edizione di sabato 29 febbraio e domenica 1 marzo la potete scaricare qui dalle 23,30 di venerdì 28 febbraio]

 


 

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Le partite a porte chiuse sono uno sfregio, una mostruosità, un ossimoro: senza pubblico non c’è nessuna partita, non c’è nessuna bellezza, non c’è nessun senso.

 

Lo capisce anche un bambino, per esempio, che la cosa di gran lunga più interessante di Juve-Inter di domenica sera è Antonio Conte che torna nel suo vecchio stadio, dalla gente che lo ha amato e che oggi lo detesta. E CR7, dovesse segnare, cosa fa? Esulta come al solito? E chi è che farà siiiuuu insieme a lui? Sappiamo che la risposta è che non c’era alternativa, ma nemmeno questa è un’alternativa, perché è come un concerto senza pubblico, un libro che non viene letto, un vestito che nessuno indosserà mai. Se proprio si ritiene che il ministro della Salute francese sia un mentecatto, visto che ha consentito la trasferta di tremila juventini a Lione, perché “nessun argomento scientifico e medico oggi ci porta a fermare gli eventi collettivi”, sarebbe stato comunque meglio rimandare tutto, per rispetto del gioco e ancor più degli abbonati e di chi ha già preso i biglietti (biglietti, tra l’altro, incredibilmente rimasti in vendita, almeno per Juve-Inter, anche dopo la decisione del governo di farla giocare a porte chiuse).

 

E siccome non ci facciamo mancare mai niente, quindi aggiungiamo l’ingiustizia allo sconforto, biglietti, e quote degli abbonamenti, rischiano di non venire rimborsati. Ci sono infatti dieci squadre di serie A (Atalanta, Brescia, Genoa, Inter, Juventus, Lecce, Roma, Sampdoria, Spal e Udinese), che hanno inserito delle clausole (che l’Antitrust ritiene vessatorie) dove si dichiara che non sono previsti rimborsi in caso di partite a porte chiuse. Clausole originate dal timore di chiusure dovute a motivi di ordine pubblico, e che invece oggi ricadono sulla testa di un numero enorme di tifosi per una situazione che non ha niente a che fare col calcio, e col tifo. Ma è nei momenti difficili che serve ottimismo, per cui speriamo in primo luogo che si ignorino le clausole e si rimborsino le persone, e poi che il fine settimana che ci aspetta, che resterà nella storia del calcio italiano come il più depresso di sempre, serva a far capire che i tifosi allo stadio non sono un corollario, un orpello, un accessorio, ma sono strutturali, e che sarà sempre molto meglio vedere una brutta partita in uno stadio pieno, che una bella in uno stadio vuoto.

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