Var Room al Moscow International Broadcast Center (foto LaPresse)

Va bene la nuova Var room, ma il problema è un altro

Quarantino Fox

Mancano ricambi per i “vecchi” fischietti che si preparano ad andare in pensione

L’Associazione italiana arbitri – o meglio, i suoi vertici – fa sapere con giustificata enfasi che dalla prossima stagione sarà creata a Coverciano una gigantesca Var room che ospiterà tutti gli addetti a passare al setaccio le partite di serie A. Niente più Var e Avar chiusi in uno stanzino allo stadio. Ora tutto sarà unificato, come accaduto ai Mondiali e come succede negli altri campionati che adottano lo strumento. Ne prendiamo atto, anche se non capiamo bene quale sarà il miglioramento che l’innovazione produrrà. Sarebbe forse più utile, però, concentrarsi su un altro problema che appare – fatte le dovute proporzioni – drammatico: la mancanza di ricambi per i “vecchi” fischietti che si preparano ad andare in pensione. Anni fa avevamo Rizzoli, Rocchi, Tagliavento, Orsato. Oggi abbiamo Rocchi e Orsato. Domani? Per far capire il “momento” è sufficiente ricordare che il derby di Milano sarà arbitrato da Marco Guida di Torre Annunziata. Lo stesso che ha diretto il derby di andata a ottobre. Non era mai accaduto prima. Non avere due fischietti in grado di portare a casa una partita del genere è grave. Il problema però non è del designatore poco coraggioso: Nicola Rizzoli ha provato a mischiare le carte, lanciando gli emergenti in sfide delicate. Il punto è che spesso questi hanno toppato clamorosamente (vedasi Abisso in Fiorentina-Inter. Secondo i beninformati la sua promozione a internazionale il prossimo gennaio era cosa fatta, ora chissà). Mancano le “vocazioni” o forse è un problema politico, che deriva dalla sciagurata idea di dividere gli arbitri di serie A e B, così da chiudere i canali comunicanti tra i due campionati? La risposta giusta è la seconda. Ma a nove anni di distanza da quell’atto scellerato che ha bloccato la crescita di talenti veri – che non mancano – non si è fato nulla. Se non assistere rassegnati all’impoverimento di quella che era la migliore classe arbitrale del mondo.

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