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Spoiler: il Foglio sportivo non è un giornale sportivo

Piero Vietti

Quattro pagine "totally unnecessary" per raccontare il calcio, e non solo, a modo nostro

Da sabato 18 agosto, in edicola con Il Foglio del weekend, c'è Il Foglio Sportivo. Quattro pagine settimanali interamente dedicate allo sport. Potete leggerlo qui. Di seguito l'editoriale di presentazione

 


 

Questo non è un giornale sportivo. Innanzitutto perché non uscirà tutti i giorni, ma una volta a settimana, ogni sabato e domenica, insieme al Foglio del weekend. In Italia ci sono già un sacco di quotidiani, settimanali, mensili, periodici e siti sportivi molto validi. Perché aggiungere carne al fuoco, dando sangue e vita a un’idea folle – un supplemento del Foglio dedicato allo sport – che frullava in redazione da diversi anni?

 

Per usare un’espressione barneyana (nel senso di Barney Panofsky), al Foglio abbiamo una vocazione innata a fare cose “totally unnecessary”. Allora, queste quattro pagine che state leggendo hanno come prima sconsiderata pretesa quella di essere totalmente non necessarie – entriamo pur sempre in punta di piedi in un mondo in cui ogni opinione su un rigore fischiato, le medaglie vinte, il trofeo alzato, sono sempre fondamentali e definitive.

 

In principio era il Foglin Sportivo, poi vennero i ritratti e le storie di Beppe Di Corrado, infine il tremendo “That win the best” di Jack O’Malley. Nulla di necessario, tutto fuori tempo massimo, fatto come piace a noi: dando uno sguardo laterale, se possibile poco scontato, talvolta cazzone e scorretto.

 

Essendo totally unnecessary faremo un po’ come ci pare. Liberi dall’analisi delle partite del giorno, dai record, dai luoghi comuni delle interviste a bordocampo, dai menu dei pranzi di Cristiano Ronaldo, dalle foto dei bomber su Instagram, dalla freddezza vuota dei big data, pubblicheremo lunghe interviste, ritratti di protagonisti talvolta secondari degli sport che amiamo, storie più o meno romantiche di chi lo sport lo vive al di là dei titoli da prima pagina.

 

Come Dino Buzzati, sappiamo che in fondo nello sport c’è “qualcosa di misterioso, di sacro, una specie di grazia, il segno di una potestà sovrannaturale”. E’ questo, diceva il grande scrittore, che “giustifica ciò che altrimenti sembrerebbe assurdo: che cioè persone ragionevoli e colte possano perdere la testa e agitarsi e urlare per un giocatore di calcio o un ciclista”.

Siamo piccoli e corsari, non faremo mai concorrenza a chi di sport scrive per mestiere da molto prima di noi. Proveremo, in modo totalmente non necessario, a indagare quel qualcosa di misterioso, a cercare quella grazia, e a riderne quando ci sarà da riderne.

 

Il primo numero è tutto dedicato al calcio, con la serie A che inizia oggi, ferita e mutilata dalla tragedia di Genova. Ma ci sarà il tempo e lo spazio di scrivere di molti altri sport. Lo faremo con firme a cui i lettori del Foglio sono affezionati e altre nuove – alcune le trovate già in questo primo numero, molte altre le scoprirete weekend dopo weekend.

Siamo fieramente totally unnecessary ma non così fuori dal mondo da avere perso il gusto per la notizia: ecco perché in questo numero – oltre a un bellissimo racconto della sua prima domenica senza radiocronaca firmato da Riccardo Cucchi – trovate la prima intervista a tutto campo sul Milan e la serie A del nuovo presidente rossonero, Paolo Scaroni, e un lungo ritratto di “Gigì” Buffon a Parigi firmato da Roberto Perrone, con una chicca su come l’ex capitano della Juve si è lasciato con i bianconeri. Sono quattro pagine dense, illustrate, disegnate, piene di rubriche vecchie e nuove, ma soprattutto totalmente non necessarie. Potete godervele in santa pace.

  • Piero Vietti
  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.