Il segreto del Barcellona di Guardiola era il Barcellona (nella foto LaPresse, l’allenatore del Manchester City indica ai propri giocatori la porta d’uscita della Champions League)

Pep sciò, il grande bluff di Guardiola

Jack O'Malley

Vincere il campionato tedesco con il Bayern Monaco lontano dalla Spagna è come vincere una gara di rutti con dei bambini delle elementari

Londra. Non è mai bello quando vincono i francesi, figurarsi quando sono delle fighette che vivono in un principato, ma devo confessarvi che l’eliminazione in Champions League da parte del Monaco non mi ha soltanto fatto soffrire. Ho tifato per i Citizens in ogni loro partita in Europa, ma fin da subito temevo che questo sarebbe stato l’anno della Grande Epifania. Così è stato, mercoledì scorso, il giorno del disvelamento al mondo di quello che su queste pagine scrivo da qualche anno almeno: il segreto del Barcellona di Guardiola era il Barcellona. Non uno degli allenatori più sopravvalutati degli ultimi anni, bravo giusto a vincere il campionato tedesco con il Bayern Monaco lontano dalla Spagna, che è come vincere una gara di rutti con dei bambini delle elementari.

 

Fuori dalla Champions e dalla lotta per il titolo in Premier League da settimane, al Manchester City è rimasta la Fa Cup come a un Van Gaal qualsiasi, ma pure lì potrebbe rimanere senza titolo, dato che nell’altra semifinale (Guardiola affronta l’Arsenal) c’è il Chelsea dell’affamato Antonio Conte. Pep è talmente confuso in questo periodo che ha salutato come “uno dei giorni più speciali della mia vita” il pareggio casalingo con il Liverpool di domenica: contando che i Reds hanno preso schiaffoni da molti quest’anno, e certamente non sono una squadra entusiasmante o imbattibile, la soddisfazione di Guardiola perché i suoi ragazzi sono riusciti a superare la “tristezza” dell’eliminazione europea dice molto del ridimensionamento di un allenatore considerato infallibile dio del calcio fino a poco tempo fa.

 


Sophie Rose è l’unico motivo adeguato per seguire il canale YouTube ChelseaFansChannel. Per la sua preparazione, la conoscenza degli schemi della squadra di Conte e per la sua passione sportiva, naturalmente


 

E’ il destino degli allenatori, vincenti o meno che siano: ne sa qualcosa Claudio Ranieri, che da quando è stato cacciato dal Leicester guarda quelle merde umane dei suoi ex giocatori battere chiunque in campionato, fare rimonte storiche in Champions League e si chiede perché è successo tutto ciò. Gelosie nello spogliatoio? I ragazzi allenati da Shakespeare adesso se la vedranno con l’Atletico Madrid, e molto probabilmente usciranno ai quarti di finale, salvando però – e come! – una partecipazione che avrebbe dovuto essere una semplice comparsata e si è invece rivelata essere molto di più. Spero che le Foxes vadano in semifinale, ma già tremo al solo pensiero di ciò che leggeremo in questo caso. Chi per qualche anno ancora difficilmente andrà così avanti in coppa sono le italiane, Juventus esclusa: da qualche stagione cadono lungo il percorso come morte, manco fossero giocatori del Napoli in area di rigore appena un avversario li sfiora.

 

E a proposito di Napoli, leggo che a Sarri non piace l’orario delle partite alle 12,30. Poco male: a noi non piacciono le sue tute (sicuramente l’allenatore dei partenopei non è una ragazza dell’est) ma continuiamo a fingere che siano simbolo di ruspantezza e genuinità. Qualcuno dovrebbe spiegare a Sarri, però, che se vuole che il suo presidente spenda più soldi per dargli una squadra all’altezza (magari senza spendere 25 milioni per un difensore panchinaro) vendere le partite all’estero è vitale: a quell’ora la Cina si collega e guarda i match di serie A. Pensate un po’ come sono messi male. Certo, se l’alternativa è seguire quella farsa di campionato che si ritrovano va bene tutto, anche la Ligue 1. Rifugio degli allenatori che in Europa falliscono, la Chinese Super League (ma cosa è, un super eroe asiatico?) sta per fare fuori Ciro Ferrara, che in Italia ha lasciato indelebili ricordi come allenatore, negli avversari. Lo Zamparini cinese che possiede la squadra guidata dall’ex difensore della Juve, il Wuhan Zall, è pronto a licenziarlo dopo appena due giornate. Se pensate che tutto ciò sia ridicolo aspettate di leggere come prosegue la storia: per prendere il suo posto si è offerto Walter Zenga.