That win the best
Mou del pianto
E’ triste e perfino tragico vedere Mourinho trasformarsi in Concita de Gregorio, quella del grido di dolore per i tedeschi “che non la smettono”, che infieriscono sul corpo inerme degli avversari brasiliani quando bastava limitarsi a vincere. La vera “humiliation” in questo caso non è perdere quattro a zero dalla propria ex squadra – dall’ex amore di una vita – ma abbassarsi a dire nell’orecchio ad Antonio Conte che non si esulta così tanto e così platealmente, non sul quattro a zero, ma non te lo ricordi quell’editoriale dolente su Repubblica? Vedere un allenatore che fa le pulci all’altro perché esulta e carica il pubblico è un momento basso della sportività, ché tutti sanno o dovrebbero sapere che si onora davvero l’avversario continuando a trattarlo come tale, attribuendogli più dignità di quella che si dà a un corpo morto.
Cartellino giallo inevitabile per Helen Flanagan, fidanzata di Scott Sinclair: da tempo gli arbitri non tollerano più le esultanze in cui ci si alza la maglietta per festeggiare
Ma questo è un vecchio vizio dello Special One: nel derby del 2009 sul quattro a zero ha dato l’ordine di non esagerare, provocando le lodi di Moratti che giocava a fare quello signorile, quando la signorilità nel calcio è tutto il contrario. Ora, si può pure arrivare a dire che il modo di esultare di Conte appartiene alle serie minori o al campo dell’oratorio, dove si andava al pomeriggio per sfogare le energie adolescenziali in eccesso, ma quella è questione di stile ed eleganza, non morale. Così come è una questione di stile la scelta di Buffon, che dopo una serata di grazia in mezzo a una serie di cappelle si leva i sassolini dalle scarpe, parla con tono da rivalsa, castiga i celebranti di funerali anticipati, insomma si comporta da barone del calcio in stile Totti, quello che quando ha qualche problema con l’allenatore ne parla al Tg1 invece che con l’analista o con un prete. Vedo che il portiere incline alla rivendicazione è stato anche incluso nella lista dei candidati per il Pallone d’Oro, la farsa che ancora non ho capito se ha migliorato la sua posizione ritornando dal regno dei burocrati del calcio a quello esclusivo dei giornalisti. In ogni caso non lo vincerà.