Colui che al Camp Nou, solo davanti al portiere, frantumò sul palo il passaggio al turno successivo della Champions League, colui che demoliva Ferrari e si spacciava per un altro, è cambiato.
Colui che al Camp Nou, solo davanti al portiere, frantumò sul palo il passaggio al turno successivo della Champions League, colui che demoliva Ferrari e si spacciava per un altro, è cambiato. Non sa ancora se vuole essere Weah o Henry, meglio sarebbe il primo, ma per ora è una certezza, se non una stella una stellina. E' grande e grosso come Balotelli, ma corre sei volte tanto, in lungo, in largo e più velocemente. Già a Torino si erano visti lampi, i soli nel naufragio, ora è stato epicentro e motore della gana, del furore agonistico. Ovviamente il furore non basta, fosse solo per questo saremmo il sottoprodotto inutile del calcio inglese: occorrono anche cervello e ragionamento, ordine e fantasia e improvvisazioni che illuminano, come quel colpo di tacco posteriore in giravolta che per poco non entrava. E’ dunque di buon auspicio l’evoluzione del bisteccone. Che con Aubameyang e El Shaarawy avrebbe fatto oggi una linea d’attacco devastante. Quanta poca pazienza con i ventenni. Quanta fretta di vendere per fare cassa. Quante crepe nel tuo vallo, Adriano.