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Editoriali

Extinction Rebellion e i cugini fessi italiani

Redazione

Gli ecoattivisti hanno rinunciato a fare danni, ma in Italia non lo sanno e imbrattano il Senato

Sarà forse che prendono poco l’aereo, per non contristare la loro eroina Greta Thunberg, o sarà forse che sono proprio disinformati persino dei fatti loro, ma i cinque fessi di Ultima generazione che oggi hanno imbrattato di vernice rossa i muri e le finestre di Palazzo Madama, convinti così di esprimere la loro disperazione climatica, sono così poco svegli da non essersi nemmeno accorti che il giorno prima, Capodanno, i loro ispiratori anglosassoni, insomma fessi di lingua inglese di Extinction Rebellion, avevano annunciato la rinuncia ai metodi fin qui praticati.

"We Quit", hanno scritto in un documento pubblico gli attivisti. E il motivo, la resipiscenza, non potrebbe essere più esplicito: “Tutti gli sforzi sono serviti a poco e niente. E dunque, è ora di cambiare”. “Quasi nulla è cambiato. Nonostante il nostro attivismo, le emissioni nocive continuano a crescere e la Terra ha accelerato la sua corsa verso l’autodistruzione”.

Non che rinuncino alle loro idee, sacrosante per quanto massimaliste e inutili a risolvere i problemi. Ma almeno segnalano di avere capito una cosa: “Dobbiamo continuare a essere radicali, ma con un approccio differente, che irriti meno i cittadini”. Perché i blocchi stradali (persino delle ambulanze), le operre d’arte imbrattate e danneggiate nei musei, hanno  dimostrato di non servire a nulla.

Ma i cugini poveri italiani, quelli di Ultima generazione appunto, non se ne sono accorti, forse travolti dalla “disperazione che deriva dal susseguirsi di statistiche e dati sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico”. Sta di fatto che oggi hanno fatto un altro inutile danno al patrimonio di tutti che non sposterà di una virgola la soglia di attenzione collettiva. Se invece di nutrirsi solo della loro ideologia iniziassero a riflettere, potrebbero cambiare idea, e abbandonare le più sceme, come i loro amici di XR.