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Se il vituperato Tik Tok a far tornare di moda i libri che nessuno si filava più

Marianna Rizzini

La strana storia di "The song of Achilles". E ora le case editrici si ispirano ai book toker

È la bestia nera dei genitori di ogni preadolescente, Tik Tok, il nemico presente anche se assente: anche quando, cioè, non si permette al figlio di avere un account e neanche di guardarlo, Tik Tok, se non dopo lunghe negoziazioni e con molti dubbi, tramite il cellulare degli amici più grandi. E, tra tutti i social, è contro Tik Tok che di solito ci si scaglia con più veemenza al momento di descrivere al figlio, mostrificandole, le conseguenze sul cervello che potrebbero derivare da un uso intensivo: rimbambimento, perdita di tempo, fantasia, personalità, obnubilamento dei gusti, rischio mimesi con dei (o delle) dementi intenti o intente a fare sfide, coreografie, mosse e smorfie.

 

Insomma: dici Tik Tok e una valanga di pensieri negativi ti sommerge. Eppure, incredibile a dirsi, giunge da Oltreoceano la notizia che Tik Tok, per mezzo della community e hashtag #BookTok, sta avendo un inatteso effetto sulla vendita di libri. Non solo: è capace, Tik Tok, di tirare fuori dall’oblio libri che nessuno leggeva, che nessuno leggeva più o che nessuno avrebbe mai pensato di leggere.

 

È successo per esempio qualche mese fa a un libro chiamato “It ends with us” di Colleen Hoover, pubblicato da Simon&Shuster e finito nel dimenticatoio dopo un exploit iniziale nel 2016, e improvvisamente balzato, quest’estate, a livelli mai raggiunti, tanto da superare, per il 2021, più di trecentomila copie vendute e la nomea di “libro dell’estate”, dopo anni di relativo nulla. La chiamano “reading renaissance”, dovuta all’immediatezza della recensione spontanea che un o una influencer può dare di un libro, magari facendosi vedere, su Tik Tok, appunto, in lacrime per la commozione o tranquillo a leggere un volume di cui magari la critica ufficiale a suo tempo ha detto tutt’altro. E ora anche la nota catena di librerie Barnes&Noble predispone scaffali in cui esporre i libri più popolari su Tik Tok. Ancora più incredibile è la storia del successo in differita di “The song of Achilles”, romanzo d’esordio della docente di antichità classica Madeline Miller, pubblicato nel 2011 da Bloomsbury Publishing. Una sorta di riscrittura del mito di Achille e Patroclo, con accento sull’identità di genere.

 

Nel 2013 il libro era arrivato in Italia, pubblicato da Sonzogno-Marsilio Editori. E se già allora era andato bene sia negli Usa sia in Italia, “The song of Achilles” nella primavera del 2021 è tornato in classifica sulle due sponde dell’oceano (in Italia previa ripubblicazione come tascabile nella Universale economica Feltrinelli). Ma, alla fine del 2020, gli ordini Amazon per il libro sono aumentati a dismisura, come per effetto di un potente passaparola. Prima sul web, poi, ondata di ritorno, su carta, con il libro riposizionato nella categoria “young adult”.

   

La stampa statunitense, indagando sul fenomeno, pensa possa essere merito di @moongirlreads, una “booktoker” con più di 150 mila follower che durante l’estate scorsa ha messo il volume in una lista di libri “che vi faranno piangere”. Da quel momento la prima opera di Madeline Miller diventa oggetto di centinaia di video in cui giovani lettori si ritraggono piangenti. Ma il libro non era all’inizio destinato a un pubblico di appassionati di letteratura classica? Sì, ma è come se, tramite il passaggio “BookTok”, avesse colpito un target diverso, sia dal punto di vista anagrafico sia culturale, per poi tornare al pubblico originario, perché a quel punto, con campagne mirate su quotidiani e riviste, il titolo è stato riportato all’attenzione di altri segmenti di lettori. E, attraverso la strana macchina del tempo di Tik Tok, è tornato a vivere come fosse uscito oggi, trascinando con sé nell’aspettativa di successo titoli simili (in via di pubblicazione). 

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.