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Il matrimonio in Italia piace solo se è uno show in tv

"Al pubblico interessa lo spettacolo, ma le nozze sono ormai percepite come ostacolo all'indipendenza", ci dice il sociologo Mario Abis

Claudia Casiraghi

Le richieste di separazione sono aumentate del 60 per cento, eppure i programmi sulle coppie che decidono di sposarsi continuano ad essere molto seguiti. Mario Abis ci spiega il successo dei docureality come Matrimonio a prima vista, da domani in onda con la nuova stagione

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L’Italia post-pandemica è l’Italia dei divorzi, un paese nel quale il lockdown ha pesato tanto da indurre un aumento del 60 per cento nelle richieste di separazione, dicono i dati diffusi dagli avvocati divorzisti. Poche coppie hanno retto al fastidio di una convivenza, coatta e interminabile. Gli amori sono finiti e i matrimoni, già esigui, hanno smesso di essere celebrati. Eppure, tra le file di un popolo che sembra avere in scarsa considerazione il vincolo coniugale, una comune passione ha cominciato a serpeggiare: quella per le nozze, altrui e televisive. Gli abiti "principeschi", le cerimonie sfarzose, le (difficoltose) dinamiche di coppia hanno trovato adeguata rappresentazione nei docureality. E tale è stato il successo da aver indotto Discovery +, neonata piattaforma streaming del Gruppo Discovery, ad inaugurare una nuova edizione di Matrimonio a prima vista, la sesta in Italia.

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L’Italia post-pandemica è l’Italia dei divorzi, un paese nel quale il lockdown ha pesato tanto da indurre un aumento del 60 per cento nelle richieste di separazione, dicono i dati diffusi dagli avvocati divorzisti. Poche coppie hanno retto al fastidio di una convivenza, coatta e interminabile. Gli amori sono finiti e i matrimoni, già esigui, hanno smesso di essere celebrati. Eppure, tra le file di un popolo che sembra avere in scarsa considerazione il vincolo coniugale, una comune passione ha cominciato a serpeggiare: quella per le nozze, altrui e televisive. Gli abiti "principeschi", le cerimonie sfarzose, le (difficoltose) dinamiche di coppia hanno trovato adeguata rappresentazione nei docureality. E tale è stato il successo da aver indotto Discovery +, neonata piattaforma streaming del Gruppo Discovery, ad inaugurare una nuova edizione di Matrimonio a prima vista, la sesta in Italia.

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Lo show, la cui stagione precedente si è conclusa nel novembre scorso, verrà rilasciato online il 19 gennaio, con tre nuove coppie e altrettante nozze da celebrare in epoca Covid-19. Chi siano i concorrenti, scelti con precisione certosina tra cinquemila aspiranti mariti e mogli, non è stato detto. Ma, nello stesso paese nel quale i matrimoni reali non sono (più) considerati prioritari, quelli fittizi hanno assunto un valore quasi sacrale. Cosa, questa, che Mario Abis – tra gli esperti dello show Discovery – dice non avere nulla a che vedere con l’istituto del matrimonio. "Il successo di Matrimonio a prima vista è dovuto alla sintesi di elementi diversi, che non hanno necessariamente a che fare con il matrimonio in sé e per sé. Da una parte, esiste il coinvolgimento dello spettatore all’interno del giallo, di una narrazione in cui la suspense rende difficile prevedere la fine. Dall’altra, esiste il coinvolgimento per il profilo di un personaggio, che prevale sul tipo di relazione che questi si trova a vivere e sull’esito di questa relazione. Dall’altra ancora, esiste il contesto: noi cerchiamo di mettere insieme contesti che possono essere contigui o opposti, e questa rappresentazione visiva del matrimonio, il modo in cui una coppia vive e fa, prende molto", spiega Abis, sociologo prima che analista dello show. "Ad interessare, non è, dunque, il matrimonio come traguardo, perché mi voglio sposare anch’io. Ad interessare, è la reazione che si ha di fronte a questa provocazione. Siamo nel pieno dello spettacolo e il matrimonio assume importanza solo in quanto sistema mediatico".

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Secondo Abis, affiancato nello show dalla sessuologa Nada Loffredi e dallo psicoterapeuta Fabrizio Quattrini, non ci sarebbe alcun difetto logico nell’equazione che, al calo di matrimoni, associa la crescita del genere televisivo. Le nozze, così come lo spettacolo le ha interpretate, sono un gioco: il pretesto per ritrovare "pezzi della propria realtà" nella vita altrui, per identificarsi in meccanismi comportamentali, assolutamente compatibili con l’indifferenza endemica che il matrimonio, quello reale, porta con sé. "Da tempo, è in atto un processo di secolarizzazione della società", continua Abis, "Ci sono problemi, economici e non, e sposarsi costa. E c’è il ruolo della donna, che sta crescendo e si sta emancipando, diventando sempre più un soggetto decisore all’interno della coppia. L’Italia sta uscendo da una società familista per entrare in un sistema dove l’elemento del singolo persa in maniera significativa sulla struttura della popolazione. Il matrimonio, un tempo rifugio rispetto alla solitudine, oggi pare di ostacolo all’indipendenza, all’individualismo". E poco importa non ci sia alcun impedimento nel conciliare una vita coniugale sana con un altrettanto sana vita professionale e individuale. "Si è ormai imposta la deformazione di alcuni, secondo cui per essere emancipati è necessario essere soli. L’Italia è molto indietro dal punto di vista della parità di genere, ma l’emancipazione è strettamente correlata al potere e questo ritardo ha prodotto un modello di relazione inefficace. Il nuovo ruolo della donna, più forte e indipendente, avrebbe dovuto portare al raggiungimento di un nuovo equilibrio, che, però, non è stato ancora trovato", con risultati disastrosi per la vita di coppia, dentro e fuori la televisione.

 

Matrimonio a prima vista, benché osannato dal pubblico, non ha avuto esiti positivi. Delle coppie scelte dagli esperti sulla base di criteri scientifici, poche hanno deciso di rimanere sposate. E le ragioni sarebbero da ricercarsi negli stessi meccanismi che, in pandemia, hanno portato all’esplosione dei divorzi. "L’elemento fondante della rottura è l’impossibilità di vivere in uno stesso luogo, con valori e regole condivise. Oggi, non esiste più l’amore come estraneazione dal mondo di appartenenza, quel sentimento così forte da poter diventare esclusivo, azzerando la socializzazione. Il tema del contesto è diventato fondamentale: deve essere favorevole perché una coppia possa funzionare". Significa, questo, che i poli di una relazione devono essere disposti a condividere una stessa dimensione sociale: luoghi, amici, rapporti. "Ma, molto spesso, accade che uomini e donne che stanno insieme abbiano socialità differenti, elemento che porta alla rottura". Non solo della reciprocità affettiva. "L’incapacità di condividere non è data da egoismo, ma da narcisismo, che è la malattia endemica della nostra epoca, indotta certamente dal sistema dei media e del digitale, dalla rappresentazione dell’io social. Si è diffusa l’idea di potersi rappresentare in chiave di potere" e quest’idea, come un tarlo, ha eroso tutto, portando (anche) alla "degenerazione della politica americana con il trumpismo".

 

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L’uomo e la donna hanno preso a sentirsi migliori l’uno dell’altro. E l’autorappresentazione del singolo ha portato ad un conflitto tra il reale e percepito. "MatrixW", lo chiama Abis, puntando il dito contro chi, tra vecchi e nuovi concorrenti, ha creduto di poter appagare il proprio ego con Matrimonio a prima vista. "Nicole Soria, nella passata edizione, ci è sfuggita, ma noi riusciamo sempre a smascherare chi si candida allo show perché attratto dalle logiche televisive".

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