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La scomparsa di Kenzo a 81 anni per covid

Lo stilista concettuale senza noia. Ecco com'era Kenzo nel ricordo di Antonio Marras

Fabiana Giacomotti

Lo stilista sardo ricorda il designer giapponese di cui è stato direttore creativo per otto anni: "Sapeva coniugare Occidente e Oriente come nessuno. Ed era divertentissimo"

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 “Kenzo era il più occidentale degli stilisti giapponesi che vivevano e lavoravano in Europa. E’ anche quello che sapeva coniugare il massimo del rigore intellettuale con una leggerezza e una giocosità del tutto sconosciuta ad altri, pensa a Issey Miyake o, soprattutto, a Rei Kawakubo di Comme des Garçons. E’ stato anche il primo a lanciare una moda democratica ancora alla fine degli Anni Settanta: ricordi Jungle Jap? A Milano la boutique era in via sant’Andrea, non ancora “quadrilatero della moda”?”.

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 “Kenzo era il più occidentale degli stilisti giapponesi che vivevano e lavoravano in Europa. E’ anche quello che sapeva coniugare il massimo del rigore intellettuale con una leggerezza e una giocosità del tutto sconosciuta ad altri, pensa a Issey Miyake o, soprattutto, a Rei Kawakubo di Comme des Garçons. E’ stato anche il primo a lanciare una moda democratica ancora alla fine degli Anni Settanta: ricordi Jungle Jap? A Milano la boutique era in via sant’Andrea, non ancora “quadrilatero della moda”?”.

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Antonio Marras non riesce a smettere di parlare; volessimo utilizzare una di quelle locuzioni banali da pezzo di cronaca diremmo che è “un fiume in piena”. Affastella dettagli, ricordi; collaziona episodi di vita come i patchwork di cui Kenzo rivestì l’Europa ma anche l’Italia che usciva dagli anni di piombo e aveva un disperato bisogno di allegria e di profumo: noi che superiamo i cinquanta eravamo giovanissimi quando i muri delle città si riempirono dello slogan “Kenzo, ça sent beau” e di una cascata di fiori colorati, peonie soprattutto, rose e rosse, e del simbolo della tigre.

 

La notizia della morte di Kenzo Takada all’American Hospital di Neuilly sur Seine per Covid, a 81 anni, ha raggiunto Marras pochi minuti fa, ed è stato un grande dolore. Per otto anni, dal 2003 al 2011, Marras è stato direttore creativo della maison Kenzo, scelto da Concetta Lanciaux, la prima e più potente direttrice risorse umane del gruppo Lvmh, che aveva acquisito il marchio nel 1993 da François Beaufumé.

 

 

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(foto sfilate Kenzo degli "anni Marras")

 

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Per qualche anno, a fasi alterne, lo stilista giapponese, nato a Tokyo e lì diplomato presso la scuola di moda Bunka Gaken, era tornato ad occuparsi del proprio marchio, lanciato alla fine degli Anni Sessanta, lasciandolo definitivamente proprio all’arrivo di Marras. “I vertici del gruppo non volevano che ci incontrassimo”, racconta Marras, che ormai mescola l’attività artistica a quella stilistica, dalla “sua” Sardegna, dove sta sviluppando una collezione di pochi capi sartoriali, adattabili e modellabili su misura e in una gamma di tessuti artigianali grazie all’accordo con un laboratorio locale, che presenterà il prossimo febbraio sartoria locale: “Insistetti molto, anche perché ritenevo doveroso ascoltare i pensieri di un uomo che, come già conoscevo ma avevo approfondito molto esplorando il suo archivio, aveva una capacità unica di trarre ispirazione dalla storia dell’arte occidentale e giapponese per creare forme e disegni unici”.

 

 

Kenzo, aggiunge, “era anche stato uno dei primi stilisti a scegliere la spettacolarizzazione della moda, a rappresentarla con show fantastici, trasformando le modelle in danzatrici, portando gli elefanti in scena”. Certo, qualcosa di molto diverso dalla sfilata allestita all’Institut National des Jeunes Sourds proprio nelle ore in cui Kenzo si spegneva da Felipe Oliveira Baptista, attuale direttore creativo di Kenzo, che ha portato in passerella una lunga serie di cappelli coperti di tulle che, forse, volevano guardare all’iconografia classica del Giappone e forse alla Belle Epoque occidentale, ma riuscivano sommamente noiosi. “Ricordo ancora l’ultima volta che ci siamo visti, al matrimonio di Sonia, la figlia di Deanna Ferretti Veroni a Reggio Emilia (come tutti, Kenzo aveva iniziato a produrre maglieria in Emilia, e Miss Deanna è stata per una lunghissima stagione il punto di riferimento della moda europea. Attualmente è centro studi e modateca, ndr): finita la festa, ci buttammo in piscina in mutande”.

 

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