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“Non ci arrenderemo mai”. E Charlie Hebdo ripubblica le vignette su Maometto

Giulio Meotti

L'ultima vignetta di Maometto pubblicata dal settimanale era apparsa cinque anni fa sulla copertina del numero successivo alla strage. La ripubblicazione è anche un messaggio a chi voleva un Charlie addomesticato

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“Non ci arrenderemo mai”. A ridosso del processo sulla strage dei colleghi giornalisti e vignettisti il 7 gennaio 2015 al numero 10 di Rue Nicolas-Appert, XI arrondissement di Parigi, Charlie Hebdo ripubblica le vignette su Maometto sotto il titolo “Tout ça pour ça” (tanto rumore per nulla).

  

“Ci è stato spesso chiesto di pubblicare altre vignette di Maometto”, scrivono. “Ci siamo sempre rifiutati di farlo, non perché sia proibito, la legge ce lo permette, ma perché ci serviva un buon motivo per farlo, un motivo che avesse senso e che portasse qualcosa al dibattito”.

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L'ultima vignetta di Maometto pubblicata dal settimanale era apparsa cinque anni fa sulla copertina del numero successivo alla strage e che aveva venduto otto milioni di copie. Mostrava il Profeta dell’Islam accompagnata dal titolo “Tutto è perdonato”.

 

Charlie è ancora Charlie, si erano domandati in tanti dopo il massacro nella redazione? Oggi si può dire di sì. La ripubblicazione è anche un messaggio rivolto a chi voleva un Charlie addomesticato, mansueto: “Ieri abbiamo detto fanculo a Dio, all'esercito, alla Chiesa, allo Stato. Oggi dobbiamo imparare a dire fanculo alle associazioni tiranniche, alle minoranze ombelicali, ai blogger che ci schiaffeggiano come maestre di scuola”.

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