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Angoscia da influencer

Michele Masneri

In quarantena le star di Instagram sono ridotte male. E così abbiamo riscoperto i vip della “vecchia tv”

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Non sono considerati inopinatamente categorie essenziali, non riceveranno neanche i 600 euro, anzi forse dovranno pagare pure patrimoniali, secondo la vulgata che vuole l’inessenziale a finanziare l’essenziale (capitanata dall’economista Mariana Mazzucato). Intanto stanno chiusi in casa, in una crisi creativa che li attanaglia: sono tempi durissimi per gli influencer

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Non sono considerati inopinatamente categorie essenziali, non riceveranno neanche i 600 euro, anzi forse dovranno pagare pure patrimoniali, secondo la vulgata che vuole l’inessenziale a finanziare l’essenziale (capitanata dall’economista Mariana Mazzucato). Intanto stanno chiusi in casa, in una crisi creativa che li attanaglia: sono tempi durissimi per gli influencer

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Tommaso Zorzi, star ventenne già protagonista di “Riccanza”, ciondola tra casa sua e quella della madre: le ha provate tutte, canzoni, video, adesso balla in balcone, si ubriaca, fa amicizia col vicinato, dà lezioni di sesso orale, porta giù il cane. Paolo Stella, star milanese del fashion, ha lanciato #sweetquarantine, gara o contest o palinsesto con attività sportive e interviste, e però è spento, sembra aver perso il tocco magico. Poi certo ci sono i Ferragnez, con le loro donazioni e mobilitazioni miliardarie, ma loro non sono più influencer, sono un mondo a parte, sono una specie di royal family (e però mancano i momenti di aggregazione in esterna, con gli altri senior member, la mamma anche lei influencer; o la sorella Valentina Ferragni, che adesso solitaria si fa le foto col pigiamone, e non emana gran voglia di vivere).

 

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Il problema è che fare gli influencer ci pareva l’esperienza più digitale che ci fosse, in realtà è saltato fuori che è molto fisica: non potendo uscire di casa, non potendo andare a scroccare in prestigiosi alberghi che hanno tutto sbarrato in attesa forse di riaprire con termoscan e paratie di plexiglas, si perde tutto il magico. Come sosteneva il costituzionalista e massimo teorico della monarchia inglese, Walter Bagehot, la casa reale deve rimanere buia, la luce non deve penetrarvi, perché se si accendono le luci scomparirà il mistero, che è alla base della regalità. Per gli influencer è il contrario: non essendovi (da mo’) alcun mistero, avendo instagrammato qualunque momento della loro esistenza domestica, si godeva semmai a vederli nelle loro esistenze straordinarie fuori di casa; o comunque in case-palcoscenico truccati e imbellettati a scartare pacchi dono come emiri: certo non volevamo davvero vederli soffrire come noi. Anche perché l’influencer chiuso in casa non è come noi: è peggio di noi, si incupisce, si imbruttisce, non potendo ricorrere a parrucchieri e personal trainer. La mancanza di fashion week e design week e saloni e controsaloni elimina poi tutta la morfologia della fiaba dell’influencer, quei momenti e “photo opportunities” che garantivano una scansione della vita solo sognata o sognabile: l’uscita di casa, la scelta dell’outfit, la salita in auto (sponsorizzata); il red carpet affollato prima dell’evento (pericolosissimo); il ricevimento e l’esposizione degli omaggi (ritardati, e semmai da mettere a decontaminare); la cena con centrotavola torreggianti floreali (che saranno malvisti come ricettacoli di germi). Tutto insomma ormai vietato e dimenticato; certo rimane l’Instagram del pane, esploso durante la quarantena, ma è un altro settore, ci sono già le sue star consolidate, ha barriere all’ingresso (servono manualità, e un buon forno).

 

E così l’influencer generalista con la quarantena soffre, soffre anche a causa della sua scarsa adattabilità e, diciamola tutta, scarsa resilienza. Anche perché nel frattempo i cosiddetti vip, personaggi anche bolliti analogici della “vecchia” tv, chiusi in casa non si sono arresi ma invece si sono scatenati e hanno inventato format magari semplici ma avvincenti; Jo Squillo con i suoi sgangherati dj set sul terrazzo intrattiene tra i manichini; Sandra Milo vestita da zingara rilascia profezie in rima; Caterina Balivo insieme al marito scrittore-finanziere fa book club tipo Oprah Winfrey de’ noantri; Asia Argento mette musiche techno sul terrazzo insieme alla figlia. A scendere, altri vip bolliti o non bolliti tengono botta con dirette Instagram in una specie di auto-ripescaggio instagrammatico che non avrebbero mai sperato. Del resto, chi ha passato una vita tra Rai e riunioni clandestine da Settembrini e Cologno Monzese, chi è stato barricato anni nei bunker brutalisti di Saxa Rubra, in attesa di ingaggi o di un cenno del capostruttura, non si fa certo spaventare da una vacanza forzata: anzi lì vien fuori la vera tempra e la cazzimma. Chiusi come l’impiegato Rai nella “Terrazza” di Scola, spremuti da metrature non sempre generose, i vip del teleschermo adesso sotto pressione danno il meglio: nel frattempo per i “veri” influencer non si sa quando arriverà la ripartenza: e per loro non si prevede neanche uno straccio di task force.

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