MacKenzie Tuttle e Jeff Bezos

Spunta Trump (a mezzo stampa) nel divorzio dell'anno, quello dei Bezos

Simonetta Sciandivasci

L’amante del ceo di Amazon sul National Enquirer e la questione del patrimonio

Roma. Spunta fuori Trump quando non s’è ancora avuto il tempo di godersi la bomba (potenziale) del divorzio dell’anno, quello di Jeff Bezos e MacKenzie Tuttle, e cioè che la signora potrebbe diventare la donna più ricca del mondo e lui smettere d’essere il più ricco di tutti – simbolicamente il fatto ha tutto un suo dire sul gender gap e su come matrimoni e divorzi siano ancora, per le donne, il solo mezzo certo per ribaltarlo a proprio favore. Martedì, Bezos, ceo di Amazon e proprietario del Washington Post e titolare di un patrimonio personale stimato intorno ai 137 miliardi di dollari, annuncia su Twitter che lui e sua moglie, dopo un po’ di tribolazioni e tentativi per evitarlo, hanno deciso di continuare a condividere da amici la loro vita (25 anni insieme, 2 figli, lui addetto al lavaggio dei piatti). Una separazione consensuale, niente lampadari addosso, minacce, querele, squadre di avvocati pronti a scatenare l’inferno. E tutti gli altri (noi, voi) a far conti, molto meno che a chiederci come sia potuto succedere anche a loro, persino a loro, che insieme sono diventati ricchi per sempre e che, soprattutto, hanno alle spalle una storia d’amore bella, solida, semplice. Questa: si sposarono 4 anni prima che Amazon nascesse e sei mesi dopo essersi conosciuti, lei aveva 23 anni e faceva la scrittrice, si innamorò di lui sentendolo ridere, per un giorno intero, nella stanza accanto alla sua – lavoravano nello stesso ufficio, settore finanziario. I conti, invece, sono questi altri: si divideranno l’intero patrimonio, perché non hanno mai firmato contratti prematrimoniali (imparate, impariamo, impari un po’ anche Pillon) e la legge dello stato di Washington, dove vivono, prevede il cinquanta e cinquanta. Giovedì, Repubblica scriveva che a MacKenzie non converrà spogliare il marito dei suoi beni, visto che la crescita di Amazon è legata soprattutto a lui.

 

Poi, però, è venuto fuori che la ragione del divorzio potrebbe essere la più antica del mondo e cioè una terza incomoda. Bezos avrebbe un’amante e ce l’avrebbe da un po’. Ed è qui che spunta fuori Trump, perché la notizia è stata diffusa dal National Enquirer, proprietà del gruppo America Media, dell’editore David Pecker, molto vicino al presidente. La relazione clandestina andrebbe avanti da 8 mesi e da 5 sarebbe stata intercettata dai giornalisti dell’Enquirer: la presunta amante è Lauren Sanchez, moglie di Patrick Whitesell, un agente di Hollywood molto influente, nonché amico di Bezos. Vero o no che sia, il retroscena potrebbe compromettere i piani amicali dei due divorziandi perché, dal lato della moglie – che in questa storia ha il manico del coltello – la pace fredda è facile da mantenere se e solo se tutto il mondo non pensa a lei come vittima di un marito stronzo (a Hillary Clinton non è mai stato perdonato d’aver perdonato Bill). L’assetto societario di Amazon è legato (anche) alle imprevedibili conseguenze dell’amore tradito di una donna molto fedele e devota. E che Trump puntasse a questo non è peregrino, visto che tra lui e il Washington Post (cioè Bezos) non è mai corso buon sangue (decine di volte, negli ultimi due anni, s’è letto di materiale compromettente riguardante Trump che il WP avrebbe a disposizione).

 

Trump ha sempre reagito alla sua maniera, con qualche tweet derisorio, ma magari, nel frattempo, si ricordava di quel cameo della sua ex moglie, Ivana, quando alla fine di “Il Club delle Prime Mogli”, un film dove tre mollate riducono in mutande i rispettivi mariti, dice: “Non prendetevela, prendetevi tutto”.

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