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Derive superstiziose

Almeno il green pass terrà i genitori alla larga dalla scuola

Antonio Gurrado

L’agitato rientro in classe, tra prof “no crux” e panopticon antibullismo. Un rifiuto irrevocabile dell’idea che l'Istruzione serva a formare menti e non cuori

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Inizia la scuola e già non mi sento tanto bene, per via di alcune storie che lasciano presagire il peggio con largo anticipo sul consueto. Prendiamo la sentenza della Cassazione sul crocifisso in aula, che da un lato non lo giudica discriminatorio, dall’altro però obbliga gli istituti a trovare una soluzione condivisa al riguardo – oltre al consiglio d’istituto e al collegio docenti, bisognerà aspettarsi che i presidi convochino anche l’occasionale concilio sulla Trinità. Ma il dettaglio diabolico sta piuttosto nel caso che il docente da cui è partita la querelle sul crocifisso (lo toglieva dal muro all’inizio di ogni ora di lezione) non solo sostenga l’Unione Atei Agnostici Razionalisti ma militi anche nei Cobas: in questi giorni si è molto speso contro il green pass, specificando di non essere un No vax ma accusando il governo di utilizzare il qr code “per coprire una indecente politica di assenza dalla scuola pubblica” e di perseguire “la strategia del capo espiatorio, cioè dello scontro tra i lavoratori”, rivendicando che i soldi non vadano dati “ai padroni, ai soliti noti” ma “spesi per i beni comuni”.

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Inizia la scuola e già non mi sento tanto bene, per via di alcune storie che lasciano presagire il peggio con largo anticipo sul consueto. Prendiamo la sentenza della Cassazione sul crocifisso in aula, che da un lato non lo giudica discriminatorio, dall’altro però obbliga gli istituti a trovare una soluzione condivisa al riguardo – oltre al consiglio d’istituto e al collegio docenti, bisognerà aspettarsi che i presidi convochino anche l’occasionale concilio sulla Trinità. Ma il dettaglio diabolico sta piuttosto nel caso che il docente da cui è partita la querelle sul crocifisso (lo toglieva dal muro all’inizio di ogni ora di lezione) non solo sostenga l’Unione Atei Agnostici Razionalisti ma militi anche nei Cobas: in questi giorni si è molto speso contro il green pass, specificando di non essere un No vax ma accusando il governo di utilizzare il qr code “per coprire una indecente politica di assenza dalla scuola pubblica” e di perseguire “la strategia del capo espiatorio, cioè dello scontro tra i lavoratori”, rivendicando che i soldi non vadano dati “ai padroni, ai soliti noti” ma “spesi per i beni comuni”.

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Non mi è chiarissimo come si possa essere Razionalisti con la maiuscola e contrari al green pass, a meno di non essere anche Agnostici sul vaccino. Dalla sfilza di luoghi comuni benaltristi infilata sul tema dal professore “no crux”, una tiritera di vuote formule rituali, traggo il sospetto che si tratti di inconsapevole deriva superstiziosa; confermata anche dal dettaglio che, togliendo il Crocifisso, pare che il docente in questione appendesse invece un quadretto col frontespizio della Costituzione, tracimando nel totemismo e nell’idolatria.

 

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Intanto uno studente di Lecce è stato selezionato fra i migliori cinquanta studenti del mondo – sono i finalisti del Global Student Prize – per aver creato una rete antibullismo cui hanno aderito ducentocinquanta classi in tutta Italia. Funziona così: in ogni classe uno studente e una studentessa diventano “bulliziotto” e “bulliziotta”, con compiti di sorveglianza; viene aperta una cassetta postale, anche virtuale, per denunce anonime; viene esposto sull’aula “un bollino verde quando la classe è debullizzata”. Gli intenti sono commendevoli ma traspare una cieca adesione al sorvegliare e punire, con l’individuazione di studenti privilegiati (un tempo gli odiosi capiclasse, i prefetti di disciplina), il ricorso alla delazione e addirittura l’affissione di un segnacolo dalla valenza etica, obbrobrio pressoché dittatoriale. Chissà cosa ne pensano i prof che manifestano contro il green pass. 

 

Fatto sta che questo Global Student Award viene assegnato non per l’impegno o il talento dello studente ma per il suo “impatto positivo sulla comunità”. È un rifiuto irrevocabile dell’idea che la scuola serva a formare menti e non cuori, che debba trasmettere sapere anziché bon ton, e preconizza un futuro con soli voti di condotta e senza manuali né interrogazioni. Infatti i giornali segnalano, come ultime letture di questo diciannovenne che vagheggia il panopticon, Topolino e Geronimo Stilton. Sarò un uomo agitato ma mi preoccupa anche che il Global Teacher Award abbia selezionato come miglior docente italiano il prof di un istituto tecnico che con gli alunni ha inventato il casco da moto con le frecce integrate e il carrello da spesa che si spinge da solo: tutte cose utilissime ma che testimoniano, da parte della giuria mondiale, un’idea della scuola miseramente pragmatica, in cui l’astrazione e la cultura fine a se stessa saranno eliminate.

 

Colpo di grazia, la formula magica “ulteriore aggravio per il personale scolastico”, che circola a margine dell’estensione del green pass a chiunque entri a scuola, genitori compresi. Tutti che si lamentano perché devono svolgere una mansione in più rispetto allo scorso anno, e magari anche imparare a scannerizzare un qr code, roba da matti. E nessuno che esulti perché, forse, finalmente abbiamo trovato modo di tenere i genitori alla larga dalla scuola.

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