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il ministro Azzolina dalla parte degli studenti

La protesta anti Dad rovescia il paradigma docenti vs studenti

Zingaretti rigorista sulle riaperture: sia chiaro che possono aumentare i contagi

Marianna Rizzini

Soltanto Toscana, Valle d'Aosta e Abruzzo riaprono le superiori. In piazza alunni e professori, per un giorno a computer spenti. Il ministro: "La Dad non può più funzionare"

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I computer spenti, a Roma e a Milano, come “chi, con la Dad, si sta spegnendo”. La distesa colorata di zaini per terra a Parma e a Rimini. Il preside di Bari che vuole fare lezione in un supermercato, perché l’ha visto pieno di studenti orfani delle aule. E la parola d’ordine generale informale che ricorre da Nord a Sud: “Fateci rientrare in sicurezza”. E’ quello che hanno detto oggi gli studenti medi delle Regioni che dovevano rientrare in presenza al 50 per cento il 7 gennaio, in base all’accordo governo-Regioni del 23 dicembre, e che invece dovranno aspettare chi una, chi due, chi tre settimane, a parte Toscana, Valle D’Aosta e Abruzzo.

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I computer spenti, a Roma e a Milano, come “chi, con la Dad, si sta spegnendo”. La distesa colorata di zaini per terra a Parma e a Rimini. Il preside di Bari che vuole fare lezione in un supermercato, perché l’ha visto pieno di studenti orfani delle aule. E la parola d’ordine generale informale che ricorre da Nord a Sud: “Fateci rientrare in sicurezza”. E’ quello che hanno detto oggi gli studenti medi delle Regioni che dovevano rientrare in presenza al 50 per cento il 7 gennaio, in base all’accordo governo-Regioni del 23 dicembre, e che invece dovranno aspettare chi una, chi due, chi tre settimane, a parte Toscana, Valle D’Aosta e Abruzzo.

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Sono scesi in piazza, gli studenti, davanti alla Prefettura di Roma, davanti al Miur, davanti ai portoni degli istituti chiusi, in alcuni casi (sempre a Roma) a Villa Borghese, Villa Torlonia, nelle vie della Garbatella. Chi per fare lezione all’aperto, chi per girare un cortometraggio. Ma il paradigma è completamente rovesciato rispetto all’immaginario della protesta scolastica per come è stata vissuta da quelli che a scuola, ogni autunno, hanno visto scene, se non da contestazione anni Sessanta-Settanta, da “Come te nessuno mai”, primo film di Gabriele Muccino ambientato in un liceo, sfondo di un romanzo di formazione adolescenziale fatto di aule fumose e gremite e cortili pieni di megafoni da cui diffondere, senza mascherina, parole e canzoni, e da cui lanciarsi sguardi e in cui autogestirsi. Ma oggi i professori – che un tempo, durante i giorni di protesta, figuravano come isolati esemplari necessari ad animare le lezioni alternative a quelle ufficiali o come portavoce presso la Presidenza (di solito arcigna) – sono dalla parte degli alunni. E gli alunni, colmo dei colmi rispetto al paradigma classico, manifestano con parole che li mettono per forza di cose, nonostante gli slogan davanti al Miur (“Conte, Azzolina e Zingaretti nemici degli studenti”), dallo stesso lato del ministro dell’Istruzione, un tempo bersaglio principe di critiche. E ieri Lucia Azzolina, ministro m5s, ha ribadito il concetto del giorno precedente: “La Dad va bene se è a tempo, ora non può più funzionare”. E per quanto gli studenti si sforzassero di differenziare le parole d’ordine a seconda del luogo – un conto è manifestare fuori dal liceo per tornare in aula in sicurezza, un conto additare davanti al ministero additando una serie di responsabili – il ministro veniva collocato dai detrattori nel campo dei manifestanti, vista la sua versione dei fatti: non vogliamo fare polemica, ma sta emergendo un malessere tra chi non segue da mesi le lezioni in presenza; c’è il rischio dispersione, avevamo raggiunto un accordo.

 

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Alleato critico appariva anche il Pd di Nicola Zingaretti: il segretario del Pd e governatore del Lazio, infatti, proprio oggi si dilungava sul tema scuola, su una linea opposta a quella di Azzolina, sebbene premettendo “non ci dividiamo, tutti vogliamo che riapra”. E però alludeva ai “mesi” di lavoro di contenimento ancora davanti, ed esprimeva un pensiero rigorista: “La curva non si è arrestata. Anzi è in aumento. Deve essere chiaro che l’apertura in presenza delle scuole porterà a un ulteriore aumento della curva ed è molto probabile che presto molte aree torneranno in zona rossa. Quindi nuovi contagi, nuovi ricoveri, terapie intensive piene e aumento delle morti degli esseri umani. Non è un caso che abbiano riaperto le Regioni con alle spalle mesi di dure chiusure. Questo deve essere ben chiaro a tutti e a tutte, senza ipocrisie o silenzi…i membri del governo che intervengono senza offrire soluzioni non si rendono conto che in primo luogo danneggiano il Governo di cui fanno parte”. E la concordia sulla scuola si faceva cangiante, come i giorni delle riaperture.

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