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La chiusura delle scuole in Puglia fa litigare tutto il governo

Lopalco definiva lo stop alle lezioni come "ultima ratio" solo quindici giorni fa. Per il ministro dell'Istruzione si continuano a scaricare sugli studenti i ritardi nel sistema dei trasporti e dei tracciamenti

Valerio Valentini

Azzolina contro Emiliano. Il Pd contro Azzolina. Il ministro dell'Istruzione condanna l'ordinanza del governatore. Ma Orlando e Franceschini difendono la stretta. Intanto a Viale Trastevere si valuta l'impugnazione

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Azzolina contro Emiliano. Orlando (e Franceschini) contro Azzolina. Bellanova contro tutti. Mezzo governo in cortocircuito per la decisione della Puglia di chiudere le scuole. La decisione è stata annunciata ieri sera, dallo stesso presidente Michele Emiliano: “Da venerdì 30 ottobre 2020 – ha dichiarato il governatore – è sospesa l’attività didattica in presenza nelle scuole pugliesi di ogni ordine e grado”. Una scelta che non ha colto del tutto di sorpresa il ministero dell'Istruzione, che da giorni riceveva segnali di fumo dai suoi uffici pugliesi. Semmai è stata la tempistica, a sorprendere Lucia Azzolina, che già ieri, in serata, tratteneva a stento il suo malcontento. 

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Azzolina contro Emiliano. Orlando (e Franceschini) contro Azzolina. Bellanova contro tutti. Mezzo governo in cortocircuito per la decisione della Puglia di chiudere le scuole. La decisione è stata annunciata ieri sera, dallo stesso presidente Michele Emiliano: “Da venerdì 30 ottobre 2020 – ha dichiarato il governatore – è sospesa l’attività didattica in presenza nelle scuole pugliesi di ogni ordine e grado”. Una scelta che non ha colto del tutto di sorpresa il ministero dell'Istruzione, che da giorni riceveva segnali di fumo dai suoi uffici pugliesi. Semmai è stata la tempistica, a sorprendere Lucia Azzolina, che già ieri, in serata, tratteneva a stento il suo malcontento. 

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E siccome la notte non ha evidentemente portato consiglio, stamattina la ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova, esponente pugliese di Italia viva, ha tuonato contro Emiliano. "La chiusura della scuola è un problema enorme, la scelta della Puglia è scellerata. Credo che il governo debba impugnare queste delibere, la scuola non è fonte della diffusione del Covid: bisogna affrontare il problema dei trasporti". E in effetti a Viale Trastevere l'hanno presa in considerazione, l'ipotesi di impugnare l'ordinanza di Emiliano. E, dopo una mattinata di telefonate e conference call, non l'hanno ancora dismessa del tutto. E del resto, nel lungo post su Facebbok in cui ha espresso il suo profondo dissenso nei confronti della decisione presa da Emiliano, la Azzolina è sembrata lanciare quasi un'intimazione alla giunta pugliese: "Si riaprano al più presto le scuole, evitando conseguenze gravi, presenti e future, per gli studenti e per le famiglie", ha scritto la ministra. 

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E però, a difesa di Emiliano è intervenuto Andrea Orlando, il vicesegretario del Pd. Che ha fatto riferimento al dpcm approvato dal governo a inizio ottobre per ribadire che no, la protesta della Azzolina non è fondata. "Il dpcm prevede che le regioni debbano assumere ulteriori misure necessarie, rispetto a quelle già previste, a contenere la pandemia con conseguenti responsabilità. I ministri che criticano l’esercizio di questi poteri evidentemente non hanno letto il dpcm o non lo condividono", ha scritto Orlando in un tweet condiviso sia da Dario Franceschini sia dall'account ufficiale del Pd. Insomma, tutto lo stato maggiore del Nazareno in sostegno di Emiliano, e dunque contro il ministro dell'Istruzione. 

 

E certo, l'osservazione di Orlando è inappuntabile. Senonché, obiettano i tecnici di Viale Trastevere, per prendere misure più severe, le regioni devono attenersi a delle evidenze scientifiche. Le restrizioni, insomma, devono ispirarsi a criteri di proporzionalità. E invece per quel che riguarda le scuole, non ci sarebbero evidenze epidemiologiche che giustificano la chiusura. "Secondo quanto la regione Puglia ci ha comunicato – spiega infatti la Azzolina – si tratta di 417 studenti risultati positivi (su una popolazione studentesca di 562 mila). La stessa regione ha poi ammesso che il problema in realtà non è la diffusione del virus all’interno delle scuole ma l’organizzazione del lavoro della Sanità regionale". La Azzolina fa riferimento alle dichiarazioni di Pier Luigi Lopalco, l'epidemiologo scelto da Emiliano come assessore alla Sanità della sua giunta, secondo il quale "emerge un notevole incremento dell’andamento dei contagi correlati a studenti e personale scolastico degli istituti scolastici di ogni ordine e grado".

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Prosegue Lopalco: "Ciascun evento di positività attiva una ingente carico di lavoro sul servizio sanitario. Essendo i soggetti inseriti in una classe. Uno studente positivo genera almeno una ventina di contatti stretti più quelli familiari. Se ad essere positivo è un docente che ha in carico più classi, questo numero si moltiplica ulteriormente. Tradotto significa: migliaia di persone in isolamento fiduciario di almeno 10 giorni per contatto stretto, con tutti i disagi a carico delle famiglie specie quando sono i più piccoli a essere messi in quarantena. Ma significa anche migliaia di ore di lavoro per gli operatori dei dipartimenti di prevenzione, perché devono effettuare i tamponi, la sorveglianza sanitaria e le attività di tracciamento, a cui si aggiunge l’enorme carico di lavoro dei laboratori per l’analisi dei tamponi. Inoltre gli studi dei pediatri nelle ultime settimane sono stati presi d’assalto dalle centinaia di genitori che avevano bisogno dei certificati per la riammissione a scuola”.

 

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Insomma, il problema non sono le scuole di per sé come ipotetico focolaio, ma è la capacità del sistema sanitario regionale di reggere a un'ondata di contagi di cui le scuole sono un elemento amplificatore. Lo stesso Lopalco, del resto, il 16 ottobre scorso, parlava della chiusura delle scuole come di una "ultima ratio". "Dovremmo anche dimostrare – dichiarò – che la scuola si sta comportando da amplificatore del virus. E questa evidenza non l'abbiamo". Ed è qui che monta la protesta della Azzolina: perché, a suo dire, si continuano a scaricare sul sistema dell'istruzione dei problemi che riguardano invece le carenze di altri settori, da quello dei trasporti a quello dei tracciamenti e dei tamponi. 

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