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Riservato

Esclusiva del Foglio: ecco il piano anti Covid ignorato dal ministro Azzolina

Carmelo Caruso

Il 13 luglio la task force guidata dal professore Patrizio Bianchi consegnava un rapporto dettagliato su come affrontare la riapertura degli istituti scolastici durante la pandemia. Medici nelle scuole, sorveglianza speciale, edilizia, lezioni brevi

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Medico competente per le scuole, campagna massiccia, lezioni di educazione alla salute per alunni e insegnanti, più poteri ai direttori regionali, nuovi modelli curriculari e lezioni da quaranta minuti. Quanto di questo è stato fatto per riaprire gli istituti?

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Medico competente per le scuole, campagna massiccia, lezioni di educazione alla salute per alunni e insegnanti, più poteri ai direttori regionali, nuovi modelli curriculari e lezioni da quaranta minuti. Quanto di questo è stato fatto per riaprire gli istituti?

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Un documento “poderoso” e riservato, un vero e proprio “libro bianco” su come riaprire in sicurezza le scuole e sull’istruzione che sarà dopo la pandemia e che il Foglio ha avuto modo di leggere [clicca qui per scaricarlo]. Si tratta del rapporto finale che la “commissione Bianchi”, la task force istituita ad aprile dalla ministra Lucia Azzolina e presieduta da Patrizio Bianchi, professore ordinario di Economia e già rettore dell’università di Ferrara, ha consegnato al governo e che alcuni parlamentari, come l’ex deputato del M5s, Paolo Lattanzio, ha chiesto che fine avesse fatto non ricevendo risposta.

       

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Il dossier c’è ed è finito sui tavoli del ministero ed è composto da oltre 150 pagine dettagliatissime, anche fin troppo. Tra i suggerimenti della commissione, che bisogna ricordare si è avvalsa della consulenza di ben 18 esperti, c’è quella “del medico competente nelle istituzione scolastiche” tenendo conto che il “49 per cento del corpo docente” – avvisa la commissione sulla base dei dati Ocse – è “over 50”.

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Si parla “di sorveglianza sanitaria eccezionale” per salvaguardare la salute dei più fragili che sono gli alunni disabili. Ma è segnalata anche un’attività che sembra non essere stata sufficientemente svolta e che doveva “preparare” il rientro. Il comitato infatti, a questo punto si può dire, “raccomandava” “una vasta campagna mediatica a favore del rispetto del contenimento del rischio del contagio alla ripresa delle scuola”. Non semplici spot ma una massiccia campagna “da associare a materiale destinato agli insegnanti, anche attraverso tecniche di formazione a distanza”. Una sorta di educazione alla salute propedeutica per scoraggiare quei comportamenti tanto vituperati questa estate.

   

C’è poi una parte “copernicana”. Una sorta di “decentramento scolastico”, ma meglio dire autonomia realizzata, con più competenze e poteri ai direttori scolastici regionali, i soli ad avere il polso delle varie realtà locali, ciascuno diverse, e che di fatto rimette in discussione il ruolo del ministro che avrebbe un ruolo più di indirizzo. La scuola del dopo pandemia, disegnata dalla commissione, è una scuola sicuramente diversa anche per quanto riguarda le strutture scolastiche di cui dovrebbero entrare in possesso (non più agli enti locali) le scuole, auspica la commissione. Niente più muri ma con “interfacce” da potere spostare per facilitare la composizione spaziale delle classi e lezioni da quaranta minuti. E tra le spie segnalate dalla commissione c’è anche “la particolare attenzione” da rivolgere alla scuole paritarie. Un documento importante. Quanto è stato recepito?

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