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La necessità di tutelare i presidi

Redazione

I responsabili scolastici e il rischio di “pandemia giudiziaria” in caso di contagi

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La riapertura delle scuole in una fase in cui è ancora presente una certa diffusione dei contagi rappresenta un rischio, che si spera sia un rischio calcolato. Sono state emanate norme che dettano regole più o meno precise, poi spetta ai presidi la gestione di una situazione assai problematica.

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La riapertura delle scuole in una fase in cui è ancora presente una certa diffusione dei contagi rappresenta un rischio, che si spera sia un rischio calcolato. Sono state emanate norme che dettano regole più o meno precise, poi spetta ai presidi la gestione di una situazione assai problematica.

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I presidi si danno da fare con cognizione e competenza, almeno nella loro stragrande maggioranza, per reperire gli spazi aggiuntivi necessari, per garantire che le regole siano rispettate e che la scuola possa iniziare alle condizioni che le autorità hanno considerato sufficienti. Però se qualche studente o qualche insegnante si ammala, o si genera un focolaio nonostante la buona applicazione delle norme (in realtà caotiche) indicate dal ministero, c’è il rischio che venga chiesto ai presidi di rispondere di responsabilità penali o quantomeno civili.

  

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Su questo i dirigenti scolastici, attraverso l’Associazione nazionale presidi, chiedono garanzie, e hanno ragione a farlo. Non spetta a loro decidere a quali condizioni si possono aprire le scuole. A loro spetta di far rispettare le condizioni decise in sede politica, col sussidio del Comitato tecnico-scientifico.

  

È ovvio che ai capi di istituto spetti di gestire il buon funzionamento delle scuole, ma nessuno ha mai imposto loro di evitare la possibilità che qualche studente contagiasse un suo compagno di classe per le tipiche malattie infantili. Ora, invece, c’è il rischio che alla pandemia sanitaria ne segua una giudiziaria.

 

È necessario che le autorità politiche trovino il modo di chiarire la catena delle responsabilità, assumendosi le proprie ed evitando che discendano a cascata su chi deve eseguire, peraltro tra mille difficoltà, il nuovo regolamento disciplinare. Questo è un caso da manuale in cui la teoria della “responsabilità oggettiva” o di funzione è destituita di ogni fondamento.

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Peraltro se non si fa preventivamente chiarezza su questo punto si rischia che nelle scuole si determini un clima di paura che finirebbe col paralizzare le operazioni di adattamento che i presidi stanno affannosamente cercando di realizzare in tempi stretti. Il che metterebbe a rischio la possibilità di aprire in condizioni accettabili di sicurezza sanitaria le porte degli istituti alla data decisa.

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