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Socialisti della cattedra

“La gara andrà deserta”. Il pasticcio di Arcuri e Azzolina sui banchi

Luciano Capone

Parla il presidente della più grande azienda di arredo scolastico: “Chi ha fatto il bando è incompetente, non conosce il mercato. Numeri e tempi impossibili”

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Roma. “Questa gara andrà deserta, perché chi l’ha fatta è un incompetente totale. E noi lo abbiamo fatto notare prima che nel bando c’erano deficienze abissali”. Emidio Salvatorelli, presidente di Vastarredo, la più grande azienda italiana di arredo scolastico, non è proprio in linea con il messaggio di Domenico Arcuri secondo cui “non è questo il momento di fare polemiche o alimentare divisioni”. Le polemiche sono sul bando europeo indetto dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid, su richiesta del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, l’acquisto di 3 milioni di banchi (1,5 mln monoposto tradizionali e 1,5 mln “innovativi” a rotelle). Se questa attrezzatura è necessaria “per garantire la riapertura dell’anno scolastico in sicurezza”, molto probabilmente l’anno scolastico non partirà, o quantomeno non partirà in sicurezza. Perché nessuna azienda è in grado di partecipare alla gara. Un problema riguarda i tempi: la presentazione delle offerte scade tra meno di una settimana, il 30 luglio, l’esito sarà noto la settimana successiva, il 7 agosto, ed entro il 31 agosto le imprese vincitrici dovranno garantire la produzione, ma anche “l’imballaggio, il trasporto, la consegna e il montaggio”. L’altro problema riguarda i quantitativi: il lotto minimo è di 200 mila banchi e 70 mila sedie, un quantitativo superiore all’intera capacità produttiva nazionale.

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Roma. “Questa gara andrà deserta, perché chi l’ha fatta è un incompetente totale. E noi lo abbiamo fatto notare prima che nel bando c’erano deficienze abissali”. Emidio Salvatorelli, presidente di Vastarredo, la più grande azienda italiana di arredo scolastico, non è proprio in linea con il messaggio di Domenico Arcuri secondo cui “non è questo il momento di fare polemiche o alimentare divisioni”. Le polemiche sono sul bando europeo indetto dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid, su richiesta del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, l’acquisto di 3 milioni di banchi (1,5 mln monoposto tradizionali e 1,5 mln “innovativi” a rotelle). Se questa attrezzatura è necessaria “per garantire la riapertura dell’anno scolastico in sicurezza”, molto probabilmente l’anno scolastico non partirà, o quantomeno non partirà in sicurezza. Perché nessuna azienda è in grado di partecipare alla gara. Un problema riguarda i tempi: la presentazione delle offerte scade tra meno di una settimana, il 30 luglio, l’esito sarà noto la settimana successiva, il 7 agosto, ed entro il 31 agosto le imprese vincitrici dovranno garantire la produzione, ma anche “l’imballaggio, il trasporto, la consegna e il montaggio”. L’altro problema riguarda i quantitativi: il lotto minimo è di 200 mila banchi e 70 mila sedie, un quantitativo superiore all’intera capacità produttiva nazionale.

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Per risolvere entrambi i problemi, per rispettare cioè tempi e quantitativi, non serve uno “sforzo”, come dice Arcuri, ma un miracolo. “E’ impossibile – dice Salvatorelli al Foglio –. Noi abbiamo una capacità produttiva, al massimo di 20-30 mila banchi al mese. Ma lo sanno quanti sono 200 mila banchi? Sono 200 autotreni di materiale che devo ordinare, 40 autotreni solo di pannelli, 150 mila chili di ferro. Se anche li volessi fare, ma chi me lo consegna tutto questo materiale in una settimana ad agosto? I tempi di attesa dai fornitori più importanti sono di almeno 4-5 settimane. E soprattutto, se pure trovo chi me la porta, dove la poggio la roba? Io ho 30 mila metri quadrati, ma per tutto questo materiale non c’è spazio. E’ un appalto da 10 milioni per tre settimane, ma io non li fatturo in un anno 10 milioni. E sono tra i più grandi”. C’è poi un problema tecnico, che a monte impedisce a qualsiasi azienda di partecipare al bando: tra i requisiti c’è la produzione nei tre anni precedenti di “almeno il doppio dei quantitativi offerti”. Quindi minimo 400 mila banchi. Ma nessuna impresa soddisfa questo criterio. Solo se tutte le aziende italiane si riunissero in una Ati (Associazione temporanea di imprese) raggiungerebbero quel criterio, ma comunque non avrebbero la capacità per produrre quei quantitativi nei tempi stabiliti. “Noi li abbiamo avvisati prima – dice il presidente di Vastarredo –, ma questi sono burocrati che ragionano così, tirando numeri su un foglio di carta, senza conoscere com’è il mercato. Ma perché non le fanno fare alla Consip queste cose? La Consip per fare una gara ci mette sei mesi, non una settimana, proprio perché si informa sul mercato”.

  

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Secondo le stime di Assufficio, Federlegno e Assodidattica la capacità produttiva attuale può arrivare massimo a 120 mila banchi entro fine settembre (quasi la metà del lotto minimo e un mese dopo la scadenza prevista). La richiesta di 3,7 milioni di banchi e sedute di Arcuri e Azzolina “è pari alla produzione di 5 anni di tutte le aziende nazionali”.

 

 

Si chiede, insomma, di fare in tre settimane (23 giorni) ciò che si produce in cinque anni. E anche di consegnare ogni singolo pezzo in ogni singola aula. “Questa poi è proprio una cosa assurda. Veramente non si rendono conto, pensano che sia come spostare caramelle. Un autotreno porta 500 banchi, per consegnare 1,5 milioni di banchi servono 3 mila tir. Nel mese di agosto come vanno in giro per tutta l’Italia 3 mila tir? Li fai circolare il sabato e la domenica in autostrada?”. I tir se le consegne fossero centralizzate. “Appunto! Noi non è che dobbiamo portarle alla Protezione civile e poi smistano loro il materiale. Ma dovremmo consegnare i banchi in ogni singola scuola, quindi servono decine di migliaia di furgoni e personale per portare anche un solo banco in una scuola nel centro di Roma o nel piccolo comune dell’Appennino. Chi organizza la logistica? E le scuole sono aperte ad agosto? E chi ritira i banchi vecchi? Dove li metto?”.

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Oltre al milione e mezzo di banchi tradizionali monoposto, c’è poi il tema dell’altro milione e mezzo di “sedute attrezzate di tipo innovativo”, gli ormai celebri banchi a rotelle mostrati dal ministro Azzolina. Oltre al costo che potrebbe essere molto elevato, secondo i produttori italiani questi banchi non rispettano la normativa italiana, in particolare i Cam (Criteri ambientali minimi). Perché le sedute dei banchi a rotelle sono interamente in plastica, mentre la legge prevede, per ogni prodotto d’arredo venduto alla pubblica amministrazione composto per almeno il 20 per cento di plastica, che ci sia almeno il 50 per cento di plastica riciclata.

  

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Gli imprenditori sembrano quindi intenzionati a non partecipare. “Ma non è che non voglio partecipare – precisa Salvatorelli – è il bando che è scritto appositamente per non far partecipare le aziende italiane”. Il rischio molto concreto, a una settimana dalla scadenza, è quindi che la gara vada deserta. A ben vedere è la stessa logica, ma ribaltata, del bando “Impresa sicura”. A maggio Arcuri aveva indetto un bando per rimborsare le aziende per la spesa per i Dispositivi di protezione individuale. I fondi erano molto limitati, 50 milioni di euro, assegnati con il clickday: le richieste di 200 mila imprese furono superiori a 1,2 miliardi di euro e i fondi esauriti dopo 1 secondo. Stavolta il bando per i banchi offre un pacco di miliardi, cifre che il settore non ha mai visto prima, ma è pensato e scritto talmente male che nessuno può partecipare.

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