cattivi scienziati

Esiste un solo Bio

Enrico Bucci

Ombre sulla presunta equiparazione nelle norme Ue fra biodinamico e biologico

Molto spesso si sente riferire dai tifosi dell’agricoltura biodinamica che essa sarebbe riconosciuta e sostanzialmente equiparata all’agricoltura biologica dalle normative europee in materia appunto di bioagricoltura. Non essendo preparato in materia, ho chiesto quindi lumi all’avvocato e amico Luca Simonetti, che condivide il seguente punto di vista.

   
Seppure sia vero che la menzione dei preparati biodinamici appare anche nella più recente normativa in tema di produzione biologica, e cioè il regolamento dell’Unione europea 848, approvato il 30 maggio 2018 e in vigore dal 1° gennaio 2021, è fondamentale comprendere se tale menzione davvero implichi una equiparazione o un riconoscimento specifici dell’agricoltura biodinamica. Questo perché, essendo l’agricoltura una materia di competenza concorrente fra gli stati membri e l’Ue, gli stati possono esercitare la loro competenza soltanto se questa non è esercitata dall’Unione o nel caso in cui sia stato abrogato un atto europeo.

 
Dunque, poiché in tema di agricoltura biologica l’Ue si è espressa da tempo e con grande chiarezza, indicando con precisione cosa si intenda sia per metodo biologico sia per prodotti biologici, è importante sapere se la definizione data dall’Ue coincida con quella data in Italia, o se invece l’introduzione dell’equiparazione tra biodinamico e biologico non deformi la definizione di biologico data dall’Unione.

  
Nel citato regolamento 848, art. 3, definizione 25, leggiamo che i “preparati biodinamici” sono “miscele tradizionalmente utilizzate nell’agricoltura biodinamica”. Dopo di che, nell’allegato II, leggiamo che in produzione biologica “è consentito l’uso di preparati biodinamici”. Questo è tutto. In nessun modo la definizione di metodi di produzione biologica contempla ciò che invece è previsto per esempio dal disciplinare Demeter.

  
Di fatto, Demeter, ente privato detentore unico del marchio registrato biodinamico e dunque ente di riferimento per la certificazione di cosa sia biodinamico e cosa no, definisce propri standard per la produzione biodinamica che vanno molto oltre l’uso dei preparati, ammesso dal regolamento europeo in agricoltura biologica, con ciò introducendo pratiche che non sono affatto parte del metodo di produzione biologica così come stabilito nella normativa europea. Inoltre, si statuisce negli standard Demeter che se “qualcosa non viene menzionato, si deve presumere che non sia consentito”. Peraltro, come ricordato su Wired da Michele Antonio Fino, esistono addirittura enti che, nonostante le rivendicazioni del marchio da parte di Demeter, hanno cominciato a certificare prodotti alimentari come biodinamici, senza nemmeno che vi sia garanzia che quegli stessi abbiano ottenuto la certificazione di biologico; il che rappresenta una palese evidenza del fatto che biodinamico non significhi affatto biologico, una volta che arrivi al consumatore.

 
Dunque, biodinamico è ciò che certi enti privati decidono che sia tale, nel caso di Demeter su base periodica, senza che giuridicamente sia data nessuna definizione precisa. Cosa quindi, di preciso, si sta equiparando al biologico, normato a livello comunitario, quando si parla di biodinamica? E come mai lo si equipara, visto che pratiche non previste dalla normativa europea del biologico sono ben presenti nel biodinamico, così come pratiche previste nel biologico sono invece proibite dall’attuale definizione di biodinamica data dai privati che hanno registrato il marchio? Non sarà che questa equiparazione apre un conflitto giuridico con l’Unione?

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