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Un problema normativo

Affare o guaio? I rischi per Zaia nell’acquisto dei vaccini da “intermediari”

Giovanni Rodriquez

Il presidente del Veneto ha annunciato una fornitura di 27 milioni di dosi per la regione. Ma Pfizer e BioNTech dicono di avere contatti solo con i governi. E la presidente della Commissione europea mette in guardia: "Zero garanzie"

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“Sono state selezionate due proposte contrattuali, da 12 milioni e 15 milioni di dosi di vaccino. Si tratta del vaccino contro il Covid di Pfizer, a prezzi in linea con il mercato”. Lo ha spiegato ieri il presidente della regione Veneto Luca Zaia intervenendo a Porta a Porta. Il Veneto, ha sottolineato Zaia, lo scorso 3 febbraio ha contattato l’Aifa e ha ricevuto indicazione di parlarne direttamente con il commissario Arcuri. “Il commissario – ha detto il governatore – non si è meravigliato, e mi ha chiesto, prima di iniziare ogni ragionamento, di farci dare dagli intermediari i codici dei lotti, per andare a capire rispetto alla casa madre se ci siamo con l’offerta”. 

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“Sono state selezionate due proposte contrattuali, da 12 milioni e 15 milioni di dosi di vaccino. Si tratta del vaccino contro il Covid di Pfizer, a prezzi in linea con il mercato”. Lo ha spiegato ieri il presidente della regione Veneto Luca Zaia intervenendo a Porta a Porta. Il Veneto, ha sottolineato Zaia, lo scorso 3 febbraio ha contattato l’Aifa e ha ricevuto indicazione di parlarne direttamente con il commissario Arcuri. “Il commissario – ha detto il governatore – non si è meravigliato, e mi ha chiesto, prima di iniziare ogni ragionamento, di farci dare dagli intermediari i codici dei lotti, per andare a capire rispetto alla casa madre se ci siamo con l’offerta”. 

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Ma è davvero possibile acquistare vaccini contro il Covid in questo modo? Sotto il profilo regolatorio questa operazione potrebbe non presentare profili di problematicità per almeno tre ordini di motivi: in primo luogo si tratta di farmaci salvavita; sono poi prodotti già autorizzati sia a livello comunitario da Ema che nazionale da Aifa;  infine ci troviamo in una situazione contingente di carenza di farmaci visto che le tabelle delle forniture per il primo trimestre sono state riviste più volte al ribasso.

 

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Di contro, il problema potrebbe sussistere sul piano normativo e contrattualistico. Al momento gli Stati  membri dell’Unione europea  hanno un vincolo contrattuale di non comprare fuori dall’ombrello europeo, ma non le regioni, “loro sono legate all’autorizzazione nazionale – ha sottolineato Zaia –  e per questo abbiamo chiesto l’autorizzazione ad Aifa”. Una tesi debole, dal momento che le regioni sono tecnicamente “organi dello stato” per il diritto Ue, e non soggetti svincolati da esso. Piuttosto, si dovrà indagare se il divieto per uno ztato membro di negoziare un accordo preliminare di acquisto a livello bilaterale, sulla base dell’articolo 7 dell’accordo del contratto della Commissione europea, sia valido soltanto rispetto alle case farmaceutiche e non rispetto a intermediari terzi.

  

Ma, al di là delle questioni giuridiche, il punto davvero poco chiaro riguarda le provenienza di queste dosi dal momento che la Pfizer, contattata dal Foglio, ha spiegato che “durante la pandemia i nostri contratti sono con i governi, e forniremo i vaccini secondo il canale da loro prescelto e i luoghi di vaccinazione designati, soggetti ad autorizzazione o approvazione regolatoria. Pfizer e BioNTech non stanno fornendo il loro vaccino al mercato privato in questo momento. E’ importante che i vaccini rimangano all’interno della catena di fornitura stabilita in modo da poter garantire che le dosi raggiungano le popolazioni designate in buone condizioni, e che vengano somministrate dove esiste un supporto appropriato per gli operatori sanitari e il monitoraggio della farmacovigilanza”. Inoltre “Pfizer ha sviluppato piani e strumenti logistici dettagliati per assicurare il corretto trasporto del vaccino, la conservazione e il monitoraggio continuo della temperatura. La nostra distribuzione si basa su un sistema flessibile, just-in-time, che spedisce le fiale congelate al punto di vaccinazione”. Sul tema è intervenuta  anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: “Ci sono zero garanzie su questi vaccini ed è estremamente rischioso acquistare un prodotto di questo tipo. Non si ha idea del viaggio che ha fatto e se la catena del freddo sia stata rispettata. Vediamo un numero crescente di frodi e tentativi di frode”.

   
Da dove arrivano dunque queste dosi trattate da intermediari, se Pfizer vende vaccini solo agli stati e non al mercato privato? La prima ipotesi è che possa trattarti di dosi vendute magari a paesi poveri a prezzo agevolato e da lì finite in mano a intermediari che le rivendono nei paesi ricchi, guadagnando sull’arbitraggio: si tratterebbe, in questo caso, di un’operazione opaca ed eticamente discutibile.  “I governi dell’Ue devono essere molto attenti nel monitorare i criminali che si spacciano per fornitori di vaccini Covid”, ha avvertito l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf). “Stiamo ascoltando segnalazioni di truffatori che si offrono di vendere vaccini ai governi di tutta l’Ue”, ha aggiunto il direttore generale dell’Olaf Ville Itälä. Non sarà certamente il caso di Zaia, ma il governatore del Veneto deve essere cosciente di un fatto: il  rischio per il Veneto di finire inconsapevolmente a interpretare un  ruolo simile a quello del  Decio Cavallo di turno intento ad acquistare la Fontana di Trevi. Speriamo non sia così.

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