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Nobel per la chimica 2020

Doudna e Charpentier: imparare da virus e batteri per modificare il Dna

Roberto Defez

Il Nobel per la Chimica 2020 è un premio alla genialità e alla lungimiranza delle due inventrici di Crispr, un sistema che permette la correzione delle bozze del genoma di ogni essere vivente. È ora che l'Europa inizi ad usarlo

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Il premio Nobel per la Chimica 2020 è un premio alla genialità, alla curiosità e alla lungimiranza. Non a caso tre sostantivi femminili che incoronano le due donne che hanno cambiato il modo con cui saremo curati, con cui nasceranno le nuove piante più sostenibili o il modo con cui faremo risanamento ambientale. Jennifer Doudna e Emmanuelle Charpentier sono le due donne che hanno rivoluzionato il modo di pensare all’evoluzione assistita di qualunque organismo vivente e la loro tecnologia, croccante come delle patatine (si chiama CriSpr), corregge le mutazioni dannose del Dna. Corregge solo la mutazione, solo una singola lettera nell’alfabeto della vita (il Dna) tra miliardi di lettere di un libro fatto di solo 4 lettere. Come fare a trovare quella sbagliata? E come correggerla? Lo hanno capito la biochimica californiana Doudna e la microbiologa francese Charpentier identificando le molecole che trovano una qualunque “frase” nel libro per cambiare anche una sola lettera. Esattamente come avviene al nostro computer con un testo World che ci segnala gli errori e ci permette di correggerli uno a uno. Oppure tutti insieme. E anche Crispr può fare lo stesso.

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Il premio Nobel per la Chimica 2020 è un premio alla genialità, alla curiosità e alla lungimiranza. Non a caso tre sostantivi femminili che incoronano le due donne che hanno cambiato il modo con cui saremo curati, con cui nasceranno le nuove piante più sostenibili o il modo con cui faremo risanamento ambientale. Jennifer Doudna e Emmanuelle Charpentier sono le due donne che hanno rivoluzionato il modo di pensare all’evoluzione assistita di qualunque organismo vivente e la loro tecnologia, croccante come delle patatine (si chiama CriSpr), corregge le mutazioni dannose del Dna. Corregge solo la mutazione, solo una singola lettera nell’alfabeto della vita (il Dna) tra miliardi di lettere di un libro fatto di solo 4 lettere. Come fare a trovare quella sbagliata? E come correggerla? Lo hanno capito la biochimica californiana Doudna e la microbiologa francese Charpentier identificando le molecole che trovano una qualunque “frase” nel libro per cambiare anche una sola lettera. Esattamente come avviene al nostro computer con un testo World che ci segnala gli errori e ci permette di correggerli uno a uno. Oppure tutti insieme. E anche Crispr può fare lo stesso.

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Se abbiamo fatto cento volte in mille pagine lo stesso errore di ortografia, potete chiedere al correttore di World di trovare tutte le parole sbagliate e correggerle tutte insieme. Crispr fa lo stesso, trova centinaia di difetti identici in centinaia di luoghi diversi nel Dna e può correggerli tutti insieme. Anche per questo si chiama Genome editing, la correzione delle bozze del genoma di ogni essere vivente. Ogni Dna ha delle mutazioni e solo pochissime sono dannose. La tanto declamata biodiversità vegetale non è altro che delle mutazioni genetiche che ci piacciono e che alleviamo. Anche il nostro Dna muta di continuo, ogni singolo giorno: anche 50 mila mutazioni al giorno tra le cellule differenziate (sangue, pelle, muscoli, ecc.), e una nuova mutazione la settimana nella linea germinale, ossia negli spermatozoi o nelle cellule uovo che daranno vita ai nostri figli. Una mutazione la settimana nella linea germinale vuol dire oltre 50 all’anno e a 20 anni maschi e femmine hanno già 1.000 mutazioni ognuno rispetto al patrimonio genetico dei loro rispettivi genitori. Tutto muta. Sempre. Per fortuna tutto muta, perché solo così ogni organismo e ogni specie si può evolvere attraverso i meccanismi di mutazione e selezione naturale.

 

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“Il caso e la necessità”, recitava il titolo di un libro di Jacques Monod, che assieme a François Jacob è padre spirituale di Charpentier, francese come loro, microbiologa come i due premi Nobel del 1965. Tutti e tre hanno lavorato anche all’Istituto Pasteur di Parigi e Louis Pasteur è anche lui un microbiologo innanzitutto, poi anche immunologo. Ma come può lo studio della microbiologia portare a rivoluzionare così profondamente anche la medicina? Lo ha intuito la Charpentier mentre era in un villaggio perso nei silenzi ai confini del mondo, a Umea in Svezia, in una delle sue continue peregrinazioni scientifiche. Lei ha capito che anche i batteri hanno un sistema immunitario. Anche i batteri ricordano le precedenti aggressioni di virus e sanno reagire meglio alle successive. Modificando il sistema immunitario batterico ha intuito che si poteva correggere il Dna. Ne ha parlato alla Doudna che ha convertito un’idea in prove sperimentali, dimostrando che Crispr poteva agire su qualunque Dna di tutti gli organismi. Questa è la ricerca di base. Una ricerca non applicata, ma dalle infinite applicazioni. Un’azienda farmaceutica non investirebbe su come i batteri si difendono dai virus, eppure ora è un business da miliardi di euro.

 

Il Nobel è un premio alla libertà di pensiero e al rigore di due donne normali e per questo straordinarie. Ma è anche uno stimolo all’Europa e alla Francia che più di altre nazioni ritarda l’uso di Crispr in agricoltura, per ridurre l’uso di fungicidi e per combattere i cambiamenti climatici. Speriamo solo che la Charpentier non debba evocare lo spirito di Giovanna d’Arco per svegliare dal torpore la vecchia Europa e darle il coraggio di immaginare il suo futuro guidando le innovazioni che possono rilanciare l’economia e migliorare la nostra vita e il nostro ambiente.

 

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