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Lo spazio è vicino

Maurizio Stefanini

Opportunità per l’industria ed effetti per tutti. Le eccellenze italiane. Se n’è parlato a Napoli

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Napoli. “Spazio, ultima frontiera”. Il noto slogan di “Star Trek” è stato parafrasato da molti degli intervenuti agli “Stati generali su spazio, sicurezza, difesa e le prossime sfide per l’industria europea” che si è tenuto ieri a Napoli al Maschio Angioino su iniziativa dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, in collaborazione con la Commissione, l’agenzia spaziale europea (Esa) e quella italiana. “Qui parliamo di spazio dove l’Italia è leader e questa sarà la nuova frontiera del futuro”, ha ricordato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Spazio Riccardo Fraccaro. Anna Bonfrisco, della commissione Affari esteri e delegazione Rapporti con la Nato dell’Europarlamento, ha evocato la terraformazione di altri pianeti. Alcune immagini della serie culto della Enterprise sono state addirittura proiettate nel corso dell’intervento dell’ammiraglio James Foggo, comandante interforze Nato a Napoli e delle Forze navali Usa in Europa e Africa.

 

Con questa iniziativa l’Europa si è mossa a ruota del vertice con cui la Nato ha presentato un suo programma spaziale. Il generale Roberto Comelli, a capo della Direzione per l’impiego del personale militare dell’Aeronautica, ha manifestato l’opportunità che anche le Forze armate italiane si forniscano di un comando spaziale autonomo sul modello francese. E il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha ricordato la crescente importanza dello spazio per il Green Deal europeo, per “una gestione sostenibile delle risorse (acqua, utilizzo dei terreni, materie prime)”. Nel rivendicare l’importanza di un ruolo forte europeo contro ogni tentazione sovranista, Sia Sassoli che il suo predecessore Antonio Tajani hanno però deplorato i rischi dell’austerity propugnata dalla presidenza di turno finlandese. “Un’Europa che oggi taglia è un’assicurazione sulla nostra marginalità”, ha detto Sassoli. “Il Parlamento europeo vorrebbe investire di più, vorremmo arrivare fino a 120 miliardi”, ha aggiunto Tajani.

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L’astronauta italiano Luca Parmitano in un videomessaggio ha ricordato l’obiettivo: “Migliorare la qualità e lo stile di vita dei cittadini e delle future generazioni dell’Unione europea”. L’Italia è stata il terzo paese al mondo a lanciare un satellite in orbita ed è la terza potenza spaziale d’Europa. Presidente delle Aziende italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza, Guido Crosetto ha ricordato l’importanza di un evento che dimostra la capacità degli italiani di fare squadra senza divisioni ideologiche: un punto sottolineato anche da Sassoli nell’intervento conclusivo. “Lo spazio è un sogno che l’Italia ha reso concreto e in cui abbiamo riscoperto l’orgoglio a volte anche un po’ ammaccato di essere europei” ha detto il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Paola De Micheli, ricordando la missione Rosetta, e prevedendo che il giro d’affari della Space Economy entro il 2030 arriverà nel mondo a 500 miliardi di euro.

 

A nome dell’Esa il direttore del programma di Osservazione della Terra Josef Aschbacher ha confermato che l’Italia conta “importanti eccellenze” nel settore spaziale e “una industria spaziale molto forte”. Tra queste “Leonardo, che realizza strumenti eccellenti” per le missioni spaziali e Thales Alenia Space che ha prodotto in Italia i satelliti Sentinel 1 e Sentinel 2 del programma europeo di Osservazione della Terra “Copernicus”.

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“A volte si pensa che lo spazio sia qualcosa di molto lontano, che non ci riguarda”, ha ricordato il presidente dell’Agenzia spaziale italiana Giorgio Saccoccia. “Invece l’investimento nello spazio ha effetto nella vita di tutti i giorni”. “L’Italia ha un ruolo importantissimo in Europa, è uno dei pochi paesi al mondo che opera in tutta la filiera dello spazio e in tutte le sue applicazioni, osservazione planetaria, telecomunicazioni, navigazione, esplorazione”. “L’Esa ha avuto la scorsa settimana stanziamenti importanti, quasi 14,5 miliardi distribuiti in un arco di 3-5 anni ed ora dovranno essere decisi da qui a un anno quelli dell’Ue che dovrebbero essere in un ordine di grandezza simile ma distribuiti su più anni”.

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