L'immunologa Antonella Viola a Pordenonelegge il 17 settembre 2021 (Ansa) 

cattivi scienziati

Lettera minatoria con proiettile ad Antonella Viola. Urge unanime condanna

Enrico Bucci

Si minacciano gli scienziati, perché non vogliono smetterla di illustrare quella provvisoria verità che appare dall’analisi con metodo scientifico dei fatti. Ma non è un episodio isolato. L’estremismo, oggi rivolto contro i vaccini, è carezzato anche da certi politici

Come ormai credo tutti sappiano, la professoressa Antonella Viola è la destinataria di un foglio dattiloscritto di poche righe, in una busta contenente un proiettile, in cui si minacciano lei e la sua famiglia e le si intima di smettere la sua divulgazione al pubblico dei dati a favore dei vaccini, e in particolare di cessare quelli che indicano come sia giusto vaccinare i bambini. Ora, Antonella e io siamo amici, e quindi nello scrivere queste poche righe dovrò stare attento a non perdere lucidità; ma tacere non mi è possibile, perché l’atto orribile che ricorda tempi orribili non può mai essere esecrato abbastanza.

    
La professoressa Viola è innanzitutto una ricercatrice che ha deciso, per amore del pubblico e della sua materia, di diffondere instancabilmente la sua interpretazione delle ultime ricerche, degli ultimi dati, dei ragionamenti che attraversano la comunità scientifica, senza mai tirarsi indietro ogni volta che qualcuno avesse bisogno di un chiarimento, di un incoraggiamento a comprendere, di un aiuto a interpretare. Mentre conduce attività tipiche della sua professione, compresi esperimenti e indagini sulla biologia molecolare del virus che da due anni non ci dà requie, non trascura l’analisi dei dati prodotti dagli altri, e con uno sforzo che posso garantire per esperienza diretta è fra i più defatiganti cerca di rendere il tutto accessibile ai cittadini.

   
Di fronte alle parole e agli argomenti di una scienziata, le pregiudiziose affermazioni e le infondate argomentazioni di chi, sulla base di una propria agenda e del bias di conferma, porta ogni giorno confusione nella discussione pubblica, si sciolgono come neve al sole; ed è forse da qui, dalla frustrazione di non avere argomenti sufficienti per difendere le proprie sciocchezze malate, è da qui dicevo che è nato nella mente di qualcuno povero di spirito, e tuttavia violento e vigliacco come pochi, la voglia di colpirla in qualche modo, di minacciarla, di farle paura, di usare la violenza per vincere la ragione.

   
Si minacciano gli scienziati, perché non vogliono smetterla di illustrare quella provvisoria verità che appare dall’analisi con metodo scientifico dei fatti; si inviano pallottole, perché taccia l’insopportabile suono di una voce che rovescia senza appello le idee che ci sono più care e da cui dipende il nostro sentirci nel giusto.

  

Eppure, il già orribile episodio non esaurisce il suo significato nella semplice dinamica che si osserva tra un vigliacco che crede di fare paura e una ricercatrice cui è necessario assegnare la scorta. La realtà è che questo episodio non è isolato – basti ricordare quanto accaduto a Matteo Bassetti – né isolate sono le menti malate di coloro che si spingono a tanto. Come la stessa professoressa Viola ha recentemente ricordato, la realtà è che la malattia mentale costituita dall’estremismo, oggi rivolto contro i vaccini, e domani contro chissà cosa, è incoraggiata e carezzata anche da certi politici, i quali non si limitano a esprimere dubbi – attività più che lecita – ma creano slogan che non sono la manifestazione di una legittima esitazione, quanto piuttosto dichiarazioni infiammatorie e parole d’ordine per rinsaldare un elettorato che aspirano a conquistare o a rinsaldare.

 

“I bambini non si toccano”; questo è l’incipit, tutto in maiuscolo, della lettera recapitata ad Antonella Viola. Ed è lo stesso, identico slogan, usato per aizzare l’odio ogni volta, da Bibbiano all’omogenitorialità, e adesso per contrastare le informazioni scientifiche sull’opportunità della vaccinazione dei minori; uno slogan fatto per spegnere il pensiero, per eliminare ogni distinguo, per spingere all’azione, come l’urlo d’odio utilizzato prima di una battaglia a colpi di pietre fra i nostri antenati. Lo stesso, identico slogan, usato insieme ad altri da alcuni matti che hanno ruoli anche di primo piano in politica, con lo stesso identico ruolo: additare un nemico, e guadagnare consenso sulle paure e sull’odio della gente.

    
Sarebbe bene, a questo punto, che la solidarietà alla professoressa Viola fosse chiara, da parte di tutti, e soprattutto da parte di chi, in passato, proprio sull’opportunità di vaccinare i minori ha espresso posizioni di forte contrasto. In democrazia si può non essere d’accordo; ma la condanna di chi invia pallottole agli scienziati deve essere patrimonio di tutti, in particolare di coloro che con Antonella Viola non sono d’accordo, perché il discrimine tra civile discussione e bestialità terroristica deve essere chiaro.
 

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