I dati del monitoraggio

Covid, la pandemia rallenta. Ma la Calabria va verso il giallo

L'indice Rt scende da 0,92 a 0.85 e cala anche l'incidenza: da 64 a 54 casi ogni 100mila abitanti. In diminuzione il tasso di occupazione di terapie intensive e ricoveri a livello nazionale. Iss-ministero della Salute: "Vaccinare, tracciare". Oltre 4 milioni gli over 50 non ancora immunizzati

Ruggiero Montenegro

La pandemia continua a rallentare e anche questa settimana i principali indicatori del contagio risultano in calo: l'indice di trasmissibilità Rt, calcolato nel periodo 25 agosto - 7 settembre, è pari a 0,85. Era stimato a 0,92 nel monitoraggio precedente e a 0,97 due settimane fa. Allo stesso modo, si osserva una diminuzione dell'incidenza, che scende da 64 a 54 positivi ogni 100 mila abitanti nell'intervallo tra il 6 e il 12 settembre e si avvicina a quei 50 casi che permetterebbero di riprendere un efficace attività di tracciamento.

È questo il quadro delineato dalla bozza del report di monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità discussa oggi insieme ai tecnici del ministero della Salute, e sulla base del quale verrano emanate le ordinanze in vigore da lunedì.

 

Monitoraggio Covid, la Calabria verso il giallo

 

In questo contesto, a rischiare è soprattutto la Calabria, dove il tasso di occupazione delle terapie intensive è al 10,7 per cento mentre quello dei ricoveri ordinari arriva al 17,4 per cento. Entrambi i dati sono al di sopra delle soglie d'allerta, fissate rispettivamente al 10 e al 15 per cento. Oltre a questo, preoccupa l'incidenza, stimata a 84,8: sono numeri da zona gialla che dovranno essere confermati dal ministro Roberta Speranza, a cui spetta l'ultima parola sui cambi di colore. Ma è alta la probabilità che la Calabria debba alzare il livello delle restrizioni, comunque limitate grazie al green pass, raggiungendo così la Sicilia dove i reparti intensivi sono pieni all'11,8 per cento e le aree ospedaliere ordinarie al 20,7 per cento. 

 

Ma le terapie intensive risultano oltre il limite d'allerta anche in Sardegna (11,3 per cento) e Marche (12,9), territori in cui tuttavia gli altri indicatori sono ancora sotto controllo e dunque non si prevede almeno per questa settimana alcun cambio di colore. Inoltre, Molise, Abruzzo e le province autonome di Trento e Bolzano sono classificate a rischio moderato. Tutti le altre regioni sono invece considerate a rischio basso.

A livello nazionale invece, la tendenza tra il 7 il 14 settembre, è positiva, con un leggerissimo calo dei pazienti attaccati ai respiratori (da 6,2 per cento a 6,1: da 563 a 554 ) e di quelli ricoverati che impegnano il 7,2 per cento dei posti letto, rispetto ai 7,4 di venerdì scorso (da 4.307 a 4.165).

Si tratta di numeri che permettono di tenere sotto controllo gli effetti della variante Delta, ampiamente prevalente in Italia e in Europa, ma non di abbassare la guardia: come ricorda il documento dell'Iss e del ministero, “una più elevata copertura vaccinale ed il completamento dei cicli di vaccinazione rappresentano gli strumenti principali per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenute da varianti emergenti con maggiore trasmissibilità”. Secondo il report odierno del governo, risultano completamente immunizzati il 75,23 per cento degli italiani over 12. Mentre, in 4.279.944 tra gli over 50, la fascia più a rischio, risulta ancora fuori dai radar delle Asl o in attesa della seconda dose.

Anche per questo, si può leggere ancora nel report, resta “opportuno continuare a garantire un capillare tracciamento, anche attraverso la collaborazione attiva dei cittadini per realizzare il contenimento dei casi; mantenere elevata l'attenzione ed applicare e rispettare misure e comportamenti raccomandati per limitare l'ulteriore aumento della circolazione virale".

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