Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

Figliuolo visita la Puglia, dove si continuano a vaccinare i preti al posto degli ottantenni

Annarita Digiorgio

Numeri gonfiati, il mistero delle terapie intensive e l'hit parade della vergogna: aprire le vaccinazioni senza prenotazione per puntare al "primo posto" in classifica. Così Emiliano presenterà la campagna vaccinale pugliese al commissario del governo 

C’è un problema, grosso, nei numeri Covid della Puglia. Lo proviamo a descrivere nella speranza (compresa quella del ministro), che il commissario Figliuolo oggi in visita nel tavoliere, dia un'occhiata ai numeri per quelli che sono pubblicati dal governo, e non per come gli verranno presentati da Emiliano. Facciamo riferimento alla  tabella dei posti letto di terapia intensiva. Da tre giorni l'occupazione in Puglia è ferma a 260 posti, nonostante i nuovi ingressi (ieri seconda dopo la Lombardia). Questo perchè la colonna dei posti “attivabili” da due giorni è a zero. Eppure il 18 aprile le terapie intensive occupate erano 286, quindi in due giorni un calo di 26 posti (utile per tornare in arancione come promesso da Emiliano), nonostante i nuovi ingressi. Mentre resta fisso a 586 il numero delle terapie intensive totali disponibili.

 

E qui notiamo un’altra cosa strana. Il numero dei posti “attivabili” in Puglia è sempre stato 80, anche quando venivano effettivamente aggiunti nuovi posti letto. Anche per il famoso decreto di San Valentino, quello infrasettimanale firmato da Speranza su richiesta della Regione per portarla da arancione a gialla grazie ad aumento posti letto, il 6 febbraio in un solo giorno furono aggiunti 109 posti di terapia intensiva (era ancora chiusa la Fiera), eppure gli attivabili rimasero sempre quegli 80. Che ora in due giorni sono diventati zero. Insomma quanti posti letto ci sono in Puglia? Ad ascoltare il primario di rianimazione del Policlinico di Bari sono finiti. Cosa succede se un paziente non ha posto in terapia intensiva? Resta nel riparto normale? Quanti sono i morti in Puglia fuori dalle terapie intensive? Possibile che al ministero nessuno li controlli, considerando quanto siano importanti per assegnare il livello di rischio, il colore della zona, e salvare la vita delle persone? Del resto se non si erano accorti che la Sicilia “spalmava” i morti, evidentemente non si accorgono neppure dei posti letto.

 

Figurarsi dei tamponi, o dei vaccini! Su questi negli ultimi giorni è iniziata l’hit parade. Dal “Non ci interessano le classifiche” siamo passati “a siamo i primi”. Un mese intero con la programmazione pubblica ferma e i frigoriferi pieni perchè bisognava iniziare gli under 80 il 12 aprile avendo terminato personale scolastico e di polizia il 14 marzo, finchè, soprattutto grazie ad Enrico Mentana, l’Italia intera ha saputo che era l’unica regione che vaccinava i parroci a danno dei fragili, e hanno dovuto trovare una pezza. La batosta definitiva è arrivata quando il Financial Times ha fatto un'inchiesta sulla Puglia bollandola come peggior esempio d’italia. A quel punto l’assessore Lopalco ha detto “dobbiamo risalire quella classifica anche per motivi di immagine”. Quindi hanno aperto le vaccinazioni per tutti dai 60 anni in su senza prenotazione. E così è scoppiato il caos finché da lunedì sono stati rimandati a casa i prenotati. Compresi gli ultra 80 che inutilmente si sono recati agli hub e rimasti senza Pfizer dopo che è stato dato ai sanitari triplicati.

 

Il consigliere particolare di Emiliano ex senatore Procacci, rispondendo a una lettera di Scalfarotto (unico con Calenda e il segretario regionale Pd Lacarra ad aver denunciato i raccomandati del vaccino pugliese) ha ammesso, come aveva già fatto Lopalco, che si continua a vaccinare preti in quanto categorie previste dal piano Figliuolo. Ci auguriamo che oggi il generale gli mostri la sua circolare, che vieta di vaccinare le categorie sotto i 60 anni. Mentre il sottosegretario Assuntela Messina scrive “tutte le Rsa in Puglia sono state completate”; anzichè guardare i numeri forniti dal suo capocorrente Emiliano potrebbe guardare quelli del governo nel quale l’ha fatta sedere: dall’ultimo report settimanale il 19 per cento degli ospiti Rsa in Puglia aspetta ancora la prima dose. Come aspettano i fragili, la cui vaccinazione è stata affidata ai medici di base. La cui associazione nazionale ha organizzato una protesta domani a Bari proprio per denunciare che non vengono loro consegnate le dosi per i propri pazienti allettati, mentre sono state consumate per persone non a rischio. “Un malato su una platea di 4 milioni può sfuggire” ha detto Lopalco. La campagna vaccinale è iniziata da 4 mesi, e risalire oggi la classifica per motivi di immagine non servirà a riportare in vita le persone morte perchè la loro dose è stata data a un giovane dipendente regionale. Anche fosse una sola.

 

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