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Aggiornamenti (e misteri) del nuovo Piano vaccini

Giovanni Rodriquez

I nuovi gruppi di persone coinvolte, le fasi, i tipi di farmaco e tutte le novità sulle consegne. Ma anche le "stranezze" di un piano di approvvigionamento nel quale sono sparite centinaia di migliaia di dosi

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Con l'arrivo di AstraZeneca e l'indicazione da parte di Aifa di un suo utilizzo preferenziale per la fascia di età 18-55 anni è stata modificato il Piano vaccini anti Covid. La decisione è stata presa nel corso del vertice di ieri tra governo, Regioni e commissario Arcuri. 

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Con l'arrivo di AstraZeneca e l'indicazione da parte di Aifa di un suo utilizzo preferenziale per la fascia di età 18-55 anni è stata modificato il Piano vaccini anti Covid. La decisione è stata presa nel corso del vertice di ieri tra governo, Regioni e commissario Arcuri. 

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Diverse le novità introdotte, a cominciare dalla previsione di un percorso parallelo che vedrà le Regioni impegnate già da febbraio sia nel completamento della Fase 1, con le vaccinazioni per gli over 80 già avviate in diverse Regioni, che con il contestuale avvio della Fase 3. Ma vediamo chi sono i gruppi di persone che verranno coinvolti nelle 4 fasi di cui si andrà a comporre la campagna vaccinale:

Fase 1: operatori sanitari e socio-sanitari, ospiti Rsa e over 80.

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Fase 2: persone da 60 anni in su, persone con fragilità di ogni età, gruppi sociodemografici a rischio più elevato di malattia grave o morte, personale scolastico ad alta priorità.

Fase 3: personale scolastico, lavoratori di servizi essenziali e dei setting a rischio, carceri e luoghi di comunità, persone con comorbidità moderata di ogni età.

Fase 4: popolazione rimanente.

     

Altra novità riguarda poi l’indicazione del tipo di vaccino da dover utilizzare a seconda delle diverse categorie coinvolte. Sappiamo così che, mentre per la Fase 1 e Fase 2 si ricorrerà ai vaccini di Pfizer e Moderna, per la Fase 3 verrà utilizzato il vaccino di AstraZeneca. Da qui la decisione dell’avvio di questo percorso parallelo, dal momento che AstraZeneca è atteso in Italia già dalla prossima settimana, proprio mentre le Regioni sono impegnate a vaccinare gli over 80.

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Questa azione parallela di avvio della Fase 3 in concomitanza con la Fase 1 si pone i seguenti obiettivi: con la Fase 1 e Fase 2 si punta ad abbassare la letalità, mentre con la Fase 3 e Fase 4 si mira a limitare la diffusione del virus.

   

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Sono state poi individuate aree di patologia che incrementano il rischio di decesso da Covid. Nell'ambito di queste aree sono state individuate:

- le persone estremamente vulnerabili, di qualsiasi età, la cui patologia incrementa il rischio di decesso

- le persone vulnerabili. In questo caso si considera la fascia under 70, in quanto il rischio di decesso per patologia non è superiore al rischio collegato all’età.

    

Per finire, è stato aggiornato il piano di approvvigionamento dei vaccini da qui fino a fine 2021. Un aggiornamento che desta diverse perplessità. Innanzitutto, anche stavolta, non sono state inserite le dosi aggiuntive di Pfizer acquistate dall’Ue lo scorso 8 gennaio. Ricordiamo che si trattava di 300 milioni di dosi che per l’Italia dovrebbero tradursi in ulteriori 51,21 milioni di dosi entro la fine del 2021.

    

Restando sempre su Pfizer, nella tabella sugli approvvigionamenti vaccinali pubblicata nel decreto del ministero della Salute dello scorso 2 gennaio, il quantitativo di Pfizer previsto nel primo trimestre è di 9,46 milioni di dosi. Eppure, nell’aggiornamento pubblicato ieri il totale si ferma a 8,04. Ci sono 1,42 milioni di dosi di differenza sui quali andrebbe fatta chiarezza dal momento che l’azienda farmaceutica, nonostante i ritardi delle scorse settimane, ha recentemente confermato il rispetto delle consegne previste entro il primo trimestre.

    

Andiamo oltre e puntiamo ora l’attenzione su AstraZeneca. Il totale annuo delle forniture è rimasto pressoché invariato. Gli arrivi nel primo trimestre, recentemente rivisti a 3,4 milioni di dosi dopo gli annunciati tagli del 60 per cento delle forniture, sono ora risaliti a 5,3 milioni come avevamo già anticipato nei giorni scorsi. È però cambiato, e di molto, lo scaglionamento degli arrivi. Se infatti nel piano vaccini presente nel decreto del 2 gennaio le forniture erano tutte concentrate nel secondo e terzo trimestre con l’arrivo, rispettivamente, di 18,20 e 13,92 milioni di dosi, nell’aggiornamento approvato ieri si prevedono consegne dilazionate fino al quarto trimestre con il grosso degli arrivi concentrato interamente negli ultimi due trimestri. Questo lascia forse intendere una revisione del piano di consegne da parte di AstraZeneca ad oggi ancora mai ufficializzato?

   

   

E ancora, per la fine del secondo semestre, il totale cumulato dei vaccini attesi presenti nella tabella aggiornata segna 36,27 milioni di dosi. Eppure, sommando i totali dei singoli mesi che compongono i primi due trimestri il risultato cambia e arriva a 39,78 milioni di dosi. Come per ‘magia’ sembrano svanire nel nulla la bellezza di 3,51 milioni di dosi. Ma anche volendo prendere il risultato più alto, ossia i 39,78 milioni di dosi, questo risulta essere ben lontano dai 54,04 milioni annunciati appena pochi giorni fa da Bruxelles, grazie ai quali poter vaccinare il 70 per cento dei cittadini europei entro giugno del 2021. Tra gli annunci di Bruxelles e le tabelle della struttura commissariale si arriva così ad una distanza addirittura di 14,26 milioni di dosi.

  

Ultima ‘stranezza’ da annotare: se si somma il totale dei vaccini di AstraZeneca, Pfizer e Moderna atteso entro la fine del 2021, presente nella colonna laterale, si potrà notare che rispetto al totale cumulato presente nella parte bassa della tabella ‘spariscono’ circa 290.000 dosi di vaccino. Insomma, l’aggiornamento sembra aver definitivamente trasformato il piano vaccini in una sorta di ‘rompicapo’ da risolvere.

  

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