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Siamo pronti per gli obiettivi europei sui vaccini?

David Carretta

Il cronoprogramma delle vaccinazioni in Italia non rispetta gli obiettivi Ue: gran parte della popolazione adulta dovrebbe essere vaccinata solo nel quarto trimestre

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Invece di perdere tempo a fantasticare su cause contro Pfizer e a polemizzare su negoziati paralleli della Germania, il ministro della Sanità, Roberto Speranza, e il commissario straordinario, Domenico Arcuri, farebbero bene ad adeguare il piano nazionale agli obiettivi proposti dalla Commissione europea. Questa settimana l’esecutivo di Ursula von der Leyen ha fissato un target ambizioso per gli stati membri: il 70 per cento della popolazione adulta dovrebbe essere vaccinato entro la fine dell’estate. Il tema è stato discusso ieri dai capi di stato e di governo in un vertice in videoconferenza. La questione dei ritardi nelle consegne di Pfizer questa settimana per migliorare la produzione nell’impianto di Puurs è stata risolta subito dalla Commissione: la società ha garantito che le dosi mancanti saranno recuperate “entro metà febbraio”. La questione del taglio delle consegne per la possibilità di estrarre 6 dosi invece di 5 da ogni fiala è più complessa perché contrattualmente Pfizer potrebbe avere ragione, ma l’Ue è al lavoro per superare il problema. Il vaccino Moderna c’è già. La prossima settimana l’Ema dovrebbe autorizzare AstraZeneca. Mentre Johnson & Johnson potrebbe arrivare in febbraio.

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Invece di perdere tempo a fantasticare su cause contro Pfizer e a polemizzare su negoziati paralleli della Germania, il ministro della Sanità, Roberto Speranza, e il commissario straordinario, Domenico Arcuri, farebbero bene ad adeguare il piano nazionale agli obiettivi proposti dalla Commissione europea. Questa settimana l’esecutivo di Ursula von der Leyen ha fissato un target ambizioso per gli stati membri: il 70 per cento della popolazione adulta dovrebbe essere vaccinato entro la fine dell’estate. Il tema è stato discusso ieri dai capi di stato e di governo in un vertice in videoconferenza. La questione dei ritardi nelle consegne di Pfizer questa settimana per migliorare la produzione nell’impianto di Puurs è stata risolta subito dalla Commissione: la società ha garantito che le dosi mancanti saranno recuperate “entro metà febbraio”. La questione del taglio delle consegne per la possibilità di estrarre 6 dosi invece di 5 da ogni fiala è più complessa perché contrattualmente Pfizer potrebbe avere ragione, ma l’Ue è al lavoro per superare il problema. Il vaccino Moderna c’è già. La prossima settimana l’Ema dovrebbe autorizzare AstraZeneca. Mentre Johnson & Johnson potrebbe arrivare in febbraio.

   

La Commissione ha fissato obiettivi ambiziosi perché è convinta che a  marzo ci saranno tutte le dosi che servono, ma teme l’imbuto della vaccinazione a livello nazionale. Il piano dell’Italia è fermo al 12 dicembre, quando c’era ancora grande incertezza. Il cronoprogramma pubblicato dall’Istituto superiore di sanità non rispetta gli obiettivi Ue: gran parte della popolazione adulta dovrebbe essere vaccinata solo nel quarto trimestre. Nel frattempo emergono nuovi problemi come il reclutamento degli infermieri e non si sa ancora come e quando entreranno in campo medici di base, pediatri e farmacie. E’ stato bello vedere l’Italia in testa per alcuni giorni alle classifiche europee. Ma questo non è uno sprint. Per arrivare al traguardo del 70 per cento di vaccinati entro fine estate serve un piano vero.

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