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Il foglio salute

Non facciamoci trovare impreparati

Carlo Signorelli*

Adeguata comunicazione, adesioni e lotta alle fake news. Così ci si prepara al piano di vaccinazione di massa

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Quella per il Covid-19 sarà la più imponente campagna vaccinale della storia. Un’iniziativa di prevenzione per debellare una pandemia devastante che al momento non ha alcuna terapia efficace e continua a diffondersi con malati e morti. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha illustrato qualche giorno fa al Parlamento il Piano strategico della vaccinazione di massa come un obiettivo fondamentale di tutto il paese, indispensabile per una solida ripresa economica e sociale. Ne siamo fermamente convinti ed è per questo che la sua buona riuscita rappresenta un obiettivo da raggiungere con il contributo fondamentale della sanità pubblica a tutti i livelli.

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Quella per il Covid-19 sarà la più imponente campagna vaccinale della storia. Un’iniziativa di prevenzione per debellare una pandemia devastante che al momento non ha alcuna terapia efficace e continua a diffondersi con malati e morti. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha illustrato qualche giorno fa al Parlamento il Piano strategico della vaccinazione di massa come un obiettivo fondamentale di tutto il paese, indispensabile per una solida ripresa economica e sociale. Ne siamo fermamente convinti ed è per questo che la sua buona riuscita rappresenta un obiettivo da raggiungere con il contributo fondamentale della sanità pubblica a tutti i livelli.

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Le linee  della strategia vaccinale sono riconducibili a otto assi fondamentali che vanno dalla filosofia della campagna ai dettagli operativi fino alle attività di sorveglianza. Cerchiamo di analizzarli, con le relative operazioni di campagna di vaccinazioni, evidenziando i punti che appaiono oggi più critici e preoccupanti. 

 

Asse 1: centralizzazione e gratuità del vaccino. 
Asse 2: dosi di vaccino. Status: programmato
Asse 3: tempi di autorizzazione dei vaccini. 
Asse 4: categorie da vaccinare.
Asse 5: approvvigionamento, stoccaggio e trasporto.     
Asse 6: governance della campagna vaccinale. 
Asse 7: sistema informativo (anagrafi vaccinali). 
Asse 8: farmacosorveglianza e sorveglianza immunologica.

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La centralizzazione e la gratuità del vaccino erano quasi scontate nello scenario italiano mentre sembra ben programmata la sequenza delle opzioni stabilita dal nostro governo per assicurarsi un numero sufficiente di dosi dalle aziende produttrici. Gli imponenti numeri circolati negli ultimi giorni sono da interfacciare con i tempi di produzione e coi processi autorizzativi che stanno iniziando e che continueranno nelle prossime settimane. Come noto la corsa contro il tempo che le aziende e la comunità scientifica stanno compiendo deve essere commisurata alla garanzia di sicurezza ed efficacia dei vaccini che verranno commercializzati; e in questo senso la proverbiale serietà dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ci dà sufficienti garanzie.

  
Anche le categorie da vaccinare con priorità rappresentano un esercizio relativamente facile in questa fase: precedenza quindi a operatori sanitari, residenti e personale delle Rsa e persone in età avanzata, anche se su questo aspetto pende il rischio di una minor efficacia dei vaccini in queste fasce. A dire il vero l’ultimo rapporto dell’ISS sulla mortalità da Covid-19 suggerirebbe di privilegiare i malati cronici rispetto agli anziani sani, ma operativamente la chiamata dei soggetti da vaccinare sarebbe molto più complicata.

 
Il quinto asse è relativo a logistica, approvvigionamento, stoccaggio e trasporto, che saranno di competenza del Commissario straordinario con l’aiuto dell’esercito. Bene così, perché le difficoltà legate alla conservazione a -80° di uno dei vaccini (che dovrebbe essere il primo a ottenere l’autorizzazione) potrebbero essere superate appoggiandosi, almeno in prima istanza, alle strutture ospedaliere dislocate su tutto il territorio nazionale ed identificate dalle regioni.

  
Fin qui tutto bene, o quasi. La governance del piano di vaccinazione vedrà tre protagonisti in campo: il ministero della Salute, il Commissario straordinario e le regioni e province autonome. Qui potrebbe esserci qualche problema sulla divisione delle competenze, ma soprattutto su come effettuare le chiamate e le richiamate per la seconda dose, quali messaggi efficaci di comunicazione utilizzare (punto cruciale!) e soprattutto quanto e quale personale utilizzare per le somministrazioni. Il Piano parla di circa 20 mila unità di personale per circa 40 milioni di vaccinati e, a una prima stima sommaria, il numero appare congruo ma anche difficile da reclutare. Ogni operatore (infermiere o assistente sanitario) potrà indicativamente effettuare 8-10 vaccinazioni all’ora se ben supportato da un back-office amministrativo preparato ed efficiente. Una sfida complicata vista anche l’attuale carenza di personale delle professioni sanitarie che deve già occuparsi delle attività cliniche o preventive ordinarie. E il ricorso ai medici specializzandi non ci pare proprio una soluzione ottimale.

    
L’anagrafe vaccinale per Covid-19 è, in teoria, abbastanza facile da costruire ma bisogna impegnarsi molto. E viste le difficoltà di costruire quella per le vaccinazioni del piano nazionale vigente, esprimiamo più di una preoccupazione, invitando a non trascurare questo aspetto che è strumento indispensabile per la selezione dei vaccinandi, la registrazione dei lotti e la sorveglianza epidemiologica, farmacologica, immunologica e clinica. E caso mai sfruttare l’occasione per completare l’anagrafe vaccinale per tutte le vaccinazioni.

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Infine l’asse riguardante la farmacosorveglianza e la sorveglianza immunologica. Esso è il più complicato anche per l’importanza della fase 4 post-registrazione nel contesto di fasi 2 e 3 accelerate come è stato fatto per i vaccini anti-SARS-CoV-2. Ci preme sottolineare come a un’accurata raccolta dei dati debba seguire una comunicazione altrettanto efficace alla popolazione e un piano per gestire eventuali criticità che potrebbero sorgere come effetti collaterali gravi e presunti. Non vorremmo mai che la più importante campagna vaccinale del secolo venisse minata dalla diffusione di fake news o inutili allarmismi che potrebbero inficiare la partecipazione alla campagna stessa facendo emergere quella “esitazione vaccinale” già osservata in altri ambiti. Su tutto l’impianto e la sua realizzazione pesa quindi un dato fondamentale: in quanti si vaccineranno? E a questa domanda abbiamo oggi poche risposte e molte preoccupazioni.

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Come illustrato la strada è in salita, ma è un dovere di tutti gli stakeholder tentare di superare gli ostacoli per arrivare presto alla meta rappresentata dall’eliminazione della circolazione nella popolazione del SARS-CoV-2.


 
*Carlo Signorelli è Professore Ordinario di Igiene e Sanità Pubblica all'Università Vita-Salute San Raffaele, Milano 

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