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Come funziona la campagna di vaccinazione anti Covid nel Regno Unito

Cristina Marconi

Dopo la signora Maggie e William Shakespeare, sono migliaia gli ultraottantenni britannici che, insieme al personale sanitario, stanno ricevendo il vaccino. 

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La macchina è in moto, il più grande programma di vaccinazione della storia britannica è in corso e dopo la signora Maggie e William Shakespeare – perché anche l’immaginario vuole la sua parte – sono migliaia gli ultraottantenni britannici che, insieme al personale sanitario in prima linea nella lotta al Covid, stanno ricevendo l’attesa iniezione nel braccio, spesso felici di dare il loro contributo alla lotta contro lo scetticismo e la pericolosa negligenza di chi non ha preso sul serio la situazione. 

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La macchina è in moto, il più grande programma di vaccinazione della storia britannica è in corso e dopo la signora Maggie e William Shakespeare – perché anche l’immaginario vuole la sua parte – sono migliaia gli ultraottantenni britannici che, insieme al personale sanitario in prima linea nella lotta al Covid, stanno ricevendo l’attesa iniezione nel braccio, spesso felici di dare il loro contributo alla lotta contro lo scetticismo e la pericolosa negligenza di chi non ha preso sul serio la situazione. 

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Nel secondo giorno di vaccinazioni è arrivata la notizia che il vaccino Pfizer/BioNTech non va somministrato a chi ha dei precedenti di allergie, dopo che due infermieri hanno avuto choc anafilattattoidi, meno gravi di quelli anafilattici, con un rash cutaneo, un abbassamento della pressione e difficoltà a respirare. Sono stati immediatamente curati e adesso stanno bene. "Dai test clinici molto ampi questa non era emersa come una caratteristica", ha spiegato la dottoressa June Raine, amministratore delegato dell’MHRA, l’agenzia del farmaco britannico, che ha subito avvisato tutti i centri di non vaccinare chi ha una storia di violente reazioni allergiche. Lo stesso varrà per 280 medici di base che dalla settimana prossima, grazie all’arrivo dei frigoriferi speciali in grado di raggiungere la temperatura di -70 gradi necessaria per la conservazione, si occuperanno di inoculare l’altro milione di dosi in arrivo dai laboratori di Puurs, in Belgio. 

 

  

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Ogni scatola dei vaccini Pfizer contiene cinque pacchi da 975 dosi, da aprire a mano tenendo sempre sotto controllo la temperatura. E rispetto al lotto iniziale di 800mila dosi, i numeri sono destinati ad aumentare, arrivando a 4 milioni entro Natale. Nella prima fase del programma, sono stati allestiti 50 centri di vaccinazione, con altri ospedali pronti a diventare attivi nelle prossime settimane e mesi. I primi della fila sono gli ultraottantenni, compresa la più famosa del mondo, ossia Elisabetta II, con particolare attenzione a chi è nelle case di cura e nella prima ondata ha avuto una mortalità del 99 per cento. Per loro la sfida logistica è più difficile, perché non si possono spostare e sono troppi per ricevere un frigorifero per ogni RSA. Insieme agli anziani verrà vaccinato il personale sanitario delle case di cura, così come quello degli ospedali e le persone vulnerabili. Si tratta di 6 milioni di persone. Poi si scenderà per età fino ad arrivare agli adulti in salute sotto i cinquant’anni e poiché tutti hanno bisogno di due dosi, la maggior parte delle persone sarà vaccinata a gennaio, febbraio e marzo.

 

La dottoressa Raine è la garante della decisione con cui il Regno Unito ha bruciato tutti sul vaccino, generando grande euforia nel paese e scoperchiando quella retorica trionfale che nell’ultimo anno si era persa nonostante l’aria di Brexit. Lei ha spiegato che tutto è stato possibile con un processo di ‘rolling review’ grazie al quale i dati provenienti dai laboratori sono stati analizzati pian piano che venivano resi noti, e non tutti alla fine come capita di solito. E non rifacendo tutti i test daccapo, come invece fa la FDA americana, secondo quanto ricordato con una critica, subito ritrattata, da Anthony Fauci. I primi campioni sono arrivati nei laboratori dell’MHRA all’inizio di ottobre, ma già da giugno il gruppo degli esperti indipendenti chiamati ad analizzarli era pronto. Gli ultimi dati sono arrivati il 23 novembre e per più di un mese si è lavorato giorno e notte. Il 1 dicembre il ministero della Sanità ha chiesto il via libera in base al regolamento 174 dell’Unione europea che permette di autorizzare un farmaco in risposta a un’emergenza di salute pubblica, senza passare dall’EMA europea. 

  

L’agenzia britannica del farmaco sta lavorando anche per accelerare l’approvazione di quello di Moderna e di quello di Oxford, che tutti aspettano perché è più semplice da maneggiare e che darebbe addirittura l’agognata immunità di gregge. Il problema è che la raccolta dei dati sull’efficacia del vaccino è stata a dir poco caotica, con le dosi “sbagliate” che si sono rivelate più performanti contro il virus, anche nel limitare il rischio di contagiare gli altri. A 3.000 persone hanno dato mezza dose prima e una completa dopo quattro settimane e lì l’efficacia è stata del 90 per cento. Alle 9.000 che hanno ricevuto due dosi piene a distanza di un mese l’efficacia è scesa al 62per cento. La soglia di approvazione per l’efficacia di un vaccino è 50 per cento. 

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Chi è stato immunizzato avrà anche una tessera d’identificazione scritta a mano con il nome del vaccino, la data di immunizzazione e il numero del lotto di ciascuna delle dosi somministrate. Ci saranno anche delle indicazioni su come gestire gli effetti collaterali e soprattutto la data per il richiamo, 21 giorni dopo la prima dose. Ma non si tratterà di un “passaporto Covid”, perché per quanto l’idea sia interessante i britannici hanno orrore dei documenti di identificazione.  Inoltre la fiducia nei sistemi informatici dell’NHS è tale che per ora le autorità hanno scelto di fidarsi del cartaceo. 

 

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Tutto questo per arrivare al Natale, dove le “bolle” con tre famiglie saranno autorizzate per giorni dal 23 al 27 dicembre. Bisognerà mantenere sempre lo stesso gruppo, senza limite al numero di persone ma con l’augurio che rimanga piccolo. In quei giorni ci si potrà spostare, incontrarsi al chiuso e anche rimanere a dormire, ma non si potrà andare al ristorante. In Chiesa, quello sì.

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