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Il Foglio salute

Investire su ricerca biomedica e sperimentazione

Beatrice Lorenzin

Serve una visione sul futuro per essere pronti a nuove emergenze. Usiamo i soldi del Recovery plan

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Quella che stiamo vivendo potrebbe diventare, anche se sembra paradossale dirlo, una stagione straordinaria, ma perché questo accada è necessario superare i confini dell’immediatezza e provare ad avere una visione sul futuro. Sembra strano parlare di futuro in un momento come quello che tutto il mondo sta vivendo, eppure è proprio lì che si deve guardare, e farlo con i giusti mezzi. Next Generation EU è il progetto dell’Unione Europea che prevede lo stanziamento di un fondo per contrastare il grave impatto che i paesi stanno subendo a causa del Covid. Se ne sente parlare molto in queste settimane in chiave economica, ma è importante comprendere come Next generation EU sia anche lo strumento che potrebbe creare una nuova visione per l’Italia, dell’Italia, inserita in un contesto europeo nel quale si stanno ridisegnando spazi geopolitici e commerciali, nel quale le persone vanno rimesse al centro, ed è importante pensare al futuro anche ridisegnando il sistema salute affinché possa esserne assicurato il valore universalistico.

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Quella che stiamo vivendo potrebbe diventare, anche se sembra paradossale dirlo, una stagione straordinaria, ma perché questo accada è necessario superare i confini dell’immediatezza e provare ad avere una visione sul futuro. Sembra strano parlare di futuro in un momento come quello che tutto il mondo sta vivendo, eppure è proprio lì che si deve guardare, e farlo con i giusti mezzi. Next Generation EU è il progetto dell’Unione Europea che prevede lo stanziamento di un fondo per contrastare il grave impatto che i paesi stanno subendo a causa del Covid. Se ne sente parlare molto in queste settimane in chiave economica, ma è importante comprendere come Next generation EU sia anche lo strumento che potrebbe creare una nuova visione per l’Italia, dell’Italia, inserita in un contesto europeo nel quale si stanno ridisegnando spazi geopolitici e commerciali, nel quale le persone vanno rimesse al centro, ed è importante pensare al futuro anche ridisegnando il sistema salute affinché possa esserne assicurato il valore universalistico.

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Mettere al centro il benessere psicofisico delle persone significa cogliere l’occasione di sviluppare l’ambito delle scienze della vita, passando attraverso il tema della sperimentazione clinica ma accettando anche la sfida della sostenibilità energetica, prestando attenzione al tema del cambiamento climatico e dell’invecchiamento della popolazione. L’umanità sta cambiando, e in questo senso la ricerca offre degli strumenti molto interessanti. Bisogna uscire – è necessario! – dalla logica dell’oggi, del qui e ora, e questo vale soprattutto per i decisori che sono chiamati ad assumere determinate scelte ragionando in prospettiva, perché non farlo significherebbe rischiare di cadere tragicamente in una povertà sia materiale sia culturale, passando per quella delle risorse naturali.

 

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Ricerca e scienza trovano spazio nei 200 miliardi del Recovery plan, e a fronte di questo investimento l’Italia deve scegliere cosa vuole essere e come impiegare le proprie energie. Se si vuol far vivere l’articolo 32 della Costituzione e attualizzarlo (che determina in materia di salute, ndr), è necessario sottolineare quanto sia imprescindibile che si vada verso un sistema in cui la sanità sia sostenibile per tutti, e perché ciò si verifichi bisogna prevedere un’accessibilità che non dipenda dalla carta di credito, dalla possibilità di prendere un aereo per andare all’estero a farsi curare, o dalla fortuna di abitare in un territorio ben servito. In questi mesi il Covid ha evidenziato tutti i limiti del rapporto tra lo stato e le regioni, si è visto per esempio nella gestione della raccolta dei dati, che ha risentito della mancanza di unitarietà dovuta al fatto che ogni regione avesse una piattaforma singola e autonoma. Il sistema va ripensato, è evidente, e non si possono più ignorare i segnali forti e chiari che arrivano dall’esperienza, quella dei vaccini in primis, che aveva già evidenziato la necessità di riorganizzare in modo funzionale i dipartimenti di prevenzione.

 

Pertanto riformare il sistema della prevenzione e molte delle funzioni del SSN è un tema necessario. Proprio nella riorganizzazione sta la forza per combattere il Covid ora, e le emergenze future con le quali verosimilmente si avrà a che fare. Il capitale umano, la ristrutturazione del personale e la logistica, messi insieme e soprattutto normati, potranno permettere di parlare di un sistema paese che funziona. In tema di ricerca, bisogna considerare la sua capacità di caduta nelle vite di ognuno di noi: trasferimento tecnologico, nuovi distretti produttivi e la capacità di fare rete per esempio, come accade tra le piccole start up che sviluppano innovazione, può fare la differenza e rendere l’Italia sempre più competitiva e fa crescere nuove economie che si basano sulla conoscenza e sulla sostenibilità ambientale.

 

Possiamo fare affidamento su quello che siamo: formatori di uno straordinario capitale umano, primo hub industriale farmaceutico a livello europeo, terzo per dispositivi medici, questo significa che se investissimo qualche miliardo dei 200 a disposizione in ricerca biomedica, potremmo creare un terreno accogliente per valorizzare le risorse umane, il che si traduce nel formare le professionalità e poi assumerle con salari competitivi, invertendo così il trend che vede spesso il personale altamente specializzato andare all’estero. E ancora significherebbe rimanere una potenza in produzione, ricerca, investimento sulla scienza della vita. Investire ora su qualcosa che renderà nei prossimi anni. Il punto è e deve rimanere questo. In Italia la sperimentazione clinica oggi cuba 2 miliardi di euro, eppure quando se ne parla sembra sempre ci si riferisca a una realtà oscura, poco identificabile e non tracciabile. È esattamente il contrario, su tutti i fronti.

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La sperimentazione clinica avviene secondo norme rigide e ben precise, senza possibilità di deroghe. È un ambito molto serio che significa per i pazienti che entrano in trial avere magari qualche chance in più, e per i clinici acquisire un know how importante; se a ciò si aggiunge che la sperimentazione clinica è economicamente a carico del proponente, va da sé che il beneficio appaia ulteriormente evidente. Molti governatori non conoscono questo ambito perché è molto tecnico e ci sono grandi problemi inerenti al conflitto di interessi, tema sul quale sono intervenuta in prima persona, con molto lavoro anche dei colleghi, per far sì che la sperimentazione clinica in Italia possa ripartire coi livelli di eccellenza che ci contraddistinguono. Nello specifico è stata approvata una modifica al comma 4 dell’articolo 6 del decreto legislativo 14 maggio 2019, n. 52 al fine di promuovere in Italia le sperimentazioni cliniche essenziali per fare fronte all’emergenza epidemiologica da Covid-19 e a eventuali altre emergenze epidemiologiche future. È stato un lavoro complesso e lungo, ma pone un ulteriore tassello verso la ripartenza che ho voluto sostenere anche con la creazione di un intergruppo parlamentare proprio sul tema della sperimentazione clinica, con la finalità di far lavorare trasversalmente esponenti del Parlamento per la causa della scienza, della ricerca e della sperimentazione, e per portare in Parlamento temi certamente tecnici ma che riguardano ogni singolo cittadino.

 

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Appare evidente che manchi la cultura scientifica di massa, e che la materia debba entrare nel dibattito pubblico per diventare comprensibile a tutti ricordando sempre che se il mondo della scienza non è organizzato a livello di comunicazione, quello dell’antiscienza è invece strettamente legato alle fake news che riescono a infilarsi capillarmente in ogni strato della popolazione. Questo flusso va interrotto e poi invertito, per fare cultura, per fare scienza, per fare salute. Dobbiamo recuperare il terreno perduto e pensare alle generazioni future.

 

Beatrice Lorenzin, già ministro della Salute, responsabile nazionale del forum salute del Partito democratico

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