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cattivi scienziati

“Cinquanta sfumature di balle sul Covid-19”. Un glossario ragionato

Enrico Bucci

Fra le conseguenze più evidenti dell’emergenza del virus vi è stata la creazione o il riadattamento di un intero repertorio di bufale di ogni tipo. Ecco una tassonomia delle balle per rendere edotto il lettore di certe caratteristiche comuni che esse hanno

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Nelle ultime 24 ore i nuovi positivi da Covid-19 sono stati 30.550, a fronte di 211.831 tamponi eseguiti. I morti sono stati 352, in linea con i dati del giorno precedente. “Abbiamo più 67 ricoveri in terapia intensiva e oltre mille in area medica: il trend sembra mostrare una certa stabilizzazione”, ha commentato Giovanni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute. Fra le conseguenze più evidenti dell’emergenza del virus Sars-CoV-2 vi è stata la creazione o il riadattamento di un intero repertorio di bufale di ogni tipo, uno sferisterio di balle di ogni origine e significato che ci ha sommerso facendosi strada grazie alla nostra voglia di conoscere per controllare e prevedere cosa succederà. Vorrei qui brevemente tentare di organizzare una tassonomia delle balle sul Covid-19, allo scopo di rendere edotto il lettore di certe caratteristiche comuni che esse hanno e che possono essere usate per ridestare l’attenzione quando racconti con queste caratteristiche giungono alle nostre orecchie.

 

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Dunque vediamo: cominciamo dalle balle più seducenti, ma non per questo meno pericolose. Le chiameremo “balle rosate”, perché fanno leva sulla speranza che in realtà le cose stiano meno peggio di quanto ci appaiono e soprattutto che il futuro ci riservi grandi e sicuri miglioramenti. Le “balle rosate” hanno una principale funzione, sia quando le raccontiamo a noi stessi sia quando le propaghiamo ad altri: quella di permetterci di guardare oltre ciò che sta succedendo, distaccandoci da una realtà che percepiamo altrimenti come negativa. Possono essere usate per vendere farmaci che non esistono, per rassicurare i propri elettori, per ottenere consenso: il vaccino che arriva il mese dopo in milioni di dosi, il virus che muta le proteine di superficie senza però essere mutato, l’adattamento benigno e in pochi mesi del patogeno al suo ospite sono tutti esempi di affermazioni presentate come certezze, che sono assurte al rango di “balle rosate” perché invece necessitano di prove solide, prima di poter essere presentate agli altri. Il pericolo maggiore di queste balle consiste nelle conseguenze dell’eccessiva sicurezza che infondono nel pubblico, il quale preferisce rifugiarsi nell’idea che il pericolo non ci sia o sia in via di rapida risoluzione, invece di attuare le precauzioni necessarie.

 

Vi sono poi le sempreverdi “balle utili” a guadagnare dall’epidemia raccogliendo soldi direttamente dal pubblico: gli integratori il cui effetto eventuale su Sars-CoV-2 poggia su dati nebulosi, ben lungi dall’essere stati validati e riutilizzati alla bisogna per ogni malattia, le cure come l’omeopatia, suggerita in intere nazioni, e i sistemi di protezione alternativi come i braccialetti bioenergetici o altre simili stupidate sono esempi tutti accomunati da alcuni tratti caratteristici. Tra questi tratti c’è innanzitutto il testimonial: immancabilmente è uno scienziato o un gruppo di ricercatori i quali saltano alle conclusioni prima di avere seguito l’iter sperimentale consolidato, presentandosi come coloro che hanno la verità in tasca, ma sono avversati dal “sistema” accademico e industriale che sarebbe messo a rischio dalle proprie scoperte. In secondo luogo, vi è spesso l’uso di un linguaggio nebuloso che rifugge da numeri e statistiche chiare, ma fa appello a concetti vaghi di energia, naturalità, generico rinforzo del sistema immune e altre seducenti ma vacue teorie.

 

Vi sono quindi le “balle per i finanziatori”: in questo caso, il vero pubblico di interesse è molto più ristretto di quanto appaia dalla pubblicazione sui giornali di avvisi del vaccino in arrivo o del funzionamento di un farmaco sulla base di quanto descritto in uno studio ad interim in un preprint, con autori ricercatori anche prestigiosi. Il bersaglio sono gli investitori e le borse, dove le quotazioni di aziende che hanno in studio vaccini o altri ritrovati in fasi anche precocissime si ritrovano a salire rapidissimamente di valore, consentendo di guadagnare sugli interessi prima che la verità emerga – nei casi migliori, occorre un lungo cammino prima di arrivare al risultato reale.

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Vi sono poi le “balle cospirazioniste”, il cui scopo è principalmente quello di raccogliere consenso intorno a una narrazione e al suo narratore. Queste balle sono di solito di colore nero, e prevedono immancabilmente un disegno complesso e avvincente che vede da una parte una cospirazione di qualche remota e potente entità, naturalmente affiancata dalla comunità scientifica ortodossa, e dall’altra l’eroe disvelatore e i suoi seguaci, impegnati in una lotta per ristabilire la verità e in definitiva salvare l’umanità (solo quella dei credenti, però). Queste balle tendono a ramificarsi, in modo da includere tutti i temi favoriti del mondo cospirazionista: 5G, QAnon, danno vaccinale e così via complottando.

 

Infine, vi sono le “balle a uso della politica”. In genere queste sembrano essere utilizzate nel momento attuale in due fasi: per guadagnare consenso, e quindi nel giustificare inadempienze e inefficienze attraverso il classico gioco dello scarico di responsabilità. “Aiuteremo tutti coloro che hanno perso il reddito a causa del lockdown con i fondi appena stanziati, che saranno subito disponibili”. “Creeremo migliaia di nuovi posti in terapia intensiva entro la data X”. Che poi diventano: “Volevamo aiutare le categorie più colpite, ma l’amministrazione di un certo ente (il più possibile lontano dal ballista) ha bloccato la procedura di erogazione dei fondi”. “Volevamo moltiplicare i letti in terapia intensiva, ma le gare non sono ancora terminate”; e così via dilazionando e dirigendo altrove l’attenzione. Le “balle politiche” assumono spesso la forma di promesse e di scuse; sono quindi ben riconoscibili, più che per la provenienza (anche un politico può dire cose sensate) per la costruzione e la puntualità nell’assumersi la responsabilità di fatti positivi e nel rigettare quella di fatti negativi, centrando sempre il discorso sul giudizio delle azioni del ballista.

 

Tutte questi tipi di balle, e altri ancora, possono naturalmente combinarsi a convenienza del ballista di turno; ma lo sferisterio che ne consegue è quasi sempre ben identificabile dalla scomparsa dei fatti a supporto, specialmente da quelli che prendono la forma di numeri, statistiche e connessioni logiche solide, i quali tendono a sparire esponenzialmente man mano che la curva epidemica sale.

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