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Le Asl di Roma cambiano i turni per fronteggiare l'emergenza Covid

Gianluca De Rosa

Aumentano i posti letto (2.38) e le postazioni di terapia intensiva (532) nel Lazio. Da stamattina, intanto, nella Capitale sono state imposte giornate di 12 ore di lavoro per gli infermieri, per ridurre il rischio di contagi nel personale

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Non solo il coprifuoco. A Roma e nel Lazio anche l’organizzazione degli ospedali si prepara ad affrontare la fase più dura dell’emergenza Covid. Al primo punto, l’ordinanza della Regione di ieri ha stabilito il potenziamento immediato della rete ospedaliera Covid, con l’aumento di 1.190 posti letto e 231 terapie intensive in più dedicati all’emergenza (per un totale rispettivamente di 2.381 e 532 posti). Intanto, questa mattina alcune Asl romane hanno inviato una comunicazione interna per la revisione dei turni negli ospedali.

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Non solo il coprifuoco. A Roma e nel Lazio anche l’organizzazione degli ospedali si prepara ad affrontare la fase più dura dell’emergenza Covid. Al primo punto, l’ordinanza della Regione di ieri ha stabilito il potenziamento immediato della rete ospedaliera Covid, con l’aumento di 1.190 posti letto e 231 terapie intensive in più dedicati all’emergenza (per un totale rispettivamente di 2.381 e 532 posti). Intanto, questa mattina alcune Asl romane hanno inviato una comunicazione interna per la revisione dei turni negli ospedali.

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Dal 1 novembre agli infermieri e al personale di assistenza sarà chiesto un grande sforzo:  giornate di lavoro di 12 ore, dalle 7 alle 19 e dalle 19 alle 7, con lo scopo esplicitato di ridurre al minimo il continuo cambio di personale e, dunque, il maggiore rischio di diffusione del contagio nelle strutture sanitarie. Nella comunicazione di una delle Asl romane, con oggetto “Variazione articolazione orario di lavoro del personale turnante h24 nei servizi ospedalieri e territoriali” inviata a tutto il personale d’assistenza e ai coordinatori infermieristici e ostetrici delle diverse strutture, “si ravvede l’inopportunità di mantenere il turno in quinta, stante la necessità di ridurre il rischio di esposizione al contagio del personale che ruota sulle 24 ore”. Una necessità definita “urgente e indifferibile” vista “la concomitanza con l’aumento dei contagi in Regione”. Normalmente, infatti, infermieri e operatori si alternano nei cosiddetti turni in quinta. Turni di 7 ore che si articolano in un ciclo di cinque giorni seguendo lo scherma mattina-pomeriggio-notte-smonto-riposo. Una gestione dei turni che implica un continuo cambio di personale. Troppo rischioso in tempi di curva epidemica in vertiginoso rialzo.

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