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Vaccini per l'influenza e mascherine obbligatorie. Così il Lazio cerca di tenere sotto controllo il virus

Gianluca De Rosa

Contagi in aumento, positivi asintomatici e difficoltà a tracciare i nuovi casi hanno spinto la Regione a introdurre l'obbligo, che serve anche a ridestare l'allerta in una popolazione tornata troppo presto alla normalità. Ora anche il governo valuta una misura analoga

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Se l’indice R con t salirà sopra l’1 sarà necessario introdurre l’obbligo di mascherine anche all’aperto”, spiegava giorni fa l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato. Detto, fatto. Ieri l’indice R con t ha superato la fatidica soglia, progredendo fino a 1,09, mentre i ricoveri in Lazio sono saliti a 706, con 47 persone in terapia intensiva (a fronte di oltre 200 posti disponibili), e un’incidenza passata in tre settimane da 10,6 a 18,6 nuovi casi ogni 100mila abitanti, con 25 nuovi focolai. E così, questa mattina, il governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha firmato un’ordinanza che ha stabilito il nuovo obbligo: “È una misura di prevenzione per evitare di dovere prendere in futuro nuovi provvedimenti più invasivi, che non vogliamo adottare”, ha spiegato Zingaretti nel corso di una conferenza stampa all’Istituto Spallanzani. Dall’obbligo saranno esclusi i bambini sotto i 6 anni, chi fa l'attività motoria (compresi gli sport di contatto) e chi ha patologie per cui non può indossare la mascherina. Chi non rispetterà l’obbligo sarà sanzionato con una multa compresa tra i 400 e i 3mila euro. Il Lazio si aggiunge dunque a Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna, regioni che avevano già introdotto l’obbligo della mascherina anche all’aperto. E non è escluso che la misura possa diventare regola nazionale. Proprio mentre Zingaretti illustrava allo Spallanzani la sua ordinanza, a Bari la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa spiegava: “Molti presidenti di Regione stanno andando in questa direzione. Il Governo valuta settimana per settimana e non è da escludere un provvedimento nazionale”.

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Se l’indice R con t salirà sopra l’1 sarà necessario introdurre l’obbligo di mascherine anche all’aperto”, spiegava giorni fa l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato. Detto, fatto. Ieri l’indice R con t ha superato la fatidica soglia, progredendo fino a 1,09, mentre i ricoveri in Lazio sono saliti a 706, con 47 persone in terapia intensiva (a fronte di oltre 200 posti disponibili), e un’incidenza passata in tre settimane da 10,6 a 18,6 nuovi casi ogni 100mila abitanti, con 25 nuovi focolai. E così, questa mattina, il governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha firmato un’ordinanza che ha stabilito il nuovo obbligo: “È una misura di prevenzione per evitare di dovere prendere in futuro nuovi provvedimenti più invasivi, che non vogliamo adottare”, ha spiegato Zingaretti nel corso di una conferenza stampa all’Istituto Spallanzani. Dall’obbligo saranno esclusi i bambini sotto i 6 anni, chi fa l'attività motoria (compresi gli sport di contatto) e chi ha patologie per cui non può indossare la mascherina. Chi non rispetterà l’obbligo sarà sanzionato con una multa compresa tra i 400 e i 3mila euro. Il Lazio si aggiunge dunque a Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna, regioni che avevano già introdotto l’obbligo della mascherina anche all’aperto. E non è escluso che la misura possa diventare regola nazionale. Proprio mentre Zingaretti illustrava allo Spallanzani la sua ordinanza, a Bari la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa spiegava: “Molti presidenti di Regione stanno andando in questa direzione. Il Governo valuta settimana per settimana e non è da escludere un provvedimento nazionale”.

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A destare preoccupazione in Lazio è stata in particolare la difficoltà nel tracciare i nuovi casi. “In giro – ha spiegato Zingaretti – ci sono tantissimi positivi asintomatici”. L’aumento dei casi, inoltre, non sembrerebbe legato alla riapertura delle scuole (l’età media dei contagiati è salita da 30 a 42 anni e negli istituti sono stati trovati solo 290 nuovi casi). “Le scuole – ha spiegato ancora il governatore – non sono per ora focolaio di crescita del virus. Tutti i dati che abbiamo, ci dicono che la crescita avviene nelle frequentazioni della vita sociale e a volte familiare, nei posti dove ci si rilassa”. La consigliera regionale di Fratelli d’Italia, Chiara Colosimo, criticando l’ordinanza ha parlato di misura “psicologica”. Ed il provvedimento di Zingaretti in effetti sembra avere anche questo ruolo: ridestare l’allerta in una popolazione tornata troppo presto alla normalità. “C’è bisogno di un ritorno alla responsabilità individuale per seguire le regole, come accaduto durante il lockdown”, ha detto il presidente della Regione Lazio. 

 

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Nell’ordinanza sono poi previste alcune novità per la massiccia campagna di vaccinazione antinfluenza per cui la Regione ha acquistato 2,4 milioni di dosi. La priorità è dare copertura ai soggetti più a rischio: i bambini fino ai 6 anni e gli anziani oltre i 65. Il problema è che ora a chiedere di vaccinarsi sono anche, e sempre di più, le persone di età compresa fra i 18 e i 59. Per evitare che la campagna vaccinale diventi causa di pericolosi assembramenti, la Regione ha ritagliato un ruolo centrale alle farmacie, a cui la fornirà 100mila dosi che saranno vendute a un prezzo fisso e che i farmacisti potranno non solo vendere, ma anche direttamente inoculare, contribuendo concretamente alla diffusione dei vaccini.  Dall’ordine dei farmacisti, però, fanno sapere che ancora nulla è stato predisposto. C’è tempo fino al 15 ottobre, quando la campagna vaccinale partirà ufficialmente.

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