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Il Covid a Palermo sta intaccando tutti i servizi della città

Riccardo Lo Verso

Dal focolaio nella società che si occupa di raccolta dei rifiuti, fino al caos nei trasporti e nelle scuole. La diffusione del virus nel capoluogo siciliano dimostra quanto sia in salita la strada verso la normalità. Che succederà in autunno?

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Fosse solo per la spazzatura che ammorba Palermo si potrebbe tamponare la situazione aggiornando il kit del cittadino: mascherina, gel igienizzante e molletta per turarsi il naso quando si esce di casa. Ma la situazione è molto più complessa. C'è un spettro che si aggira nei palazzi comunali e regionali. Palermo si candida per una nuova sperimentazione, quella sui danni imprevedibili (?) da Coronavirus. Prove tecniche di caos per la stagione autunno-inverno. Ciò che sta succedendo in Sicilia dimostra quanto sia in salita la strada verso la normalità.
Alla Rap, la società che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in città (che ad onor del vero pulita non lo era neanche prima del Covid, ma questa è un'altra storia), ci sono tredici operai positivi. Si è sviluppato un focolaio che ha mandato in quarantena la metà del personale. I turni della raccolta sono saltati. Risultato: due tonnellate e mezzo di mondezza accatastata per le strade in pochi giorni.

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Fosse solo per la spazzatura che ammorba Palermo si potrebbe tamponare la situazione aggiornando il kit del cittadino: mascherina, gel igienizzante e molletta per turarsi il naso quando si esce di casa. Ma la situazione è molto più complessa. C'è un spettro che si aggira nei palazzi comunali e regionali. Palermo si candida per una nuova sperimentazione, quella sui danni imprevedibili (?) da Coronavirus. Prove tecniche di caos per la stagione autunno-inverno. Ciò che sta succedendo in Sicilia dimostra quanto sia in salita la strada verso la normalità.
Alla Rap, la società che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in città (che ad onor del vero pulita non lo era neanche prima del Covid, ma questa è un'altra storia), ci sono tredici operai positivi. Si è sviluppato un focolaio che ha mandato in quarantena la metà del personale. I turni della raccolta sono saltati. Risultato: due tonnellate e mezzo di mondezza accatastata per le strade in pochi giorni.

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Si è riunito il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica in prefettura, quello che di solito si occupa di minacce mafiose e scorte da assegnare. Il presidente dell'azienda Rap, pure lui in isolamento, ha invocato l'invio dell'esercito. Mica è così semplice. Bisognerebbe dichiarare lo stato d'emergenza e non è come ritirare un documento all'anagrafe. I blindati, almeno per il momento, restano fermi ai box.

Si va avanti con affidamenti a ditte private per evitare il collasso igienico-sanitario. Solo che ci vorrebbero quindici squadre di operai esterni, ma finora ne sono state assoldate appena cinque. Si vedrà quanto inciderà tutto questo sulle tasse degli anni a venire. Non c'è solo Rap. Sigla che vai, contagiato che trovi. Casi di Coronavirus anche all'Amap (che distribuisce l'acqua nelle case), all'Amat (che gestisce tram e autobus), all'Ars (positivo l'impiegato dell'impresa che fa le pulizie all'assemblea regionale siciliana), al polo tecnico comunale (un palazzone sede dell'area lavori pubblici, edilizia privata e protezione civile frequentato da centinaia di persone ogni giorno).

Si procede con sanificazioni, tamponi e test sierologici a tappeto, chiusure momentanee ed evacuazioni. Si creano delle micro zone rosse per isolare il virus e mappare i contatti del contagiato. E a scuola? I banchi monoposto non sono stati ancora consegnati in tutti gli istituti e si cerca di capire dove piazzare gli studenti in sicurezza. Alcuni andranno in edifici ecclesiastici. Nel frattempo si fanno le prove di Coronavirus. Una bidella è risultata positiva al liceo linguistico Danilo Dolci, nel rione Brancaccio, che non è proprio la scuola che andrebbe garantita a uno studente moderno. Il liceo è infatti ospitato in un'ex casa di riposo confiscata alla mafia. Per evitare la propagazione del Covid fra ragazzi e docenti sono stati sospesi i corsi di recupero dal vivo. Al Dolci si torna momentaneamente alla didattica a distanza in attesa di sapere dove saranno piazzati gli studenti a partire dal 14 settembre. Sempre che si torni in aula per quella data, visto che per mettere a posto le cose i dirigenti scolastici possono chiedere di spostare il suono della campanella al 24 settembre, allineando gli istituti seggio per il referendum a quelli che non lo sono. Non ci vogliono chissà quali capacità divinatorie per capire che per molti rinviare l'inizio delle lezioni sarà un atto dovuto.

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A proposito di atti dovuti, come quelli delle inchieste della magistratura, almeno andrà meglio al blindatissimo Palazzo di giustizia, roccaforte del rigidissimo protocollo anti Covid nonostante tutto intorno la città abbia ripreso a vivere quasi normalmente? Neanche per idea: un giudice della Corte di appello è risultato positivo. Per fortuna sta bene, è la giustizia che sta malissimo. Nei mesi del lockdown si sono accumulati migliaia di processi. Poi sono arrivate le ferie estive. Proprio ora che ci si doveva rimboccare le maniche per smaltire vecchio e nuovo arretrato ci si mette pure il Covid. Speriamo sia un caso isolato altrimenti l'esercito oltre che per la spazzatura dovrà essere chiamato d'urgenza per spostare montagne di fascicoli.

Fosse solo i rifiuti si potrebbe anche aggiornare il kit del cittadino, ma la situazione è molto più complessa. Palermo, Italia, prove tecniche di caos autunno-inverno.

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