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Editoriali

Meglio Locatelli che i dj disco-populisti

Redazione

Le discoteche non infettano, i migranti sì. È ora di piantarla con queste fake news. Ascoltare il presidente del Consiglio Superiore di Sanità

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Sarebbe davvero ora di piantarla. Non soltanto con gli energumeni su di giri che pretendono di entrare a cazzotti nelle discoteche, al grido “mi rovinate la vacanza”. Quelli almeno non fanno i politici di mestiere. Sarebbe ora di piantarla con i dj della disco pop, intesa populista, che approfittano della decisione del governo di chiudere per precauzione sanitaria i luoghi di ballo per inscenare una nuova ondata di finto libertarismo.

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Sarebbe davvero ora di piantarla. Non soltanto con gli energumeni su di giri che pretendono di entrare a cazzotti nelle discoteche, al grido “mi rovinate la vacanza”. Quelli almeno non fanno i politici di mestiere. Sarebbe ora di piantarla con i dj della disco pop, intesa populista, che approfittano della decisione del governo di chiudere per precauzione sanitaria i luoghi di ballo per inscenare una nuova ondata di finto libertarismo.

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Come la senatrice di Fratelli d’Italia Daniela Santanchè che dichiara che il suo locale in Versilia rimarrà aperto, “ma non si potrà ballare”, sottintendendo il suo dissenso. Che invece Matteo Salvini sventola come una bandiera xenofoba: “Solo oggi sono sbarcati più di 200 clandestini e che il problema siano gli italiani, i baristi, i ristoratori, i ragazzi, i lavoratori è surreale. E’ una follia”.

 

Ma il leader leghista non è l’unico. Anche il capagruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida, va sostenendo la stessa teoria in base a cui le discoteche fanno bene e l’immigrazione fa ammalare: “Migliaia di immigrati sbarcano e tra loro molti sono contagiati… e il governo chiude i luoghi di aggregazione dove invece i controlli esistono”. Sarebbe ora per prima cosa smetterla con la fake news delle orde di immigrati, nel 2020 saranno il 90 per cento in meno di quando esisteva la vera emergenza.

 

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Ma sarebbe ora soprattutto di piantarla con la musica stonata del populismo. Che nelle discoteche e nei luoghi di assembramento festaiolo la possibilità di contagio sia molto alta è un evidenza scientifica. Meglio ascoltare l’ottima analisi di Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità: i nuovi contagi “a seconda delle Regioni, il 25-40 per cento dei casi sono stati importati da concittadini tornati da viaggi o da stranieri residenti in Italia. Il contributo dei migranti, intesi come disperati che fuggono, è minimale, non oltre il 3-5 per cento”.

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E sulla chiusura delle discoteche: “La scelta era improcrastinabile. Avrà un impatto economico, purtroppo, ma la salute viene prima di tutto e quanto abbiamo visto accadere nelle discoteche come luoghi di assembramento va evitato, rischiamo di ritrovarci presto in una situazione più allarmante”.

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