Novak Djokovic è risultato positivo al coronavirus (foto LaPresse)

Quel raccatta-balle di Djokovic

Enrico Bucci

Il tennista che crede nell’acqua pranizzata, ma non nei vaccini, ora ha il Covid

Ad aprile Novak Djokovic, il miglior tennista al mondo, rivelò la sua fede antivaccinista – ché di fede si tratta, visto che va contro ogni fatto conosciuto e non è scalfibile con il ragionamento o con i dati. Non è che ci fosse molto da sorprendersi: il tennista già era noto per abbracciare gli alberi a fini terapeutici, per essere ossessionato dal glutine e rigorosamente vegano, per bere acqua “pranizzata” – qualunque cosa significhi, visto lo spreco di energie vitali e cerimonie che servono per ottenerla.

  

In diretta con il suo guru – che sostiene per esempio che l’acqua è dotata di memoria e che il Parkinson di Michael J. Fox sia dovuto alla Diet Coke di cui l’attore fu testimonial –, dopo avere approvato le dichiarazioni della sua guida spirituale circa il fatto che la pandemia che ha provocato centinaia di migliaia di morti sia un periodo “eccitante per essere vivi”, Djokovic ha fatto dichiarazioni come le seguenti: “Conosco alcune persone che attraverso la trasformazione energetica, il potere della preghiera e della gratitudine sono riuscite a trasformare il cibo più tossico e l’acqua più inquinata nell’acqua più curativa. Perché l’acqua si trasforma: gli scienziati hanno dimostrato che le molecole reagiscono alle nostre emozioni”. Oppure: “Se hai pensieri ed emozioni specifiche, nel caso siano pensieri felici e buoni, questi creano una struttura molecolare che ha un geoprisma basato sulla geometria sacra, il che significa che c’è equilibrio. Al contrario, quando si dà all’acqua dolore, paura, frustrazione o rabbia, quell’acqua si rompe”.

  

Tuttavia, le dichiarazioni di aprile avevano colpito l’attenzione pubblica perché, nel pieno della pandemia, il campione dichiarò pure di essere contrario proprio a un eventuale vaccino contro il Covid-19 e al fatto di dovere eventualmente essere costretto a vaccinarsi per viaggiare, visto il perdurare dell’epidemia e le notizie di allora circa lo stato di avanzamento della ricerca sui vaccini.

  

Arrivato recentemente in Serbia per il torneo di tennis Adria Tour, con il virus ampiamente circolante in quello come in altri paesi, il tennista e i suoi colleghi non solo hanno giocato, ma non hanno preso nessuna precauzione, mischiandosi con il pubblico, partecipando anche ad altri eventi sociali e andando in discoteca.

  

Alla fine, acqua pranizzata, geoprismi e altre fesserie non sono bastati: Djokovic è oggi infetto, insieme alla moglie, al suo preparatore atletico, al collega Dimitrov e al di lui allenatore. Si vede che il coronavirus non ne ha voluto sapere di flussi energetici, positività e altre scemenze.

  

Il punto, tuttavia, è che mentre è quasi certo che Djokovic, sua moglie, la sua squadra e quella dei suoi colleghi – essendo tutti giovani e in buona salute – se la caveranno, non possiamo sapere quanti, contagiati da loro o da altri che erano agli eventi che hanno promosso, se la caveranno ugualmente. Né quante persone nel mondo patiranno gli effetti del coronavirus o di altre malattie evitabili, a causa delle balle di una celebrità e del suo guru.

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