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Più scienza e meno fantascienza per salvare il Sistema sanitario

<p>Prevenzione&nbsp;e ricerca e&nbsp;"rimborsi solo per ci&ograve; che &egrave; basato sull'evidenza scientifica".&nbsp;Come tutelare il Ssn, secondo Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, che interverr&agrave; al convegno "Medicina e Pseudoscienza"</p>

Redazione
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Prevenzione, ricerca ma anche gestione attenta delle risorse rimborsando – e quindi spendendo – solo per farmaci, presidi e interventi che abbiano evidenza scientifica. Sono i tre pilastri su cui poggiare la solidità del nostro Servizio Sanitario Nazionale secondo l'analisi di Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri.

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"Il servizio sanitario Nazionale – dice Garattini – è un bene straordinario che purtroppo non viene da tutti apprezzato perché ormai sono pochi quelli che possono ricordare come era prima. E' compito di tutti salvare questo sistema". E tutti secondo il direttore del Mario Negri devono avere bene in mente e garantire tre fondamentali presupposti. "Credo ci siano tre condizioni", spiega lo scienziato. "La prima è la prevenzione. Dobbiamo aumentare la prevenzione, gran parte delle malattie non piove dal cielo ma siamo noi che ce le autosomministriamo per poi lamentarcene. La seconda che dobbiamo fare è di rimborsare soltanto ciò che è basato sull'evidenza scientifica. C'è molto da sfrondare in termini di farmaci, dispositivi medici, di interventi. E la terza cosa è che un Servizio Sanitario Nazionale non può non avere una forte ricerca scientifica: perché è solo la ricerca può permettere di migliorare il sistema e di prevedere quello che succederà e quindi di adeguare il sistema al futuro".

     

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Garattini interverrà anche su questi temi a un convegno, organizzato da C1V Edizioni, su "Medicina e Pseudoscienza" dal 6 all'8 aprile al Mercure West di Roma. "Ben vengano queste manifestazioni – conclude Garattini – io parlerò fondamentalmente della necessità che la prevenzione non sia soltanto un problema medico e dei medici, ma sia un problema di tutta la popolazione e quindi tutti vengano chiamati a contribuire. È la società civile che deve essere responsabile della prevenzione".

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