Francesco Rocca (Lapresse)

Roma Capoccia

Rocca pensa a un commissariamento bis della Sanità del Lazio

Marianna Rizzini

"La situazione finanziaria è pesante", ha detto il nuovo presidente evocando la soluzione già adottata per oltre 12 anni. Il no dell'ex assessore D'Amato e l'incontro con i ministeri il prossimo 20 aprile

L’aveva indicata come priorità, la Sanità, il neo-governatore del Lazio Francesco Rocca. E la Sanità, nel Lazio, è stata a lungo una nota dolente anche per il predecessore Nicola Zingaretti, che aveva visto chiudersi il periodo di commissariamento (durato 12 anni) nel luglio del 2020. Ma la situazione resta difficile (e c’è ancora un piano di rientro), tanto che si guarda alla data del 20 aprile, giorno in cui la Regione Lazio incontrerà ministero della Salute e Mef, come a una data chiave per poter guardare oltre il deficit che due giorni fa Rocca ha evocato: “Il commissariamento della Regione è una valutazione del governo e non mia, ma di sicuro la situazione finanziaria è pesante, con un indebitamento di 22 miliardi. E nel 2033 si calcola un deficit di 600 milioni”.

 

L’incontro al Mef, ha detto Rocca, sarà affrontato “con la massima trasparenza, con i dati che stanno emergendo e che presenteremo. Non ci saranno i politici e si vedranno i numeri. Con il commissariamento le ragioni del piano di rientro non cambiano. Non ci sarebbe un inasprimento”. E insomma, dalle parole del governatore traspare forse una preoccupazione tale da far sembrare l’ipotesi di un nuovo commissariamento quasi il male minore?

 

Interpellato sulla situazione, l’ex assessore alla Sanità nella giunta Zingaretti Alessio D’Amato non è d’accordo con la visione apocalittica. “Non ci sono motivi per commissariare la Regione”, dice: “I parametri per entrare in commissariamento sono due, l’inadempienza sui livelli essenziali di assistenza e un disavanzo annuo superiore al 5 per cento del fondo sanitario regionale. Entrambi non sussistono e anche la previsione che viene fatta sul 2023 è una proiezione al primo trimestre ampiamente sovrastimata. Anche il disavanzo sanitario 2022, stimato intorno ai 200 milioni non tiene conto della totalità del pay back che può cambiare sensibilmente il dato, comunque poco al di sopra del 1 per cento. Con questi parametri dovrebbero essere commissariate tutte le Regioni italiane che hanno chiesto al governo 5 miliardi di risorse non erogate per l’emergenza Covid. Chiedere il commissariamento rappresenta una resa e a mio avviso una scelta profondamente sbagliata. Potrebbe far scattare automatismi, come il blocco del turn over”. Intanto ieri il Consiglio regionale si apprestava a votare il Bilancio 2023-2025, e Rocca ribadiva di aver preso come impegno, per la Sanità locale, quello di eliminare intanto “le lungaggini delle liste d’attesa”.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.