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Roma Capoccia

Roma è di nuovo strapiena di turisti. Ma ora gli albergatori temono la crisi energetica

Gianluca Roselli

Alcuni hotel romani potrebbero chiudere per un periodo tra gennaio e marzo per far fronte ai rincari sulle bollette derivanti dalle sanzioni alla Russia. Ma i dati sul turismo sono buoni e si punta sul lusso per invogliare la clientela "alta" 

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Roma strabocca di turisti. Per accorgersene basta fare due passi in centro dove, in certe ore, è quasi difficile camminare tale è la folla. E il meteo sta aiutando: stiamo vivendo una fantastica ottobrata romana, con temperature quasi estive. I dati di Federalberghi confermano: a settembre in città si sono registrate 2.552.958 presenze negli hotel (+ 235,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021), mentre gli arrivi sono stati di 1.107.162 unità (+184,7 per cento). Moltissimi gli italiani con 678.177 presenze (+54 per cento), ma il vero boom sono gli stranieri con 1.874.770 presenze (+482,4 per cento). E dire che, secondo l’associazione degli albergatori, mancano ancora all’appello nazionalità “alto spendenti” come russi, cinesi, coreani, giapponesi, brasiliani. In compenso ci consoliamo con americani ed europei.

 

Se non siamo ancora tornati a livelli pre Covid, poco ci manca: rispetto al 2019, infatti, come presenze siamo ancora -16,7 per cento e come arrivi a -16,3 per cento. Scontiamo i primi tre mesi di quest’anno, ancora piuttosto lenti a causa della pandemia. Da ricordare, inoltre, che su 1.250 alberghi, un’ottantina non ha riaperto. Ora, però, c’è un altro allarme all’orizzonte: la crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina e alle sanzioni alla Russia ha prodotto un aumento dei prezzi che picchia duro sull’accoglienza. “Se non verranno prese misure adeguate dal governo e dalla Ue, molti albergatori chiuderanno per qualche mese, da gennaio a marzo: i maggiori costi incidono del 30-40 per cento sul fatturato. In quei mesi di bassa stagione per molti è più conveniente chiudere che stare aperti”, spiega Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma. Non solo bollette: i generi alimentari sono aumentati del 15-25 per cento e i servizi di lavanderia del 30 per cento. “Noi lavoriamo nel mercato di libera concorrenza, non possiamo aumentare i prezzi più di tanto: se alzo troppo la tariffa di una stanza, non ci viene nessuno. Questa crisi per noi è peggio del Covid”, aggiunge Roscioli. 

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I numeri delle presenze, però, sono confortanti. “Durante i grandi eventi estivi abbiamo registrato un +20 per cento di camere occupate. La politica dei grandi eventi, dai concerti alla cultura allo sport, è una strategia vincente per l’economia della città”, sostengono dall’assessorato al Turismo. E in Campidoglio si punta ad aumentare la fascia di clientela alta, con un incremento delle stanze “5 stelle luxury”. Ora ce ne sono 400 (800 a Milano), ma con l’arrivo di nuove strutture si auspica il sorpasso nel 2026. 

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