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Il provvedimento

Nuova stretta sui cinghiali nella Capitale. Pronto intervento ai cassonetti

Gianluca De Rosa

La prefettura di Roma e la Regione Lazio lavorano a un protocollo per permettere ai cittadini di segnalare la presenza degli animali intorno ai cassonetti nella zona rossa a rischio peste suina. Sul posto interverranno subito Asl e forze dell'ordine per procedere con gli abbattimenti

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Un protocollo di intesa per interventi urgenti con uno scopo preciso: individuare, raggiungere ed abbattere i cinghiali che gironzolano intorno ai cassonetti della Capitale nella zona rossa. L’area in cui da giugno sono stati individuati i primi animali colpiti dal virus della peste suina africana. Il documento, ancora una bozza da limare nei dettagli, sarà presentato nei prossimi giorni da Prefettura e Regione Lazio, con il supporto del commissario straordinario alla peste suina Angelo Ferrari.

Poco prima dell’inizio dell’estate, era metà giugno, quello che per un intero quadrante di città, Roma Nord, era diventato da fenomeno di folklore - i cinghiali che attraversano sulle strisce, la cinghiala che allatta in mezzo alla strada… - un vera e proprio piaga, con tanto di aggressioni a ignare passanti, sembrava in via di risoluzione. Al problema della presenza degli ungulati intorno ai cassonetti se n’era aggiunto uno più grosso: la peste suina, un pericolo non tanto per l’uomo, al quale non può essere trasmessa la malattia, ma per gli allevamenti di maiali. La Regione Lazio e la Prefettura corsero ai ripari con l’istituzione di una zona rossa intorno ai parchi, vietando all’interno picnic e raduni, l’installazione delle recinzioni e e la cattura degli animali. Oltre all’abbatimento preventivo di oltre mille maiali. A metà giugno la Regione ha anche stabilito un nuovo piano per moltiplicare gli abbattimenti rispetto all’anno passato: da 25 a 50mila (in Lazio gli ungulati sono 75mila). L’obiettivo dichiarato è quello di diminuire la popolazione.

 

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Da allora dei 23mila cinghiali “romani” ne sono stati catturati meno di mille e i cinghiali, potenzialmente infetti, continuano a pascolare  tra i cassonetti della città. Dalla Cassia, alla Trionfale, da Porta di Roma alla Balduina e persino più giù fino al quartiere Prati, fino al Vaticano, si moltiplicano gli avvistamenti.  C’è chi giura addirittura che alcuni animali abbiamo ormai una vera e propria routine intorno a determinate postazioni cassonetto. La situazione, insomma, è tutt’altro che risolta. A quanto apprende il Foglio, però adesso la prefettura di Roma e la Regione preparano una nuova stretta. La bozza del nuovo protocollo è quasi pronta e dovrebbe essere resa pubblica nei prossimi giorni. La novità principale dovrebbe dare una sterzata decisiva al fenomeno. Nella zona rossa sancita dall’ordinanza i cittadini che avvistano i cinghiali saranno invitati a segnarne la presenza al 112. Sul luogo interverranno subito u l’Asl, i carabinieri e la polizia locale per procedere all’abbattimento. I dettagli devo ancora essere limati, ma la procedura sarà circa questa.

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C’è già preoccupazione per le reazioni degli animalisti. Già ad agosto è finita su tutti i giornali la vicenda della Sfattoria degli ultimi, un rifugio per animali che poco fuori il raccordo accoglie e accudisce circa 140 tra maiali e cinghiali salvati da condizioni di disagio e maltrattamenti. L’Asl Roma 1 - con il sostegno del commissario straordinario alla peste suina Angelo Ferrari - ne aveva ordinato l’abbattimento immediato nonostante gli animali fossero sani, ma un ricorso presentato dalla titolare della Sfattoria, Paola Samaritani, ha bloccato tutto fino al prossimo 12 settembre quando il tribunale amministrativo dovrebbe esprimersi sul ricorso.  

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