Aspettando maggio

Il Pd romano si prepara alla fase congressuale (a lungo attesa da iscritti e municipi)

Marianna Rizzini

Nella capitale il Partito democratico si appresta ad aprire una nuova fase politica, con un occhio al futuro ed uno al passato

Una direzione del Pd Roma (due giorni fa) per aprire una nuova fase politica, all’indomani del pranzo di autofinanziamento in presenza del segretario pd Enrico Letta e del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, con un occhio al futuro (congresso locale ed elezioni) e un occhio al passato: un passato che, da un lato, per il Pd romano, è foriero di incubi – ché è ancora vivo il ricordo degli anni di implosione causa inchieste per Mafia Capitale – ma è anche motivo di orgoglio per le vittorie al Comune, con l’elezione di Gualtieri, e alle suppletive, con l’elezione a Primavalle del segretario locale Andrea Casu e di Cecilia D’Elia a Roma Centro.

 

Ma in che cosa consiste la nuova fase politica? Non si parte dal profilo del futuro candidato segretario (Casu, ora deputato, è ancora in carica, e i profili possibili restano vaghi: si parla di una giovane donna, di un esponente ex Pd che torna a casa, di un outsider), ma, dicono dal Pd, si vuole cominciare dal ritrovarsi come comunità – cosa difficile, visto che in città il Pd è stato più volte accusato di correntismo, accusa che potrebbe tornare in vista delle consultazioni regionali e politiche. E se Casu in direzione ha presentato, oltre al Bilancio 2021, una relazione approvata all’unanimità in cui si spiegavano le tappe del percorso suddetto, con il 3 maggio come data di una nuova direzione  e dell’avvio della fase congressuale vera e propria; e se l’aver riportato la tessera al costo di 20 euro viene letta come segnale di rinascita dopo una fase di sacrifici, tuttavia restano in campo le richieste di tempi rapidi e modi codificati da parte di alcuni municipi, da cui, in questi giorni, è partita la domanda di convocazione della direzione in vista  del congresso, e della contestuale apertura della fase assembleare degli iscritti, poi sancita nella direzione stessa. Occasione in cui si è parlato anche di un tema molto discusso nell’ultimo anno, prima e dopo l’elezione di Gualtieri:  quello del rinnovamento del partito a tutti i livelli, coinvolgendo la base, con incontri tematici nei circoli territoriali, nel quadro di un impegno collettivo (da alcuni municipi è giunta intanto la richiesta di una discussione sulla forma partito, attraverso un confronto “profondo, lungo e legittimato”, nel timore di finire a una “conta” in vista delle consultazioni elettorali). Intanto, in attesa del 3 maggio, il Pd romano fa anche letteralmente i conti (lasciare più risorse ai territori, è la linea), per evitare in futuro il ripetersi di situazioni dolorose, vedi vendita di alcune sedi. 

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.