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Pnrr per Roma

Il sindaco Gualtieri alla ricerca di (più) fondi, in vista di Giubileo ed Expo

Marianna Rizzini

Il primo cittadino vuole battere cassa: sa che gran parte delle chance per risollevare la città passano dai finanzimenti europei

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È il dopo Quirinale anche a Roma, e il sindaco Roberto Gualtieri ha di fronte (come i ministri a livello nazionale) la questione Pnrr. Roma deve cercare di ottenere il meglio, e cioè risorse in più a quelle di cui dispone in base al bilancio. Motivo per cui Gualtieri, come alcuni colleghi sindaci di grande città, ha già fatto presente che la ripartizione dei fondi europei dovrebbe tenere contro del numero di abitanti. Durante la recente audizione in Commissione Affari Costituzionali, infatti, ha sottolineato il punto per così dire critico: “Se si andasse ad esaminare la attuale ripartizione di diversi investimenti del Pnrr, si vedrebbe che in troppi casi il criterio della popolazione viene del tutto o in larga misura non preso in considerazione”, ha detto il sindaco, parlando di “esiti paradossali in alcuni casi, non solo per Roma ma anche per le altre grandi città. L’assenza di un adeguato ordinamento si riflette anche sulla dotazione finanziaria della Capitale con limiti già evidenti prescindendo dalla funzione della Capitale. Anche se ci si limitasse solo al peso demografico ufficiale di 2,8 milioni di residenti, si noterà un deficit perequativo nel fondo di solidarietà comunale di circa 170 milioni. Se ci si rivolge alla spesa del personale si vede un dato pari a 393 euro per abitante, contro i 724 di Milano. Se si guarda al tpl si riscontra un’altrettanto evidente situazione di sottofinanziamento”.

E ha citato, il sindaco, una ricerca della Camera di Commercio “effettuata utilizzando il computo degli agganci alle cellule telefoniche”: “I residenti effettivi – ovvero coloro che dormono a Roma almeno 5 giorni su 7 – sono 3,3 milioni, i city users a 4 milioni e mezzo. Se a tutto questo si unisce il costo delle funzioni di capitale il dato di penalizzazione risulta ancora maggiore”. Quanto vorrebbe Gualtieri, quindi, per la città? Certo più dei contributi per Roma capitale fissati nel 2014, dal sindaco definita  “sottostimati”. Chiede anche più poteri per portare a termine la riforma di Roma Capitale, Gualtieri. Sullo sfondo ci sono i grandi eventi che Roma ospiterà, dal Giubileo all’Expo 2030, e l’occasione di traghettarsi definitivamente oltre i dieci anni che hanno trasformato l’immagine della capitale in capitale del degrado o della monnezza: c’è infatti allo studio anche il piano impiantistico che dovrebbe garantire autonomia a Roma sui rifiuti, e ci sono i progetti per il rilancio del trasporto pubblico, con l’idea di fondo di implementare per la città la cosiddetta “cura del ferro”. 

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