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Roma Capoccia

Cinghiali urbani: "Intelligentissimi. Arrivano col passaparola". Parla il presidente del Bioparco

Gianluca Roselli

"Per loro i cassonetti dell’immondizia sono un market aperto 24 ore. Hanno un'incredibile capacità di adattamento e un grado di apprendimento superiore ai cani", spiega Francesco Petretti

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“La domanda non è perché ci sono i cinghiali a Roma, ma per quale motivo non dovrebbero esserci”. Francesco Petretti, biologo, presidente del Bioparco dal 2018 e docente di biologia della conservazione a Perugia, di fronte all’emergenza di queste ultime settimane e mesi rovescia la questione. I continui avvistamenti – come i 12 esemplari a passeggio su via Trionfale o l’attore Massimo Lopez aggredito mentre andava a gettare la spazzatura – non lo sconvolgono più di tanto.

 

I cinghiali vengono in città perché trovano un fantastico supermercato a cielo aperto. Per loro i cassonetti dell’immondizia sono un market aperto 24 ore, senza nemmeno il pericolo di prendersi una fucilata. Una festa. Ci sono le auto, ma a quelle ci si abitua. Il cinghiale è un animale onnivoro con incredibile capacità di adattamento e un grado di apprendimento superiore ai cani. Vengono in città per passaparola: non c’è pericolo e si trova cibo”.

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L’emergenza rifiuti rappresenta un’occasione irripetibile di spesa gratis. Ma c’è rischio per l’uomo? “No, il cinghiale non attacca l’essere umano, semmai mira alla busta della spazzatura o della spesa, che per lui pari sono”, dice Petretti. Se ne vedete uno venirvi incontro, mollate il sacco e non succederà nulla. Un altro problema è il numero. “In Italia ce ne sono tantissimi perché negli anni 50, a fini venatori, ne vennero importati molti dall’est Europa, Ungheria e Romania: animali più grossi e prolifici. Così oggi un cinghiale pesa in media 50 kg ma può arrivare a un paio di quintali e una scrofa può fare fino a 10-12 cuccioli”. 

 

E Roma, con tratti di campagna che entrano letteralmente in città, per esempio il Parco di Vaio o la Valle dei Casali, fa al caso loro. Dalle campagne vicine al centro cittadino è un attimo. Ce li troveremo fin dentro casa? “No, ma chi abita in ville o a pianterreno con giardino farebbe bene a non lasciare sacchi di spazzatura in giro”. Al Bioparco ne avete? “No, perché scavano sotto le recinzioni e sarebbe un problema”. Ok, ma l’emergenza come si risolve? “Innanzitutto gestendo al meglio la situazione dei rifiuti, con raccolta efficace e cassonetti a prova di scasso di cinghiale, come negli Usa ci sono quelli a prova di orso. E questo è compito del Campidoglio. La regione, cui spetta la gestione della fauna, può pensare a catturare i branchi più grossi e liberarli lontano dai centri abitati. L’unico modo, però, cui devono impegnarsi anche i cittadini, è togliere loro l’attrattiva: meno spazzatura. 

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